Stefano Rossignoli   - ...e le altre vette -

 

Sabato 1 settembre sono stato sui Torrioni Magnaghi con l'Ale.

 

Mi sono tolto una bella soddisfazione: ho fatto due tiri da primo sulla via normale (la Rampa) al primo Magnaghi. E' facile, di terzo grado. Ho fatto un fuori via che forse è stato di IV-, ma è stato troppo bello non vedere chiodi e dover mettere le protezioni da solo. Ho usato anche un paio dei miei nuovissimi friends, e fettucce. Ho creato una sosta su clessidre sul secondo Magnaghi e, ovviamente, ho anche avuto una paura folle!!! Erano due mesi che non arrampicavo, ma il lavoro di scavo su agli scudi del Grignone mi ha fatto prendere un po' più di confidenza con i burroni e quindi si è rivelato molto utile...

 

La sopra ci sono io!

 

 

Qui avevo messo giusto 'qualche' protezione!!!

Poi però ho fatto almeno 15m non protetti, facili, ma lunghi!!!

 

Dopo la Rampa, abbiamo fatto la variante Polvara (ma credo che poi abbiamo seguito la var. diretta al secondo Magnaghi) e siamo scesi alla forcella del GLASG dalla normale al sec Magnaghi. Nella variante (IV+), è andato da primo l'Ale ...che si è cambiato le scarpe in parete appeso ad un FIX (ci voleva un filmato)... Dalla cima del Magnaghi centrale poi si percorre per qualche metro una crestina piuttosto aerea ma molto proteggibile e ci si infila in un canale a sinistra (freccia indicatrice) pieno di clessidre. Da qui, si potrebbe anche scendere in doppia facendo una sosta su due clessidre comode e robuste che si trovano all'inizio del canale sulla sinistra (scendendo), ma devo ammettere che l'arrampicata in discesa è molto semplice e conveniente. Io ovviamente sono sceso per primo, è più facile, ma ho protetto bene la discesa anche per l'Ale che si è quasi arrabbiato perchè dice che perdo troppo tempo a proteggere i tratti facili. Sarà anche vero, ma avevamo tutto il tempo che volevamo, non c'erano temporali o piogge imminenti e quindi ...perchè rischiare?

Siamo arrivati alla cengia alla fine del canale e siamo scesi in conserva protetta utilizzando gli ancoraggi del cavo metallico che porta fino alla forcella del GLASG.

Qui io ero già molto soddisfatto, ma l'Ale aveva appena cominciato a scaldarsi!

Allora siamo saliti su per la Lecco.

La via Lecco al terzo Magnaghi partirebbe con un facile traverso a sin quasi in orizzontale fino ad una sosta.

Noi l'abbiamo attaccata su dritta (variante diretta ...Ale da primo io da secondo!) Messa una protezione su un 'mezzo spuntone' bisogna fare un bel traverso a sin per rientrare in via. Il mio giudizio personale del traverso? Direi delicato, ma fattibile ...comunque non banale. Si rientra in via superando un tratto verticale, forse lievemente strapiombante qualche metro sotto la sosta. ATTENZIONE: Questa è la S2 della via Lecco (la S1 dovrebbe essere alla fine del primo traverso una volta doppiato uno spigolo a sin) E' la S1 se si fa la variante diretta. Da questa sosta su 2 fix e catena con anello e un chiodo resinato a parte, si esce a sin dallo spigolo e ci si trova in parete IV+. E' il punto che mi ha fatto più impressione e continuavo inutilmente a controllarmi l'imbragatura e i nodi invece di pensare ad arrampicare. Alla sosta abbiamo avuto qualche dubbio su dove proseguire. E' per quello che ho precisato il n° delle prime soste. Siamo alla nostra S2 e alla S3 della Lecco. Si sale verticali, lievemente verso dx e dopo pochi metri si è in cresta. 

 

 

Ancora un paio di passaggi semplici ma da non sottovalutare e si è in cima. ...che emozione!!!

 

Discesa tranquillissima di qualche metro fino alla Bocchetta dei Venti e poi siamo scesi a destra dal Saltino del gatto e dalla cresta Senigallia.

 

 

 

 

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