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27 - 8 - 2006 Finalmente!

Finalmente ieri è arrivata la mia prima Nord!

La parola Nord, associata ad una cima, mi fa tremare al solo pensiero, evocando pareti affascinanti, bellissime, uniche, quanto sfuggenti, spaventose, terribili e difficilmente trattabili ...un po' come certe donne che mi han fatto impazzire!

Prime tra tutte l'Eiger,  il Cervino, le Jorasses, ...Paola...!

La mia prima Nord, decisamente più modesta di quelle elencate qua sopra, è partita con la scusa di una ricognizione ad un'altra Nord che voglio fare prossimamente!

Sono stato alla Tresenta nel gruppo del Gran Paradiso per fare un bel giro con l'Ale e anche per vedere come si presentava il Ciarforon, montagna adiacente, sperando di poterlo fare a breve...

 

 

La Tresenta (3609m) si è però rivelata splendida, in buone condizioni e non banale, pur potendo percorrerla tutta in conserva grazie ad un po' di neve già trasformata che teneva abbastanza bene.

E poi, grazie all'Ale (il mio compagno di cordata) che mi ha convinto ad affrontare le roccette finali in cresta, mi si è aperto un altro mondo.

E' partito lui, ma già il secondo tiro, l'ho voluto fare da primo! Abbiamo percorso questo tratto facendo piccoli tiri di corda alternandoci da primi ed assicurandoci a degli spuntoni  e altri  tratti in conserva corta.

Ci ha messo un po' a convincermi, ma son contento che l'abbia fatto! Ho arrampicato su roccette e neve coi ramponi e ...lo rifarei anche adesso perchè è davvero bello!

Sul pendio ho usato due picozze, spesso in appoggio di becca o in appoggio verticale dove era meno ripido. Sulle roccette, una picozza l'ho ficcata in una fessura come un mega-nut, per autoassicurarmi ed assicurare l'Ale!

 

 

In sintesi, siamo partiti da Pont, Valsavaranche (1960m) alle 5:00, c'era un freddo cane quindi benissimo!

Arrivati al rif. V.Emanuele, fatta la seconda colazione, abbiamo avvisato il gestore del nostro itinerario. Ripartiti, abbiamo raggiunto la base del versante camminando su detriti e rocce montonate guidati da ometti di pietra. Abbiamo scelto l'attacco che ci sembrava migliore, indossati imbragature, ferraglie, corda e cordini, abbiamo attaccato il ghiacciaio ed, attraversati un paio di grossi crepacci, ci siamo portati sotto il primo tratto (il più ripido, 40°-45° circa) salendo il pendio sulla destra. Poi un piccolo traverso verso sin (foto qui sopra) ed abbiamo attraversato qualche roccetta un tempo ricoperta dal ghiacciaio. Risalito il pendio finale, ci siamo spostati a sin sulla cresta nord-nord-est (molto più bello che spostarsi a dx sulla via normale) e da lì abbiamo raggiunto dritti la cima (3609m) ...dopo circa 8 ore dalla partenza!

 

 

L'unico disastro è la discesa dalla via normale che avevo già fatto un po' meno stanco e più leggero...

E' un casino di massi instabili e sfasciumi spacca gambe ...un po' una menata. Col senno di poi era meglio scendere dalla via di salita, magari anche con un paio di doppie, o inventarsi qualcosa!!!

 

E' un itinerario che consiglio a chi voglia cominciare a salire sulle Nord, perchè è fattibile, va bene per famigliarizzare coi pendii di ghiaccio e neve, si è soli ed è in un ambiente bellissimo. Da chiodare in alcuni punti se c'è ghiaccio vivo (ieri il ghiaccio era duro come il granito!).

Da lì non si invidiano minimamente le centinaia di persone che salgono ogni giorno sulla normale del Gran Paradiso.

 

Ci siamo portati, oltre a cibo ed abbigliamento:

Imbragature, una corda intera (la mia. Va benissimo 50m), 7 anelli di cordino di varie misure, due cordini in Daynema da 3m, una sosta semimobile già pronta, 2 chiodi da ghiaccio da 19cm e 2 da 16cm (se c'era da chiodare troppo scendevamo, perchè l'Ale non ha chiodi!!!!), 2 friends, due Nuts, qualche rinvio, moschettoni a ghiera grossi e piccoli, un secchiello, un reverso, una piastrina, un otto, ramponi, 2 picozze a testa, 2 macchine fotografiche digitali con le pile scariche, 2 telefonini (niente campo!)

 

Il Ciarforon

 

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