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"I fossili di Marte"

Dal primo capitolo

...Graziano, Paleontologo presso l'università di Milano non era abituato a sentirsi chiamare per nome da lei. Gli era capitato solo un paio di volte ma, comunque fosse, la adorava ancora.
Beatrice, Ingegnere Spaziale presso la NASA da ormai otto anni, I capelli lunghi, i riccioli biondi, castani e rossi allo stesso tempo, un po' selvaggi, quasi stregati, nervosismo innato mai ammesso, anche nel respiro, fulmini di genio e tanta matematica in testa.
Anche Graziano aveva i capelli lunghi e boccoli belli e lucidi.
Pensava che la passione fosse la forza più grande, sua e di lei...
Ormai era una decina di anni che si sentivano raramente. L'ultima volta si erano visti ad una conferenza della Arian-space a Milano a cui partecipavano ogni anno e poi più niente. Si sentivano solo ogni tanto, via e-mail, per sapere come andavano le loro vite e i rispettivi lavori, per gli auguri di Natale e capodanno, Per lui, l'ultimo dell'anno e Natale erano sabati amplificati nel peggiore dei sensi, i giorni in cui si sentiva più solo, anche quando non lo era.
Graziano aveva sempre sognato di diventare astronauta. Da bambino riempiva i suoi quaderni di razzi e satelliti con le più strane antenne, conosceva a memoria le pagine delle sue enciclopedie dedicate allo spazio, ma il suo non era uno di quei sogni che si fanno da bambini. Era il fascino dell'ignoto ad attrarlo, erano i mille perchè che si chiedeva ogni giorno a spingerlo nella ricerca, in ogni suo campo, teorico o applicato che fosse.
E sulla Terra, non c'era nulla di meglio della paleontologia per studiare gli enigmi sull'origine della vita, dell'uomo e di se stesso; così si era dedicato alla paleontologia dei vertebrati.
L'ultima volta che si erano visti, Graziano, con la morte nel cuore nel vederla andare via, aveva strappato una promessa a Beatrice: Se mai fosse andata su Marte, avrebbe dovuto portarlo con sé...

..."Sul serio Graziano, siamo pronti.
Tra 18 mesi partiamo e non hai troppo tempo per prepararti! Facciamo sul serio. Ho parlato della tua idea al comitato scientifico, e agli investitori e qualcuno già muore dalla voglia di conoscerti e di approfondire l'argomento."
Spero che tu stia bene e in forma, perchè è indispensabile per il viaggio.
E poi c'è il materiale, devi darci un preventivo di chi e di ciò che ti serve. Insomma, devi sbrigarti.
Quando arrivi?".

"...Ciao Bellissima! Come stai?".
Il suo cuore batteva forte!
Pochi comprendevano il cuore di Graziano. Lui nemmeno ci pensava! Il fremito che lo colse quando sentì la sua voce, non gli permetteva di ragionare e di comprendere...

"Graziano. Andiamo su Marte!
Tra una settimana parte un volo speciale da Parigi che atterra qui a Cape Canaveral. Ci portano delle piattaforme inerziali nuovissime realizzate dall'ESA. Potresti sistemare le cose a Milano, prendere quel volo e ci troveremmo qui da me sabato sera prossimo. Avremo così tante cose da dirci...".

In realtà Graziano le aveva già detto tutto a suo tempo su quanto lo facesse felice stare con lei, di quanto fosse innamorato di lei e in più le aveva parlato della sua idea per lo studio della vita su Marte.
Era uno scherzo? No, Beatrice non era certo il tipo da fare questi scherzi o da telefonare dopo tutti quegli anni senza aver nulla di importante per le mani. L'unica alternativa era partire...

"Ok Beatrice! Avvisa Parigi per il volo e noi due ci vediamo sabato!".

Fu difficile per entrambi dormire la notte. Beatrice non dormiva mai. Pensava ad un migliaio di cose e dettagli tutti insieme che solo lei sapeva. Graziano pensava a Beatrice e a Marte!

Arrivato in università il lunedì mattina, Graziano aveva un'aria ancor più strana del solito e, mentre apriva la porta del Dipartimento di Scienze della Terra, si sentiva già un po' straniero e non vedeva l'ora di salutare e fare fagotto, non prima di aver spiegato almeno a quaranta persone diverse il viaggio che lo aspettava.
L'ambiente universitario ha le sue regole e Graziano che comunque amava l'università, sapeva benissimo che per ogni persona felice della notizia ce ne sarebbero state almeno dieci contrariate, distaccate, offese o invidiose, oppure che l'avrebbero preso per matto, ma questi problemi lui non se li era mai fatti e meno ancora questa volta perchè pensava:"Mentre qui si lamenteranno, io sarò su una navicella spaziale che si muoverà verso Marte!".

Per primi tra tutti salutò i colleghi più vicini.
Con Marco, Fausto, Loredana, Fabio e altri, aveva condiviso anni di campagne di scavo, belle chiacchierate, qualche momento difficile e qualche buona bevuta. Gli spiaceva lasciare certi colleghi, ma la posta in gioco era altissima e Graziano aveva sognato per anni questa occasione che finalmente gli si proponeva.
Il suo professore di paleontologia dei vertebrati era in pensione, ma si presentava ancora spesso in università perchè non riusciva a fare a meno dei suoi pesci triassici e a casa non trovava nessuno con cui litigare di argomenti politici, per i quali Graziano sorrideva, o scappava, perchè a lui la politica interessava meno di niente.
Il giovedì si scambiarono due bottiglie di vino ...cosa che erano soliti fare molto spesso!
Un saluto ai glaciologi:"Il ghiaccio di Marte è tutto di anidride carbonica e per voi non c'è nulla da fare, quel poco ghiaccio assomiglia più a brina che ad altro...".
In effetti, da ciò che si sapeva fino a quel momento, l'erosione doveva aver avanzato ben poco della morfologia superficiale come ad esempio le morene glaciali. A dire il vero poi non si sapeva ancora se mai ci fossero stati i ghiacciai.
Restava da salutare Antonella, esperta di botanica ed insegnante nei corsi di Scienze della formazione primaria.
Antonella era la sua compagna di studi, la sua compagna di sventura, la sua amica dell'università. Lui aveva dato tanto a lei e lo stesso aveva fatto lei per lui.
Si sentivano ancora i due, molto spesso, nel limite del possibile e fu l'unica ad abbracciarlo forte, fortissimo, sorridendo e lasciandosi scappare una lacrima di gioia per lui che stava realizzando il suo sogno. Fu un abbraccio che ricordava molto quello che si scambiarono dopo che lei passò l'esame di chimica organica con un professore allora soprannominato "il Killer!".
Dopo qualche attimo Graziano le disse:"Vabbè dai, magari riuscirò anche a tornare da Marte...sempre che ci arrivi!!!".
Risero e si salutarono di nuovo.
Era un po' di tempo che Graziano pensava di cambiare aria. Non sopportava di restare troppo tempo nello stesso posto a fare la stessa cosa e la 'gita' negli States non gli dispiaceva.
Il suo animo era selvaggio e gli capitava molto spesso di essere irrequieto, agitato, ma apparentemente calmo ad un osservatore poco attento.
Aveva capito che non sarebbe mai stato soddisfatto, pur avendo realizzato tante di quelle cose che tre vite normali non basterebbero.
Riusciva ad essere soddisfatto per qualche minuto, tutt'al più qualche ora o giorno quando un'attività andava particolarmente bene, ma realizzarsi gli pareva impossibile. Non c'era mai stata persona o cosa che ci fosse riuscita, per quanto ad alcune volesse tanto di quel bene... Ed ora c'era Marte. Più che un sogno, un'occasione improbabile ed insperata.

Dal secondo capitolo

A Cape Canaveral Beatrice era indaffarata nel collaudo delle procedure di decollo e atterraggio dei mezzi leggeri adibiti allo spostamento sul pianeta rosso.
Queste prove venivano effettuate sulla Terra per via dell'accelerazione di gravità più vicina a quella marziana rispetto a quella Lunare (Terra: 1g - Marte: 0.38g - Luna 0.16g).
Il grosso del lavoro invece, veniva eseguito nell'hangar principale della base lunare della World Space Agency.
A Cape Canaveral venivano anche assemblati i nuovi motori criogenici dei lanciatori che consentivano, rispetto ai vecchi, di ridurre a un decimo i tempi di percorrenza di andata e ritorno sulla Luna.
Gran parte della progettazione era stata realizzata da Beatrice e dalla sua tutor durante la tesi al Politecnico di Milano. Questo le aveva permesso di entrare alla NASA dalla porta principale come responsabile del settore "esplorazione spaziale". Attualmente si occupava di seguire e dirigere i lavori di realizzazione dei nuovi motori criogenici e si divideva tra Cape Canaveral e la base lunare della WSA.
Alla base lunare era responsabile dell'assemblaggio dei nuovissimi motori a fusione fredda progettati anch'essi dal suo staff e che avrebbero equipaggiato la nave che li avrebbe portati su Marte: la "Red Ticket".
Si ricordava dei discorsi che faceva con Graziano in treno, tutti i giorni, mentre andavano a Milano. Lui adorava parlare di spazio e dei marchingegni realizzati per arrivarci. Lei le parlava di un progetto di astronave per raggiungere Marte formata da due unità separate, collegate da un cavo e che ruotavano attorno al centro di massa per simulare l'accelerazione di gravità.
In effetti il viaggio doveva superare i quattro mesi di durata per l'andata e i quattro per il ritorno. Un tempo così lungo in assenza di gravità sarebbe stato troppo deleterio, allora si pensò alle due "camere rotanti".
A Graziano non era mai piaciuta l'idea e secondo lui si sarebbe andati su Marte solo con una propulsione migliore e maggior velocità.
Beatrice cominciò a pensarci come un chiodo fisso e nel giro di tre anni le vennero le idee che avrebbero allargato gli orizzonti spaziali, almeno a livello dei pianeti più vicini.
Graziano e Beatrice erano riusciti a fare delle proprie passioni il loro lavoro.
Tanta gente li invidiava per questo, ma loro non trovavano pace.


Dal terzo capitolo

Quel venerdì sera Graziano si apprestava a chiudere casa sua e chissà per quanto tempo.
L'aveva appena pitturata, di colore bianco e all'altezza del volto era impresso su tutti i muri un pentagramma con le note delle canzoni da lui composte per le donne che avevano lasciato il segno nella sua vita, tra cui un pezzo che parlava di casa sua, di Beatrice e dello spazio dove lei voleva andare...
In camera le pareti rappresentavano il cielo stellato e alla destra del letto era gigantografata una parte della Luna come la si vedeva dall'orbita delle missioni Apollo.
Per quanto l'obiettivo Marte lo coinvolgesse irrimediabilmente da una settimana, contava di tornare presto nella sua casa che adorava. Era un musicista oltre che un paleontologo. Aveva due chitarre, una tastiera, un piccolo studio di registrazione ed un pianoforte che adorava a tal punto da pagarne in anticipo la manutenzione al suo accordatore di fiducia a cui aveva dato pure le chiavi di casa. Aveva un caminetto che d'inverno era sempre acceso e scaldava le serate con gli amici che purtroppo diventavano sempre più rare col passare del tempo.
Al suo amico omonimo, nonchè famoso pianista, aveva lasciato le chiavi di casa facendosi promettere che, qualora non fosse stato in tournee, almeno una volta alla settimana sarebbe andato a suonare un po' il suo pianoforte.
Uno dei motivi che lo avevano tenuto nel suo paese natale era anche la vicinanza alle Alpi e la sua passione per l'arrampicata su roccia e ghiaccio. Aveva fatto molti sports nei vari periodi della sua vita e Beatrice contava su questo perchè un' ottima condizione fisica era indispensabile per la partecipazione alla missione.
Alla sera, appena usciva di casa era solito guardare il cielo. Era luglio. Nel cielo senza Luna si vedeva ad occhio nudo la galassia di Andromeda e sotto di essa la costellazione pareva cullarla. Il triangolo estivo formato da Altair, Deneb e Vega era alto nel cielo. La costellazione del Cigno ad ali spiegate gli indicava la partenza imminente e il Delfino, che le sue amiche del mare chiamavano Aquilone, pareva giocare col vento e rendeva un po' meno triste lo staccarsi da casa.
Una corsa a salutare gli amici donatori di sangue, in riunione come tutti i venerdi e poi via in taxi fino alla stazione Centrale di Milano e poi in TGV fino a Parigi, Di corsa fino in aeroporto e poi otto ore di volo fino a Cape Canaveral.
Durante il viaggio pensò moltissimo. Sapeva dei nuovi motori progettati da lei e conosceva i tempi per raggiungere la Luna. Erano di circa 15 ore, ma non aveva idea di quanto ci volesse per andare su Marte.
Beatrice gli aveva detto che una settimana al mese si recava alla base WSA e riusciva a lavorarci per cinque giorni e due conti li sapeva fare anche lui!
Il volo fu tranquillo. Prendeva spesso l'aereo per andare a Chicago a trovare il suo amico Davide, ingegnere informatico anch'egli laureato al Politecnico di Milano.
In quel periodo, dall'Italia avveniva la cosiddetta "fuga dei cervelli" a causa di una politica completamente sbagliata sulla ricerca. Davide e Beatrice di cervello ne avevano eccome e non fecero fatica a trovare lavoro negli USA.
Graziano aveva voluto restare in patria per tanti motivi. Adorava il piccolo mondo che si era costruito negli anni intorno a se ed ora "fuggiva" anche lui. Gli piaceva cambiare aria, stare via per un po' di tempo, ma mai troppo. Poi tornava a casa sua dove suonava, componeva musica e nei week-end arrampicava sulle Alpi con gli amici del CAI.
E durante quella settimana si rese conto di voler andare assolutamente su Marte, ma per quanto tempo? Sarebbe stato per anni o per mesi?
Si rendeva anche conto però che il suo studio avrebbe richiesto moltissimo tempo sul campo.
Graziano passò l'intero viaggio immerso in mille pensieri ed ora l'aereo stava atterrando.

Da che distanza si può riconoscere una persona? Dalla scaletta dell'aereo, Graziano vide un gruppo di persone a circa 500m. Beatrice era là. Vide con piacere e stupore che portava ancora quel cappotto leggero, di velluto rosso, quasi purpureo, un paio di stivali stupendi col tacco alto, i suoi capelli poi li conosceva bene. C'era un filo di vento e l'aria era stranamente fresca.
Graziano non si aspettava che gli corresse incontro. Non lo aveva mai fatto e sembrava spesso distaccata. In effetti smise di parlare e si girò solo quando lui fu lì. La abbracciò e lei ricambiò con la sua solita gentilezza.

Dal nono capitolo

Dall'orbita, era ancor più spettacolare che nelle innumerevoli e splendide immagini ricavate dalle varie sonde e dal Mars Global Surveyor.
La Valles Marineris, agli "occhi" delle sonde si presenta come un taglio che attraversa Marte per quasi 4000Km in direzione quasi parallela all'equatore.
Ora, vicine ai due estremi della spaccatura c'erano le due basi fisse lasciate dalla Red Ticket.
La morfologia della Valles Marineris era chiaramente di origine tettonica. Si notavano molto bene i terrazzamenti e le pareti verticali con la quale sprofondava per oltre 7Km.
Un analisi della depressione, evidenziò anche la presenza di coni vulcanici formati originariamente da ceneri. Altre evidenze erano cancellate dall'erosione. e, soprattutto si trovavano ricoperte da grandi quantità di depositi eolici.
Le rocce di quelle pareti vertiginose erano ignee intrusive. Non c'erano evidenze di grotte e ripari. Nessun affioramento sedimentario, ma solo sabbie, sabbie ovunque.
L'inizio della missione scientifica non era dei migliori. Le prime due settimane gli astronauti rimasero sempre nei pressi delle basi e provarono i vari mezzi di trasporto messi a disposizione dagli ingegneri della WSA. Era incredibile la velocità con cui riuscivano a percorrere i 3500Km tra le due basi, il tutto in poche decine di minuti.
Dall'undicesimo capitolo

L'indomani i lavori cominciarono presto.

h 8:00:

i paleontologi erano sul primo affioramento.
Le rocce erano calcaree, intervallate da numerosi strati silicei più o meno sottili.
L'affioramento più comodo, si trovava all'interno di un canalone. Avevano già scavato in una situazione del genere sulla Terra, ma qui era meno pericoloso perchè i movimenti della crosta marziana erano nulli da parecchio tempo. Sulla Terra, invece, in condizioni del genere si era sottoposti al continuo rischio di frane o caduta di massi provocati dai cicli di gelo e disgelo o dall'erosione fluviale.
Prima di tutto la zona di scavo venne mappata, ed, una volta numerati gli strati lo staff cominciò a scavare.
Sfogliavano gli strati come le pagine di un libro.
Graziano era stato sempre affascinato da questo aspetto del suo lavoro: sfogliare gli strati come pagine di un libro di storia incredibilmente antica, non certo quantificabile a misura d'uomo. Era sempre stato stregato dal fascino dell'ignoto, del passato, dello spazio...
Comunque riusciva a proiettarsi con la mente nel passato e gli sembrava di essere lì insieme a primordiali forme di vita, anche se perfettamente evolute per il loro ambiente.
Capire le origini della vita lo aveva sempre impegnato sia dal punto di vista scientifico, sia dal suo lato puramente emozionale!
Ma non era ancora convinto al 100% della presenza di vita passata su Marte.

h 12:12, strato n°32.

"Marco, vieni qui un secondo?"
"Arrivo Gra!"
"Pensi anche tu quel che sto pensando io?"
"Io sinceramente sto già pensando al Barolo che apriremo stassera se questo è quel che crediamo..."

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Dal diciassettesimo capitolo

Mancavano meno di due mesi al rientro. Era quasi Natale.

Natale era un periodo difficile per Graziano che non voleva mai parlare troppo del perchè. Certo era un periodo in cui guardava ancora più spesso fuori dalla finestra. Non c'era molto da vedere, ma continuava a farlo per istinto.
Era la notte del 14 dicembre.
Esattamente quattordici anni prima aveva incontrato Beatrice per la prima volta. Si ricordava tutto di quella sera. Si trovò seduto di fronte a lei sul treno Milano-Mortara delle 18:15. Arrivati a destinazione, lei sarebbe andata subito in palestra senza passare da casa. Era vestita con una tuta grigia, aderente sui fianchi ed un po' larga sulle sue gambe snelle, una macchiolina sul ginocchio sinistro. Sopra portava la felpa, anch'essa grigia con la cerniera aperta ed una finissima canottierina nera, le spalle nude. Parlarono per mezz'ora e Graziano si perse nei suoi discorsi, nei suoi capelli, nella sua bellezza e nello spazio di cui lei parlava con l'entusiasmo dei suoi 22 anni. Portava l'apparecchio ai denti che avrebbe tolto da lì a qualche mese, svelando un sorriso la cui bellezza ha pochi eguali nel firmamento.
Avevano un amico in comune seduto vicino a loro: Davide, che quella sera diede la notizia ai due che si era licenziato dal suo posto di lavoro e sarebbe partito per Chicago per un dottorato di ricerca in ingegneria informatica. Davide non era solito presentare le sue amiche e Graziano quella sera andò a casa col battito cardiaco incontenibile, un sacco di pensieri e la voglia di sapere tutto di lei.
Aveva le prove con la sua band e fu per lui una fortuna perchè potè sfogarsi, sia suonando, sia parlando della sua nuova conoscenza ai suoi soci. Gli unici che sapevano più o meno tutto di lui.
In tutta risposta Daniele, il bassista, gli chiese:"Come si intitola il nuovo pezzo?".
Sì, perchè sapeva che Graziano aveva la penna facile quando era così coinvolto. Lo conosceva ed aveva già capito che la band nei mesi successivi avrebbe dovuto arrangiare molte musiche nuove! Ovviamente Graziano quella notte non riuscì a chiudere occhio. Nei mesi successivi, Graziano lavorò molto meno del solito per fare il pieno di lei e la band lavorò molto di più per star dietro alle nuove e continue composizioni musicali.
...Ecco cosa pensava Graziano quando guardava fuori dalla finestra. Si riempiva di idee e di ricordi, ma tornò subito in sè quando vide una strana luce provenire dall'esterno della base. Era rossa e si rese conto che era il riflesso del faro di segnalazione posto in cima alla grande antenna parabolica.
La visibilità era aumentata improvvisamente, allora lasciò i suoi pensieri, indossò la tuta ed uscì a curiosare.
Il cielo era stellato. Phobos era parzialmente illuminato dal sole e Graziano si perse per un'ora tra quei miliardi di stelle...
Il vento stava nettamente calando.
Annotò l'evento e andò a dormire.


Dal ventunesimo capitolo

"Ciao Gra! Sono Manuèlle".
"Ehi Manù! Dimmi tutto".
"Ti chiamo perchè è arrivata una comunicazione di priorità assoluta indirizzata a te da parte di una certa Monica. E' un'altra delle tue donne?".
"Ma quali mie donne? Dai! E' una mia amica ed ex collega. E' la glaciologa che analizza le carote di ghiaccio polari".
"Anche io sono una tua amica ed ex collega, no?".
"Eh già! Ma siete diventate gelose tutte insieme? ...ma che dice questa comunicazione? Aprila pure tu se vuoi". "Ok. Te la leggo:

Beh! Che dire ancora? Se lo vorrete leggere sarà per me un enorme piacere!
A presto!
Ste!

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