I miei giri
Gran Paradiso - Parete Nord Ovest

31 agosto 2014

Componenti della cordata: Toso, Edo, Ste

Visto che magari (anche se sarà difficile) la leggerà anche qualche alpinista, lo Ste (cioè quel che scrive) soffre un po' di vertigini e parecchio l'esposizione e anche 'stavolta ha scritto un papiro che non è catalogabile come "Relazione della Salita ma vabbè"!
PS Le foto le ho fatte solo in discesa sulla via normale verso il rifugio Chabod!
Le foto della salita sono del Toso e una è di Matteo!

Parete nord ovest del Gran Paradiso 31-08-2014

Giovedì 28 agosto 2014:
Accendo il cellulare alle 11:00 circa.
Messaggio.
Mittente: Il Toso.
"Ciao Ste, come la vedi la nord del Granpa sabato e domenica?"
I vermi in pancia si svegliano e organizzano un rave party da svenimento...
Cerco di rispondergli uno sciocco "In che senso?" anche se il senso l'ho già capito benissimo. ...non ho credito, come sempre cavolo! Perchè sono così?
Vabbè, conto i soldi che non dovrei spendere che quest'anno, se non era per il tetto che han costruito i miei sopra la testa ero già in mezzo a una strada da un po', o in mezzo al mare o chissà in quali angoli di paradiso o di inferno...ma la nord del Granpa è la Nord del Granpa, ricarico il cellulare e lo chiamo! ...che poi se tutto va bene tra pochi giorni ricomincio a lavorare!
Siamo d'accordo.
Ne parliamo da mesi e anche anni...a partire da quella chiacchierata che facemmo sul ghiacciaio del Morteratsch nel 2006 durante il corso di alpinismo da allievi riguardo la Nord del Ciarforon che io però non ho mai realizzato!
Ci sono!
Nessun problema a seguirti sulla nord. Ti faccio anche le prime lunghezze da primo così dividiamo le fatiche...ma dammi due ore per leggere le relazioni della cresta che mi spaventa anche solo il pensiero e poi ti confermo con certezza. Dopo due ore di gulliver, onice, Guido della Torre, ecc, chiedo scusa per i siti che ho guardato e ora non ricordo, poi i video su youtube, le foto delle varie salite, decido che affronterò la cresta.
Non tanto perchè non mi spaventi più.
L'idea mi spaventa esattamente come prima o forse di più, ma vado solo perchè ne ho una gran voglia che in quelle due ore di ricerche è pure aumentata e perchè sarò col Toso che sa tutto sul mio modo di andare in montagna e sa come mettermi a mio agio nelle situazioni di tensione.
Tenendo sempre conto che il primo motivo è la voglia incontenibile di salire lassù da quella parte, ce n'è un altro! Da questa primavera, sono in una fase in cui affronto con un pelo in più di serenità l'esposizione a patto di sentirmi protetto almeno un po'.
Allora andiamo!
Si parte sabato pomeriggio!
Si farà tutto a manetta che il Toso ha un appuntamento domenica pomeriggio quindi la fretta sarà parte integrante di tutte le fasi di "non scalata".
La scalata invece durerà il giusto! 5h e 20'.
Avvicinamento by car piuttosto allegrotto sull'autostrada semivuota.
Alle 16 partiamo per il rifugio Chabod!
Una settimana fa ero qui ad attaccare la salita con la mia bicicletta. Salendo, notai che la parete nord-ovest sembrava in ottime condizioni. Arrivato in cima, al rifugio mi confermarono la cosa...ma se vi interessa la storia leggetela qui. E' un po' più corta di questa ...forse!!!
Sta di fatto che l'idea del Toso si rimaterializza a partire dalla mia telefonata.
Invita un po' di amici alla "scampagnata" ma possiamo solo noi tre, Edo, io e lui, perchè qualcuno sarà via per matrimoni, qualcuno sarà impegnato a scalare tutto il w-end e qualcuna si è spaccata il suo bel faccino perchè sfortuna vuole le si è spaccato un pezzo di Cermenati sotto i piedi in Grignetta e deve ancora guarire del tutto...mannaggia...ma, nella sfiga è andata bene. Poteva andare anche peggio...Forza Alessandra!!!

Partenza per il rifugio Chabod

Partiamo!
Premetto che mi ero imposto di non parlare lungo tutto il sentiero (come al solito) ma, appena partiti capisco subito che non dovrò sforzarmi di farlo perchè il Toso e Edo decollano e io che già son lento a spezzare il fiato ho il mio bel da fare a tirar su questi 17 kg di zaino pure con gli scarponi ai piedi.
Toso mi chiede se voglio lasciargli Criss (che è una delle mie mezze-corde) ma io gli propongo lo scambio:"Io in salita, tu in discesa?" e mi dà l'OK... Ottimo! Se oggi ho ancora le mie ginocchia è anche per questo!
Loro van su come missili e io no. Intanto, sasso per sasso, curva per curva e gradinata per gradinata mi riguardo tutti i passaggi affrontati la settimana prima in mountain bike, sperando di venire distratto da qualche stambecco, forcello o chissà...ma nessuno si vedrà, salvo pochissime persone in discesa e un tranquillo signore tedesco con cui scambio due chiacchiere e che poi troveremo al nostro tavolo la sera al Rif.Chabod!
1:31 il Toso, 15 minuti in più Edo e altri 15 in più io per arrivare in rifugio!
Sono stupito dal mio tempo di salita. A vedere da lontano gli altri due mi sentivo un po' una caccola, una palla al piede da trainare ma invece non va così male! Il toso dice che domani la parete ce la fumiamo!!
Si mangia alle 19:00.
Abbiamo un'ora per prendere posto in camera, inventariare il materiale e rilassarci 10 minuti prima di cena. Ci versiamo una birra e facciamo un brindisi propiziatorio alla scalata di domani.

Diario del rifugio Chabod

La parete è tra le nuvole ma il meteo per il w-end è buono...salvo un breve peggioramento domenica sera.
Ceniamo! Faccio quattro chiacchiere col signore tedesco anche se a volte capisco Roma per Toma, comunque mi racconta dove è stato, dove andrà domani, ecc, ecc...
Mezzo rifugio sbava per una delle cameriere!!! E' molto carina! ...secondo me è anche troppo giovane!
Mentre mangiamo comunque riusciamo a pianificare l'attacco alla parete di domattina.
Valutiamo tre proposte ma nessuna delle tre prevede l'assenza di protezioni:
1# Tiri di corda con due mezze corde ma verrebe molto lunga e pesante per il capo cordata (e come dice il Toso:"La velocità è sinonimo di sicurezza!" e questo è uno di quei casi...).
2# Conserva media a 5 - 8m in fila per tre...che scartiamo subito perchè richiederebbe il posizionamento di almeno 600/5, ovvero 120 protezioni in cui la cordata risulta sprotetta circa 120 volte per il passaggio del rinvio dal primo troncone di corda al secondo...

Conserva lunga a V

3# conserva lunga a V. Toso primo, Edo e Ste secondi, sfalsati di qualche metro. Dovrebbe consentire di mettere almeno due protezioni tra il primo e i secondi... (magari un giorno scriverò qualcosa sulla mia idea di progressione in conserva sperando possa essere utile a chi, secondo me, rischia troppo la pelle inutilmente).
Optiamo per la terza proposta.
Porteremo solo una mezza e ci legheremo a V. Toso da primo, Edo e Io da secondi sfalsati di qualche metro e procederemo in conserva proteggendoci con fittoni e viti da ghiaccio...
Stiamo finendo di cenare quando, mentre il rifugio si gode la cameriera io mi trovo di fianco un'alpinista (L'apostrofo dopo l'articolo indeterminativo prevede che il sostantivo sia femminile)! Matteo, il suo socio mi dice:"Tu sei fortunato che ti è toccata la femmina" (e come negarlo!!!).
La femmina è minuta e con lo smalto rosso sulle unghie! Farà la nord da capocordata. Si chiama Laura!
(...lo smalto era arancio, mi correggerà successivamente!)
Si chiacchiera un po' del più e del meno, di cime e sarà una gara a chi ne ha fatte di più tra lei e il Toso.
Ma ora tutti a nanna! Si, tutti tranne me...
Non voglio disturbare gli alpinisti e le alpiniste facendo casino entrando in camera a mezzanotte, quindi vado a letto anche io per finta. Sto semisdraiato, quasi seduto e so che non dormirò per almeno un paio d'ore o tre. Mannaggia! Ma sti alpinisti ce l'hanno lo stomaco e l'intestino o hanno un tritarifiuti?
Dovevo portarmi un libro, qualcosa...
Mi tengono compagnia per un po' i frontalini che ogni tanto si accendono, la luce di qualche telefono, qualcuna (Lei) che si alza fugace e poi torna quasi subito al suo posto.
Ci metto davvero tanto ad addormentarmi e il cervello pensa e pensa a un milione di cose...poi mi addormento e suona la sveglia!
La macchina riparte: sono le 3:00.
Comincia la vestizione, si sale a far colazione e poi inizia il tintinnio del materiale fissato all'imbrago:
moschettoni, viti da ghiaccio e fittoni per la neve dura, rinvii, reverso, ecc e tutto quel che serve.
Siam pronti. Si va!
L'avvicinamento lo abbiamo intercettato ieri dal rifugio prendendoci la predica del gestore che ci dice giustamente:"Mettetevi le scarpe e andate a vederlo invece di star qui a pensare tanto e sbagliare domattina!".
In realtà stavo prendendo il fiato per dire:"Mi metto le scarpe e vado a vedere!" ma poi non sono andato apposta!!
Comunque la traccia era evidente e avevamo ragione sia noi, sia il gestore che è uno che non te le manda mica a dire!!!
Seguiamo il sentiero a est che sale dal rifugio e camminiamo lungo il tubo dell'acqua, superiamo un muretto abbastanza stretto per poi traversare poco dopo a destra e a mezza costa, appena sopra una presa d'acqua delimitata da due paletti bianchi visibili di giorno anche dal rifugio.
Raggiungiamo la morena sinistra del Ghiacciaio di Montandayne e la seguiamo ora sul filo su una traccia a ripidi tornanti, ora più a destra su traccia meno evidente tralasciando quasi subito l'evidente uscita, molto battuta e sempre a destra della via "Normale".
Edo e il Toso sono molto avanti. Il mio passo è più lento. Sono con Laura e Matteo che son partiti insieme a noi e ringrazio per la compagnia. Perdo la traccia, la ritroviamo poi la riperdo. Una nord varrà ben tre pile del frontalino che da 100m di luce che poteva fare, ne faceva si e no 30. Non dico nulla ma mi sento un po' un cretino. La pile nuove sono nello zaino, Avrei dovuto cambiarle ieri sera ...poi va avanti Laura e saliamo.
Abbandoniamo la morena andando a destra all'altezza di alcune roccette e arriviamo sulle prime nevi.
La neve sembra cemento armato e i miei scarponi con le suole consumate dal lavoro di scavo in Grigna e al Monte Generoso scivolano.
Appena il pendio si inclina di qualche grado, prendo una picca perchè non mi va di essere in balia di una scivolata senza poter frenare.
C'è neve dura ma siamo nel pieno del ghiacciaio e ci ramponiamo. Toso sempre in avanscoperta, Edo invece questa volta mi farà compagnia sul ghiacciaio di Laveciau, fino all'attacco della Nord Ovest e lo ringrazio per questo.

Altre cordate si avvicinano parete
- Foto Toso

Laura e Matteo sono poco più in su a sinistra. Una cordata (che chiamerò "I Francesi" visto che parlano francese) sopraggiunge lenta ma con traiettorie precise. Ogni diagonale è fatta per attraversare i crepacci nel punto più chiuso o per evitare giri strani che invece ogni tanto a noi tocca percorrere...probabilmente il capocordata è una guida che conosce a menadito il ghiacciaio. Non mi pare che stia seguendo una traccia gps che comunque dovrebbe essere molto recente...
Usciranno anche per primi dalla parete procedendo regolari in conserva, senza mai mettere una protezione...stile che non apprezzo particolarmente ma si fa...
Noi raggiungiamo il Toso che ci anticipa sempre su ogni mossa ed è all'attacco da qualche minuto. 2 ore dal rifugio. Io mi libero della corda e lui la prende, la fila, separa i due capi, prende la metà sfalsata di qualche metro, si lega e parte quando io non ho ancora finito l'otto!
Tempo fa imparai a fare i nodi mentre la corda andava e ora mi torna utile!
Non mi piace tanto farmi servire e basta ma, anche sentendomi abbastanza bene, non posso competere con la velocità, la forza e la freschezza del nostro capocordata.
Mi spiace anche un po' non poter dare il mio contributo da primo per almeno un tratto come avevo detto, ma perderemmo solo troppo tempo e la scalata me la godrò ugualmente tutta dall'inizio alla fine, preparativi e strascici compresi! In un attimo il pendio si fa ripido. Siamo la prima cordata!

Crepaccia terminale
- Foto Toso

Il Toso arriva alla terminale nel suo punto più alto come avevamo deciso ieri. Gli consiglio scioccamente di proteggersi poco dopo la crepacciata che passa via liscia e veloceme e lui conferma tranquillamente!
Quando arrivo io alla crepacciata, i francesi sono alla nostra destra e la superano lì. Ci sono molti punti in cui è superabile senza grossi problemi. Le condizioni sono proprio buone e particolari per il periodo...
La supero facilmente senza pensare troppo a quel che c'è sotto. Segue Edo velocemente.
Il toso è una macchina. Sale veloce, a volte mi sento tirare su. Nel giro di due o tre rinviate imparo a prepararmi a fare un paio di passi quando prende corda.

Il Toso da primo di cordata con fittoni e viti pronti all'uso
- Foto Toso

Mi dirà invece poi lui di anticipare il recupero della vite lasciando anche un paio di metri di lasco...
Una vite mi dà dei problemi nel recupero ma sono un meccanico...e quello è ghiaccio, mica ferro e in qualche modo risolvo il problema...
Mi giro e vedo una cosa che non mi piace. Il capo cordata dei Francesi sta prendendo la nostra corda tra le mani.
Non la stringe, ma se scivolasse ora? Lo fa probabilmente per non ramponarla ma non mi piace. Abbiam dentro un paio di fittoni, la parete non è ancora al massimo dell'inclinazione e decido di dargli la possibilità di smettere da solo ma velocemente. Mi rigiro un paio di volte e smette. Ci sorpassano e vanno a sinistra.
Siamo fuori tiro. Lo farò notare al Toso! Per me su una nord, in un canale o comunque sul ripido è una cosa molto importante essere fuori tiro di più cose possibili (sassi, seracchi, e anche cordate, ecc...)
Poco più sopra, mentre noi ci troviamo su del buon ghiaccio, lui si trova su una neve un po' inconsistente e improteggibile.
Ovviamente vedo subito che siamo completamente staccati dalla montagna se non con le nostre punte d'acciaio e penso:"Glie lo dico o no? Se non ha messo nulla è perchè non si poteva metter nulla. Ste Sta zitto, non rompere e pensa a scalare bene che qui è la cosa più importante!".
Ammetto che la conserva lunga è una condizione assurda in questo caso ma il risultato è che non non abbiamo sfruttato protezioni solo per 50m di parete e ricongiungere la cordata per portarsi in conserva corta mi sembra assurdo uguale.
Ci sono sempre i pro e i contro...
Usciti da questo tratto, il Toso finisce il materiale, fa sosta e ci recupera. Gli diamo tutto quel che abbiam recuperato in parete, divido un carbogel con Edo e su. Si riparte! Siamo a 3800m.
E' da stamattina che appena posso mi guardo in giro, dal cielo stellato, al pendio, ai seracchi alle montagne lontane.
Sono estasiato e felice.
Il seracco alla nostra destra è splendido e tra me e me penso combattuto che sia un pendio invitante da salire in piolet ma è anche sciocco perchè se deve staccarsi qualcosa dalla parete, direi che quello sarebbe il primo pezzo. Certo è che lì le viti terrebbero di sicuro e non sembra volersi staccare subito! ...Si vede mezzo Arco Alpino. Adoro stare su quello scivolo ghiacciato.
Non sono nemmeno andato in crisi di fame e sto un filo meglio di un'oretta fa.

Sto recuperando una vite da ghiaccio. A sinistra in foto la cordata di Laura e Matteo.
- Foto Toso

Laura ci segue poco spostata alla nostra destra. Va forte questa ragazza minuta!! Mi giro, la vedo e le sorrido. Mi manda un bacio a distanza e trovo altre energie.
Matteo che la segue "a ruota" e percorrerà la parete con una REFLEX al collo, scatta una foto a Edo mentre gli è a fianco.

Edo sulla parete nord - foto scattata da Laura
- Foto Matteo

Il Toso però è indemoniato, accelera, gradina nell'ultima neve e chioda l'ultimo tratto ripido di ghiaccio vivo spettacolare. E' come prendere l'ascensore fino a saltar fuori in cresta. Accelera, acceleriamo! Arrivo anch'io. Sono strabiliato, stupito, ammaliato da quello spettacolo che una foto non renderà mai l'idea...
Siamo al sole, su una cresta di neve strepitosa a più di 4000m di quota e vediamo il mondo di rocce, ghiacci e neve intorno a noi.

Quasi fuori dalla Parete Nord Ovest del Gran Paradiso - siamo soli
- Foto Toso

La luce è magnifica e fortissima.
Arriva Edo, stiamo già accorciando la conserva per percorrere la cresta.
Penso che andrà Edo davanti, invece il Toso chiede a me se voglio andare da primo e non so se la stanchezza e l'emozione abbiano fatto trasparire il sorriso che i miei muscoli facciali han provato a fare per la gioia e la gratitudine di andare a calpestare immeritatamente la vetta da primo di cordata.

Estasiato, quasi in cima al Gran Paradiso salito dalla parete NW
- Foto Toso

C'è vento. Non fortissimo ma abbastanza da infastidirci. La traccia in cresta si abbassa un paio di metri sul versante "Tribolazione" e il vento smette di farsi sentire. Ci siamo solamente noi, lo spettacolo intorno, il "caldo" e il silenzio.

Ghiacciaio della Tribolazione

Sento un poco la quota con una lieve sensazione di nausea ma mi sta già passando e non riesce per nulla a rovinare l'emozione che, se possibile, raddoppia quando arriviamo in cima ai 4061m del Gran Paradiso da un itinerario che, visti gli ultimi anni di paure e menate, non avrei mai più pensato di poter fare.
Non ricordo se ci stringiamo la mano lì o poco dopo...
Incredibilmente riesco anche a camminare in cresta, non senza un minimo di timore ma ci riesco (per il Toso sembro addirittura rilassato!) e godo nel vedere il Ghiacciaio della Tribolazione qualche centinaio di metri a picco sotto di noi. Percorrerla, è più facile di quel che mi aspettavo...

Edo discende il gradino di 10 m

Scendiamo un gradino di cinque o sei metri disarrampicando su una facile ma inizialmente per me impressionante "scalinata" di rocce che prima torna verso nord e poi traversa verso sud sul versante "Tribolazione" La individua il Toso che ci assicura a spalla dall'alto...Mentre comincio a scendere mi trovo a canticchiare, prima nervosamente e poi per puro piacere. Ormai sto benissimo! Poi noi passiamo dietro un grosso masso e scende lui.

Foto di vetta ...poco sotto la vetta
- Foto Toso

Che gioia!
- Foto Toso

Optiamo per non passare dalla Madonnina. Dico che se mai tornerò sul Gran Paradiso ci andrò!

La guglia della Madonnina del Gran Paradiso

C'è traffico delle solite cordate da cinque o sei elementi che, giù uno, giù tutti... Noi traverseremo a destra con un facile e veloce traverso di misto, superiamo qualche cordata, passiamo quella che dovrebbe essere la crepaccia terminale ancora chiusissima, so che non è la morale comune ma ci sleghiamo e, letteralmente di corsa, in poco più di 15 minuti bruciamo il ghiacciaio del Gran paradiso per ritrovarci poi tra i seracchi e crepacci del Ghiacciaio di Laveciau che eviteremo o salteremo con cura, piedi e ginocchia cominciano a farsi sentire, i miei e di Edo...

Di corsa ma pieni di ammirazione per questo spettacolo
- Foto Toso

Durante la corsa in discesa ho perso anche il martello picozza dallo zaino ma fortunatamente nell'unico momento in cui il Toso era dietro di me ...solo perchè stava mettendo via la corda! ...lo ha visto cadere e me lo ha riportato! Ora però lui è già quasi alla morena.

Il Toso mi riporta il martello-picozza Quando arriviamo sta chiacchierando con dei ragazzi di Bergamo freschi di corso di alpinismo che sono su a guardare il Granpa e la sua Nord Ovest e progettano di farla in futuro dopo i loro metodici allenamenti sui canali della Bergamasca! Bravi ragazzi!
Alle 12 e qualcosa siamo tutti e tre al rifugio Chabod.
Il Toso si è già bevuto quasi tutta una birra! Mi dà dieci minuti per una fetta di torta e una coca. Facciamo un brindisi e poi di nuovo giù alla macchina.
A metà sentiero avrò un ultimatum dalle mie ginocchia:"O rallenti o è l'ultima volta che ti stiamo dietro". Allora rallento! Che devo fare? Speravo bastasse percorrere tutti i tornanti senza scorciatoie e senza esagerare...Vorrei la mia bicicletta o le mie scarpe da running!
Prima delle 14:30 la macchina del Toso accende i motori e arriverà al suo appuntamento con soli 7 minuti di ritardo. Dirà lui:"solo domani ce ne renderemo conto" ed è vero! Per quanto bello e per quanto mi sia guardato attorno e visto paesaggi assurdi, belle persone e goduto di tutto, per quanto l'ascensione sia andata benissimo, non c'è stato tempo per rendersi conto proprio di tutto.
Solo la mattina dopo, svegliato da 11 ore di sonno mi metterò le mani sulla faccia scuotendo il capo e dirò:"Cavolo! La Nord del Granpa!!!".
Chiamiamo la Nives che prima o poi la Nord ovest se la farà di corsa e i cogniugi che ci fanno i complimenti e anche loro non lascieranno riposare troppo quella parete!
Ora quindi ho ancora le mie ginocchia, oggi ho ripreso a lavorare e tra viaggio di andata e ritorno, collaudo dell'upgrade alla bici e un giretto con Rebu, ho messo una sessantina di km nelle gambe...
Di km ne ho fatti anche sulla tastiera, già, perchè Laura mi "importuna" sempre online mentre mi metto a scrivere questa relazione!!! E ne approfitto qui per ringraziarla per essere fonte di ispirazione!!!

Comincia a prendere il sole, si rannuvola un poco ma ormai siamo giù

Alcune parole sulla sua nord-ovest:
sospesi nel nulla...lontano dal mondo...
lì...dove ci si deve fidare di se stessi prima che della corda...
lì...dove un sorriso è sincero e vale più di mille parole...
lì...dove a un certo punto ti domandi...ma quando °#@]*§ finisce sta parete?

Ora mi toccherà recuperare il w-end e i tre giorni impiegati a scrivere questo racconto ma mi auguro che l'abbiate gradito!
Mancano tantissimi particolari, ma come si fa a metterli tutti?
Una cosa che certamente non manca nel cuore è l'emozione, ancora un po' di incredulità e la riconoscenza verso i miei compagni di cordata Toso e Edo.
Grazie a Laura e Matteo per il supporto durante l'avvicinamento e per la compagnia durante il w-end.
Alla prossima!

Concludo e non posso che appoggiare l'ennesimo modo di dire del Toso che "Piuttosto che un alpinista con la barba, preferisce un'alpinista con l'apostrofo!".

Il nostro capocordata Toso ci assicura dall'alto

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