Inseguimenti

14 gennaio 2013

Fino a qualche anno fa ero piuttosto rissoso e qualche avventura in mezzo alla strada l'ho vissuta anche io, pccole risse, litigi, insulti, addirittura una volta ho incassato le fiancate di un furgone a calci perchè cinque simpaticoni si divertivano a sparar acqua dal finestrino addosso ai ciclisti e poi è successo un gran casino ma ora, per quanto mi senta nel pieno delle forze, ho smesso di cercar guai (salvo eccezioni) e questi due episodi di "inseguimento" di qualche anno fa sono un po' diversi...

Finché non mi son successe queste due cose, quando pensavo ad un inseguimento, mi veniva subito alla mente lo stridio delle gomme delle auto sull'asfalto e macchine che scodavano a destra e a sinistra, velocità folli e tutto il classico pacchetto da film, invece...
Nella mia vita sono stato inseguito due volte e mai dalle forze dell'ordine ma sempre da squilibrati, sclerati, anche loro un po' folli.
Non che io sia la persona più equilibrata del mondo, lo ammetto, ma non mi sogno di far certe cose come quelle che vi sto per raccontare!
La prima volta stava finendo l'estate e stavo andando in auto a recuperare un'amico ad una fermata del bus per poi lasciare Torino. Era caldo e sia io che l'inseguitore avevamo finestrini abbassati!!!
Quando finisce l'estate, di solito vuole dire che sono stato tanto in montagna, sono spensierato, più selvatico che in inverno e sopporto ancora meno le ingiustizie, allora magari uno che mi vuol superare a tutti i costi quando non può, magari perchè non c'è spazio a sufficienza o altro, vabbè che dire? Me lo lascio dietro.
Raramente mi scappa anche un insulto diretto, ma a volte in un momento di debolezza...
Di solito non insulto mai perchè credo sia inutile e pericoloso, ma quando insulto, lo faccio con tutto il cuore!!!
Beh. Le ultime due volte che l'ho fatto mi hanno inseguito, fortunatamente solo due volte a distanza di anni, ma ecco come è andato il primo inseguimento:

prima di tutto mi son dovuto accorgere di essere seguito.
Il simpatico automobilista infatti doveva avere molto tempo da buttare e ha ben pensato di seguirmi fino a quando mi fossi fermato per parcheggiare chissà dove...e anche qui vi fa capire quanto fosse pazzo questo: ma chissà dove stavo andando io!
Per accorgermi è bastato guardare negli specchietti (visto che era rimasto dietro!).
Dopo una decina di cambi di direzione era ancora dietro di me e stava molto attaccato.
Una volta scoperte le sue intenzioni, non mi restava che scegliere se accelerare confidando nelle mia abilità di guida e nell'agilità della mia piccola auto ma rischiando la mia vita e quella di pedoni, ciclisti e altri automobilisti, oppure cercare di uscirne con stile...usando il cervello...
Ero in prossimità della fermata ma non mi fermai e rifeci la strada di prima. Andavo molto piano, più del normale e badavo bene a non dargli la possibilità di affiancarsi per non farmi eventualmente bloccare.
Nel caso avessi potuto essere libero davanti e dietro avevo previsto di farmi affiancare per risolvere la cosa chiacchierando, magari sorridendo, ma non ci fu l'occasione...
Così girai tre isolati o quattro per ben tre volte con lo squilibrato alle calcagna, ma facevo finta di non accorgermene e mantenevo l'andatura da imbranato. Durante il gironzolio intercettai una svolta impossibile da fare se non prevista e quando mi trovai nel punto giusto, la volta dopo che ci passai, impostai la traiettoria e lo seminai in una sola curva pennellata ben bene. Lo guardai con la coda dell'occhio che si allontanava nella direzione opposta, verso la Dora Baltea, gesticolando col braccio sinistro...

La seconda volta fu diverso e più pericoloso ma l'esito relativamente simile:

Ero in bicicletta e tornavo da una splendida giornata di trail al fiume Sesia.
Avevo mangiato sulla riva del fiume, gironzolato per boschi, a volte pian piano e a volte un po' forte e mi divertii molto.
Una gran giornata davvero.
Sulla via del ritorno, appena fuori da un paese in aperta campagna, incrociai un gruppo molto numeroso di ciclisti in bici da corsa.
E' vero che la maggior parte dei ciclisti non rispetta il codice della strada, tiene tutta la carreggiata, passa col rosso e non dà mai la precedenza a nessuno, ma io non sono così e mi accorgo quando anche gli altri non lo sono. C'è una sorta di intesa sottile che va oltre le ruote delle nostre biciclette...
E questo gruppetto, in quel momento era quanto di più etico e legale si posstesse sperare di trovare in giro: erano una ventina e tutti in fila indiana.
Un cenno di saluto con la mano e mi accorgo che nella loro stessa direzione sta arrivando un velocissimo missile a forma di macchina che strombazza allegramente e senza nemmeno rallentare si infila tra loro e me lasciandomi ben poco spazio per distrarmi...
Già odio quando sono in macchina su una strada a due corsie ma quelli di là devono superare mentre arrivo io e figuriamoci quanto odio questa cosa se sono sulla mia bicicletta.
Di solito però non è che io insulti la gente così, perchè tanto non serve a nulla e semmai procura solo guai, ma quello era un attimo di debolezza e, posto il fatto che avevo già la manina alzata per i saluti, ho trasformato il saluto ai ciclisti in un "diverso tipo di saluto" all'automobilista che nel frattempo si è preso anche gli insulti dal gruppone che transitava dalla parte opposta...
In quel centesimo di secondo in cui il mio e il suo sguardo si sono incrociati, ho capito che il messaggio era arrivato forte e chiaro e ho sentito anche il numero di giri dell'auto calare in modo strano...
Era diverso dal classico effetto DOPPLER che fa scender di tonalità il suono della sirena dell'ambulanza...
Questo sarebbe tornato indietro...
Fortunatamente in queste situazioni il mio istinto, fin'ora, ha funzionato abbastanza e mi ha preservato da grossi guai e fortunatamente i due squilibrati non potevano/volevano spararmi, ma non si sa mai...
Allora mi son subito fermato. Ho girato la bici e, certo di essere ben allenato e più agile, come in una corsa a sparviero/magolibero/ce l'hai/o roba del genere più nuova, ho aspettato fino all'ultimo il tizio e l'ho scansato andando nel senso opposto e poi mi son fermato ancora e rigirato, perchè stavolta le sue gomme che fischiavano sull'asfalto c'erano tutte!!! Abbiamo ripetuto il balletto ma mentre lo passavo la seconda volta mi fa:"Vieni qua un attimo tu!"
E io penso:"Vabbè che son stordito ad essermi ficcato in sta situazione, ma non lo sono fino a questo punto", quindi ho rincarato la dose:"Vieni qua tu, ecc, ecc..."
Il terzo inseguimento sarebbe stato troppo ravvicinato e non mi andava...Pensavo:"Questo adesso magari scende, tira fuori un'arma e mi fa fuori", allora la terza volta sono uscito di strada da una bella rampa ripida e troppo angolata per una macchina comune e mi sono allontanato di una trentina di metri o quaranta in aperta campagna...
Quando il tizio se n'è andato ho aspettato qualche minuto e poi son tornato a destinazione da un'altra strada col pieno di adrenalina e un pizzico divertito ripensando alla scena da film e alla macchina seminata della bicicletta...

Questa è una storia a lieto fine, non ci siam fatti male nè io nè gli inseguitori, ma la morale è che è davvero rischioso ed estremamente pericoloso insultare per strada perchè certa gente non ce la fa più...

Quindi stiamo calmi per strada e cerchiamo di non ammazzarci e di non farci ammazzare!!!

Poi parlando con un amico, questo mi dice:"Ma non era meglio chiamar subito la polizia?"



Risposta:"Decisamente sì" e ricordiamoci di farlo!

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