Non riesco a sentirla...ma come si faceva?
Dicono che certe cose siano come andare in bicicletta e non si dimentichino più, invece...
Pedalare è un conto e può già andar benissimo e bastare così,
ma guidare è un altra cosa!
Non la sento ancora ma comincio a sentirla...
Eccola!
E' una sensazione che ricordavo vagamente...
La curva è in piano, niente sponde da bikepark a facilitarmi. Niente discesa. C'è da pedalare. Andare veloce è un gioco di tecnica, precisione ed equilibri.
Il fondo è duro e innevato e la prima volta che la percorro, mi sembra impossibile stare centrale, centellinare la forza sui pedali, entrare con le anche, compensare con le spalle, le mani le braccia e ogni muscolo del mio corpo...
Ma poi, pian piano, curva dopo curva, sento lavorare perfino tutte le dita dei piedi sui miei pedali flat rossi, lo sguardo è sicuro sulla traiettoria di uscita, la Anthem si inclina, il braccio interno spinge il manubrio in basso e le gomme sembrano aderire sul bianco, sull'impossibile.
C'è! Ci sono! Ora la provo più veloce, sempre di più...perdo un istante il posteriore ma lo recupero...
Eccolo il limite, il mio, quello di oggi.
Già domani sarebbe diverso oppure lo cercherei altrove.
E' sterile, forse, ma mi infuoca la vita e chi mi incontrerà tra un minuto potrà goderne o disprezzarmi per questo, o semplicemente non accorgersi di quel che brucia qui...no problem.
Ma per ora sono solo.
Non vado in montagna. Ho tentennato con la mia amica che per fortuna non ha problemi ad organizzarsi diversamente e mi piace anche per quello e, giustamente, restiamo qui io e la Anthem.
Allora passerò un 31 dicembre 2014 morigerato per essere in formissima domani ...anche se poi ho fatto tre cenoni.
"Tonigno, Ste, vieni da noi il 31?". "Grazie!!! Potrei essere in montagna, ma se non vado passo a salutarvi!" e così ho gironzolato tra gli amici e tra le loro cene fino a mezzanotte stando comunque leggero...Poi a letto, che domattina si va a Ticino.
Non mi interessa nulla di festeggiare l'ultimo ma sono felice di avere degli amici che nonostante io sia così selvatico mi invitano e apprezzano la mia presenza quando c'è.
Non mi piace festeggiare l'ultimo ma mi piaciono i miei amici!
Domani però voglio andare a sentire cosa ha da dirmi il fiume azzurro e, soprattutto, voglio guidare.
Voglio GUI-DA-RE!
Parto la mattina. Esco in bici dal cancello di casa come piace a me, nè presto nè tardi, all'ora che piace a me e mi metto sull'Alzaia del Naviglio Grande a passo rilassato. Ho due panini nello zaino, cose varie e, in programma, tutta la giornata in bici.
Percorro l'Alzaia fino ad Abbiategrasso, giro a sinistra sul Naviglietto di Bereguardo incrociando solamente due triatleti in allenamento che si stanno facendo un autoscatto e mi offro di immortalarli!
Saluti e auguri e poi ancora via, coi piedi e i navigli gelati!
A Naviglietto asciutto è sempre un piacere saltarci dentro in bici, scodinzolare un po' sul fondo molle che fa presa sulle gomme come le lamine di due sci e cercare di uscirne dove è difficile, magari anche dove c'è di mezzo un gradino.
E' così che totalizzo il primo volo del 2015 a pelle d'orso (in salita!!!).
Riparto, il sole si alza ancora un po', la temperatura sale e ho sete!
Avevo la sensazione di essermi dimenticato qualcosa in partenza...Ecco cos'era! La borraccia!!!
Vabbè, speriamo che a Besate la fontanella non sia gelata e che poi la frutta fresca basti a idratarmi per il resto della giornata...
La fontanella funziona e, oltre a reidratarmi un po', mi scalda anche il cuore.
Quante volte l'ho usata, quante borracce ci ho riempito e quante lavate di testa estive quando avevo i miei boccoli lunghi e lisci che poi si asciugavano come una criniera al sole e all'aria della velocità di un tempo...
Ancora pochissimo asfalto e son giù a Motta Visconti.
Se possibile entro sempre molto veloce nell'enorme piazzale dissestato che trasformo sempre in un paio di salti o in una frazione di pumptrack.
Poi giù a rispolverare spiagge di sabbia e sassi, piccoli sentieri tutti a curve e oggi LA NEVE!!!
Non mi faccio mancare nulla sui trails tra Motta e il Ponte di Barche di Bereguardo.
Quando mi fermo, mi sento minimamente in colpa per la sabbia che si mangia la catena e gli ingranaggi ma, mentre vado non ci penso. Penso solo a guidare, ad ascoltare le sensazioni che nascono e crescono dalle curve, dai salti e dall'aderenza irrisoria.
Da fermo godo del fiume, del Sole e di tutta la popolazione del bosco che forse si gode anch'essa il giorno probabilmente più tranquillo dell'anno.
Sono l'unico rompiscatole per ora.
Alla riserva della Zelata ho mezz'ora di quiete totale, non certo selvaggia, comodamente seduto sotto un portichetto baciato dal sole.
Le barche coperte sembrano attendere la primavera. Le anatre, gli aironi e tutti i pennuti sono indaffarati a snuotazzare, cibarsi e qualcuno si fa già la corte...
La natura non si ferma mai per fortuna.
Finchè il fiume scorrerà, forse ci sarà vita.
So che i miei abiti ed il mio mezzo estremamente tecnologici sono un graffio qua dentro, così come questo porticciolo, il portico e la baracca di legno alle mie spalle, seppure per me suonino così fantastici (i primi) e comodi (i secondi).
Per un attimo però mi sembra di essere fuso con ciò che mi circonda e gioisco della sensazione anche se so che sarà passeggera.
Pranzo mentre osservo il più possibile quel che ho intorno, sistemo il posto come se non fossi mai stato lì e poi interrompo la quiete sparandomi a tutta sui sentieri innevati degli argini, in parte spazzati via dalle piene autunnali.
Le varianti obbligatorie sono molto corte ma impegnative. Negli ultimi tre km verso il ponte di barche, gli abbondanti alberi abbattuti interrompono spesso la progressione e devo scendere dalla bike e cercare di infilarla tra rami e tronchi.
E' così che tasto l'unico difetto del mio nuovo manubrio da 76cm!!!
Il Ticino si è portato via qualche pezzo di meandro come sempre. Il fiume che può evolversi è un fiume libero e, almeno in qualche tratto lo è. Va bene così!
Peccato per me che si porti via anche pezzi di sentieri, salti e bei passaggi che ormai non servono più a nessuno e nemmeno io mi metto a picconare sentieri nel parco o a inventare varianti tra gli alberi spinosi.
Comunque in un modo o nell'altro, tra fanghi, sabbie e distese innevate arrivo al famoso Ponte.
Non mi basta mai ed è durante il ritorno che vado in cerca di aderenza precaria, che cerco di ricordare come si fa, che cerco nei meandri del mio cervello e i vecchi ricordi diventano nuovi, la macchina umana si adatta ancora.
E' più vecchia ma non vecchissima.
E' ancora viva, ipersensibile e fluida.
Ha i suoi ritmi. La assecondo, la riscaldo, le lascio analizzare i dettagli e percepisco una sensazione di controllo in cui nessun gesto è casuale.
Così mi piace!
Alzo un po' l'asticella poi basta.
Ci vuole pazienza per farlo e mi auguro (così come auguro a voi) di avere tempo e salute per alzarla ancora un po', come nei salti, come in cose che non vi racconto qui sul mio sito internet...
Buon anno Ste e Anthem!
Sono stato fortunato. Il 2014 è stato magnifico anche se non c'è limite al meglio,,,ma anche al contrario.
Il 2015 è cominciato alla grande.
Il benessere non è scontato.
Poi arriva Rebu. L'entusiasmo è contagioso e, mentre il sole tramonta, si parla, si progetta e si sogna di molte cose.