15 gennaio 2016
E' il sabato precedente!
Sì, ehm...un attimo di pazienza!!!
Con una bella macchinata di amici climbers andiamo a Galbiate in falesia e, quando non si scala sulla parete sud innondata dal sole, si sente un bel freschino.
Il giorno prima, guardando il meteo per decidere dove andare mi scappa lo sguardo sulle temperature della settimana successiva e ...saranno basse!!!! Molto basse e in diminuzione per tutta la settimana!!!
Ed ecco che mi sovvien da dire ai ragazzi:"Ma una bella scalata alla falesia di ghiaccio di Ceresole Reale tutti insieme??"
Lo dico poi anche al Fabri, al Toso, al Caimmi.
La macchinata dice un no categorico, gli altri, invitati in seconda, dicono un bel sì! L'invito viene allargato ulteriormente ma nulla ...troppo freddo, troppo ghiaccio, troppo sabato sera, ecc, ecc e vabbè.
"Non è mica obbligatorio", lo dico sempre e per fortuna è così!
Castello incantato - 15 gennaio 2017.
E' lì che allora la proposta cambia forma e si aggiorna...
Siamo in quattro. A parte il Fabri, tutti abbiam scalato sul ghiaccio, io meno del Toso e del Caimmi, però una cascata facile si potrebbe anche fare! Me la sentirei!
La proposta viene accettata!!! Yeeeeeee!!!
Finalmente di nuovo in cascataaaa!
Sta di fatto che il lavoro ci porta via due su quattro e rimaniamo io e il Fabri.
Mannaggia che peccato! Però andiamo comunque perchè il ghiaccio c'è da prenderlo quando c'è!
E ci sarà?
Di sicuro a Ceresole c'è. Lo so da un paio di relazioni di una scuola di Alpinismo.
Decidiamo che entro il bivio dell'autostrada di Santhià sceglieremo tra la via per Ceresole Reale e quella per la Valle d'Aosta in cui ho intercettato qualche giorno prima il "Castello Incantato", ovvero la cascata più vicina, gradevole alla vista e "facile" che sembra fatta apposta per noi, giusta per la mia ripresa su ghiaccio e perfetta per il Fabri alla sua prima esperienza!
Io infatti manco da due anni sulle cascate e, per quanto mi piaccia il ghiaccio e mi ci trovi naturalmente piuttosto bene, non sono molto capace, son lento e impacciato anche a causa dell'attrezzatura un po' retrò!
Al bivio decidiamo per il "Castello incantato"!
Sarà anche la mia prima salita in cascata tutta da primo di cordata!
Pronti, partenza, via!!!
Materiali!!!
Li cito perché fanno un po' sorridere...
Entrambi abbiamo ramponi da misto, Fabri ha le picozze da cascata del Toso e io le mie da nord: il martello picozza moderno, curvo con una buona impugnatura e l'altra dritta e di forma classica anche se col manico T e la becca piuttosto curva e completamente dentellata!
Del filo e delle punte dei miei attrezzi me ne occupo personalmente e devo ammettere senza modestia che questo gli procura una resa decisamente buona e anche migliore di alcune picche da cascata mal tenute...Anche i ramponi sono ben affilati e tengono piuttosto bene...
Certo che quando ebbi la fortuna di provar l'attrezzatura giusta mi stupii non poco della facilità di progressione e delle possibilità offerte ma noi questo abbiamo e questo useremo adattandoci.
Abbiamo dieci viti di lunghezze assortite, cinque mie e cinque del Toso (di cui due preparate) e ce le faremo bastare!
Le mezze sono le mie Criss e Cross alle loro ultime uscite prima del cambio della guardia e continua a piacermi un sacco il loro colore in mezzo all'azzurro e al bianco e oggi sono ancor più belle!
L'abbigliamento è caldo, non tecnicissimo, soprattutto i miei guanti, ma reggeremo bene ai millemila gradi sotto zero di oggi!
L'ultimo paesello e il cagnolino Pedro a farci da avanguardia!!!
Arriviamo al parcheggio prima dell'ultimo paesello e vengono subito a salutarci due bei cagnolini, uno vecchietto e tenerissimo, Pedro, col muso bianco e l'altro un po' troppo cucciolo e agitato per leggergli la medaglietta e con quella voglia di mordere qualsiasi cosa a cominciare dal mio zaino, le corde, ecc e abbiamo il nostro bel da fare a badare al materiale!
Il cucciolo col pelo lungo odora un sacco di stalla valdostana e non dico "puzza" perchè a me quell'odore piace! Mi ricorda bei periodi.
Ci accompagneranno nel bosco, anch'esso incantato, fino all'attacco della cascata!
Superiamo l'ultimo paesello a piedi, prendiamo la stradina a sinistra in piano che poi scende fino al fiume attraversandolo con un bel ponte. Poi la strada gira a sinistra, diventa sentiero e ci porta all'attacco.
La cascata e il cielo sono meravigliosi e oggi ce li godremo solo noi e altre due cordate a debita distanza e parrà di essere soli.
Si attacca ...dopo aver staccato il cucciolo (soprannominato Mangiacorde!) dal mio zaino!!!
L1 60m
Dopo i preparativi...in compagnia delle due bestiole, attacchiamo subito a tiri di corda e il primo potevamo evitarlo perchè non è altro che un trasferimento piuttosto in piano con un paio di facili scivoli lunghi tre, quattro metri dove non si proteggerebbe comunque con le viti. Vabbè. Sosto su un alberello. Facciamo veloce ma mi rendo conto che coi guanti scivolosi che ho, non riesco a recuperar la corda a dovere e faccio una fatica pazzesca.
L2 60m
Il secondo tiro è anch'esso molto facile ma il ghiaccio non è tanto. Dove il pendio è appoggiato, qualche cm di neve inconsistente ricopre tutto e confonde le idee. E' farinosa e mi trovo a cercar tacche coi ramponi e le picche su dei massi levigati dall'acqua estiva in una zona lievemente esposta. Un paio di respiri e su, poi corro in sosta ad un albero.
Le facili prime lunghezze.
L3 60m
Ancora un risalto piuttosto facile ma che inizia ad impegnarci. percorriamo poi un breve tratto in conserva (una decina di m, entrambi sul pianetto facile) fino a che trovo un albero per sostare.
Rcupero Fabri tenendo i guanti perl'ultima volta. La corda, con queste temperature rimane asciutta e d'ora in poi recupererò a mani nude senza soffrire nemmeno troppo il freddo e facendo finalmente nessuna fatica...
Arriva Fabri e, insieme a lui ma dal bosco arriva anche Pedro, il cagnetto col musino bianco a salutarci e a prendersi un po' di meritatissime coccole!!!
Anche lui sa un po' di stalla e qui in mezzo si percepisce di più!!!
Lo saluto con una bella stropicciata e riparto!
Le facili rampe aumentano di lunghezza e altezza.
L4 60m
Qui la cascata si impenna!
A destra il ghiaccio non è ancora in buono stato. Il ghiaccio è troppo poco, affiorano un sacco di massi e anche qui la neve confonde i tratti ghiacciati con quelli sassosi. Il muro più verticale a destra, per ora e per me è decisamente troppo verticale, allora aggiriamo la difficoltà più a sinistra, nel centro della colata, per poi rispostarci a destra.
Bado bene a non infilarmi tutto a sinistra nell'evidente canyon dove poi le difficoltà aumenterebbero fino al 4+ 5 e TD+.
Aggirato quindi il primo muretto sassoso, si presenta un passaggio obbligato: una rampa, in parte appoggiata, in parte a risalti verticali che mi richiede un bell'ingaggio e un bel po' di tempo.
Nelle fotografie trovate sul web, questa rampa si presenta molto grossa e di pendenza regolare ma, considerando che l'anno scorso questa cascata non si è mai formata, diciamo che oggi è già buono che ci sia la rampa e la prendiamo com'è!
Mi fermo in fondo alla rampa, appena fuori di qualche metro, chiudendo il tiro in una vita e mezza... sostando su viti.
Fabri e Ste In sosta!
Sulla lunga rampa a risalti per me impegnativi!
L5 30m
Pensiamo ancora di uscire a destra. Stiamo seguendo la linea più facile con i segni di pochi ma comunque di alcuni passaggi precedenti che facilitano un po' le cose, soprattutto per i piedi, in quanto il ghiaccio oggi è durissimo, in particolar modo quassù.
Risalgo un paio di risalti che mi impegnano e utilizzo quattro viti per proteggere.
La colata più appoggiata e più facile di destra è coperta di neve farinosissima e non vorrei trovar sorprese come parti ancora scoperte dal ghiaccio o chissà...
Decido quindi che non andrò a destra. Penso di poter affrontare il muro verticale sopra di noi, attraversandolo verso sinistra per evitare una zona di stalattiti e ghiaccio ancora poco formato e ricongiungermi poi ad una rampa dal ghiaccio molto spesso!
Questo tratto è la sommità della colata chiamata "Fata Morgana 3+" che però alla sua base non è ancora formata.
Non ho molta esperienza e non è così importante (a meno che non la ripetiate domani!) ma, da quel che mi ha insegnato il mio guru delle cascate Damiano a Ceresole e a Lillaz, mi pare che ora come ora il breve traverso sia un pelo più difficile del 3+ e direi decisamente un 4.
Sarà di sicuro ingaggioso!
Anche chi è passato poco prima di noi è transitato di qui e sono d'accordo sulla scelta. Il ghiaccio è pulito e la traccia è logica.
Certo, le urla insistenti del loro secondo di cordata mi intimoriscono un po':"Recuperaaaa! Recuperaaa!!
Recuperaaaaaa!!!".
Ai miei occhi comunque la questione sembra impegnativa ma fattibile.
Vedremo tra poco!
Prima di affrontare i passaggi infatti faccio sosta su due viti scegliendo bene il ghiaccio.
Mi fermo presso un bel terrazzino comodo appena sotto il risalto verticale in modo da avere Fabri più vicino a me, un po' di sostegno, qualche buon consiglio...e anche per avere tutte e otto le viti appese all'imbracatura!
Là sopra, lo Ste in uscita dall'ultimo tiro. Ci siamo quasi!
L6 45m
Il tiro parte già bello dritto!
Una vite la metto, come da manuale, due metri sopra la sosta leggermente a sinistra in direzione del traverso, poi appendo le picozze, ne inserisco un'altra un altro paio di metri sopra nell'unico punto col ghiaccio buono e mi alzo in verticale.
L'idea originale era di super-proteggere i tre o quattro metri di traverso ma il ghiaccio non si presta. Provo a infilare una vite in una parte crostosa troppo dura mentre sono appeso con l'altra mano alla picca. La posizione è scomoda, lontano dalle anche e non riesco a chiodare.
Altrove, il ghiaccio è tanto ma fatto di stalattiti e piccole canne, troppo piccole e troppo canne per poter chiodare!
Concentratissimo parlo tra me e me...
"Senti Ste, le viti sotto sembran buone, la sosta pure, sai salire di qua, quindi...".
Sto pensando a cosa direbbe il nostro amico Toso:"Certe volte bisogna semplicemente andare!".
Mentre ci penso, ho già rimesso la vite all'imbraco e sto informando il Fabri della mia decisione mentre già mi allontano dall'ultima vite sul traverso lievemente aggettante e psicologico, appendendomi alle picche semplicemente appoggiate nei buchi tra le "canne d'organo".
Fabri dal canto suo mi dice:"Stavo pensando la stessa cosa, ma non osavo dirtelo perchè ci sei tu lì!".
Respiro bene, infilo ai polsi le dragonne delle picche perchè le mie non hanno quella bella e comoda maniglia (da cascata!) che semplifica le cose sulle pareti verticali o aggettanti e i miei guanti scivolano pure!
Faccio atto di fiducia e mi sporgo in fuori...
Subito mi sembra di scalare in palestra...ma senza essere appeso ad un pannello omologato.
Mi ero dimenticato questa sensazione meravgliosa ed esilarante ...un minimo di paura non manca ma vado!!!
Le picche reggono e i ramponi, in questa posizione, sono anche più facili da usare.
Fibra da sotto mi aiuta nella scelta degli appoggi per i piedi e io gli indico i punti in cui dovrà infilare le becche delle picozze.
La tensione elevata è mista a concentrazione totale, gioia e divertimento!
Non ho certo lo stile di un ghiacciatore professionista, ma in qualche modo ne esco! Almeno benino direi, visto che ne esco tutto d'un pezzo e nemmeno in un tempo infinito!!!
Finito il breve traverso, le mani gelate e strette nelle dragonne esplodono di dolore. Sono messo bene sui piedi su una rampetta a 50°, tolgo le dragonne, infilo le picche nel ghiaccio e, con entrambe le mani, avvito un turbo express da 16cm, rinvio e aspetto quei due minuti che il dolore torni sopportabile, poi sparisca e si trasformi in calore. Ridiamo divertiti! Fabri farà lo stesso poco dopo!!!
Riparto sulla durissima rampa di vetro, proteggo l'uscita e mi trovo sulle indescrivibili e meravigliose onde ghiacciate della sommità del pendio.
Ultimo recupero a mani nude!!!
Ringrazio Madre Natura per tale spettacolo...
Esco una ventina di metri camminando sul ghiaccio durissimo e sosto contento come una Pasqua su un paio di bell'alberelli!
Anche Fabri avrà il suo bel da fare sul traverso ma scala anche lui sempre meglio e più veloce di prima.
In cima siamo visibilmente contenti!
Usciamo legati e assicurati e facciamo bene perchè dobbiamo ancora attraversare una colata ghiacciata e così oggi nessuno dovrà raccontar brutte storie su di noi.
Nel bosco, a sinistra della cascata siamo ancora più contenti e, dopo esserci slegati e sistemati per la discesa, non può mancare un bel brindisi ...col tè caldo del Fabri, un po' di frutta per lui e ...del pane con la Mayonese per me!!!
E' andataaa!! Buonappetito!
Scendiamo rilassati, seguendo una traccia mezza improvvisata nel bosco e improvvisando qualche variante anche noi!
Le luci sono meravigliose.
Il Mont Avic fa da sovrano alla valle e le montagne a est bruciano al sole meraviglioso.
Sistemiamo il materiale e ci avviamo con calma sulla strada pulita.
In viaggio Fabri viene assalito da un attacco di sonno e sbadigli!
Io ne vengo irrimediabilmente contagiato all'istante e ci fermiamo a prendere un caffè dopo aver superato il lago di Viverone illuminato dalle luci del crepuscolo.
Lo so. E' normale. Perchè scriverlo?
Beh! Intanto non è così normale e men che meno scontato avere un amico, un compagno di viaggio, di scalata e di caffè e io ho la fortuna di averne alcuni. Non tanti, ma alcuni e molto buoni.
Comunque, sarà la purezza dell'aria respirata tutto il giorno, sarà la gioia seppur momentanea di una scalata, la felicità effimera di un po' di vita selvaggia che ingigantisce la percezione delle sensazioni ma sta di fatto che, altra cosa non scontata, torniamo in macchina e sentiamo che profuma ancora di montagna, altra gioia momentanea ma di cui godere appieno visto che oggi si può!