L'ho già scritto troppe volte nei TAG della pagina...
Gletschhorn...
Eccolo ancora con qualche nuvola e con la cresta sud alla sua sinistra.
Non è una montagna leggera, almeno per me, non in senso della difficoltà! Quella non è particolare...
L'anno scorso, affrontato a tarda ora, all'ora che potevamo, con nevischio, vento, un avvicinamento strano e l'allontanamento pure, quasi convinto di arrivare a passar la notte lassù al freddo e al gelo per aspettar di scendere con le luci dell'alba. E poi invece una doppia finale al buio fin sul ghiacciaio dovendo sorbirsi ancora tutto il rientro, tre o quattro ore tra cammino e automobile, prima di essere liberi.
Comunque sia, il richiamo di quella montagna era rimasto seppur flebile.
All'inizio della cresta non ero a mio agio e tirò lei mostrandosi molto più forte di me su quel terreno, il tiro chiave poi però lo percorsi io con la roccia resa saponosa dal nevischio e mi sbloccai facendo una buona prestazione poi, la discesa e poi ciao, e ciao Gletschhorn! ...mannaggia l'ho scritto un'altra volta sto Glet...!!!
Siamo a casa mia davanti a una birra Io, la Fe e Carletto, quasi un anno dopo e Carletto spara che vorrebbe andare un po' in montagna, ghiaccio, ecc...
Sì, sì!!! Carletto!!! Proprio lui!
E allora dico:"Andiamo al Gletsch...beh, quello lì!"
E loro:"OK" senza sapere nulla di dove saremmo finiti!
Beh, comunque sarà tra almeno 15 giorni perchè ora devo lavorare come se non ci fosse un domani, esattamente come l'anno scorso!
Il 19 poi c'è una finestra di bel tempo. E' nevicato ma la cresta è a sud e dovrebbe essere pulita dal poco nevischio del giorno prima. Fa nemmeno troppo freddo.
Partiamo alle 3:30 del mattino col Pandino da casa mia. Al Furka l'aria è frizzante.
Saliamo per il sentiero della Albert Heim Hutte lasciandola a destra e puntando al Tiefengletscher e risalendolo nel mezzo dove è più pulito. C'è ghiaccio vivo si vedono tutti i pochi crepacci molto bene e rimaniamo slegati per essere più liberi e veloci.
Fe e Carletto sul Tiefengletscher
Mentre siamo ancora dietro la gobba crepacciata, prima di fuoriuscire dal pendio più ripido, sentiamo come una bomba esplodere e ci resta il dubbio di aver finito di vivere...
Se è venuta giù la montagna non c'è un cavolo da fare e ce ne accorgeremmo all'ultimo perchè qui non c'è visibilità. Sono pezzi di montagna in effetti, probabilmente di permafrost che se na va a ramengo e scarica una quantità immonda di sassi sul lato destro orografico del ghiacciaio...E' sempre più pericoloso sto posto...ma ammetto che è meraviglioso...
Durante la scalata si staccherà un altro pezzo e interesserà, in parte con qualche blocco, anche la lingua finale del ghiacciaio...oltre alle nostre orecchie.
Meglio salirci con più freddo se ricapita.
Carletto nel frattempo cerca cristalli...
Nell'ultima parte del ghiacciaio c'è qualche crepaccetto e un poco di neve.
Sondo il "terreno" con la picca per sentire dove è il ghiaccio vivo. In una di queste occasioni, metto il piede proprio tra un buco di un sondaggio e l'altro...furbamente...e finisco con la gamba sinistra nello stretto crepaccio...
Nessun problema alla gamba a parte che si incastra per qualche secondo ma mi slogo un po' il pollice della mano destra battendo sulla picozza...ma farà male solo a partir dalla sera!
Carletto quando mi vede andar giù vien lì e mi agguanta dallo zaino prontamente. Ci rendiamo conto che è solo un buchetto fortunatamente. Ero stato solo un po' stupido a non mettere i piedi sui sondaggi ed esco dalla crepa tirando con la picca e spingendo con l'altra mano e l'altra gamba.
Saliamo per i canali e gli speroni cercando un compromesso tra la roccia migliore e i passaggi più facili, poi siam sul nevaio superiore abbastanza ripido.
Appena superato il primo pendio, ci spostiamo pian piano verso destra per prendere i canali e un altro nevaio che ci porteranno all'attacco della cresta arrivandoci da ovest, alla sinistra di un tratto quasi orizzontale della cresta stessa, un centinaio di metri dopo un torrione.
L'avvicinamento si conclude con le prime roccette fino ad un terrazzino con uno spit!
La via è addomesticata a spit e fittoni resinati ed è abbastanza protetta di suo. Si può eventualmente aggiungere qualche dado e qualche friend per proteggersi da primi o alternativamente proteggere i secondi. Noi abbiam dadi fino al 10 e friends fino al 3 e non abbiamo difficoltà ad integrare.
La Fe su uno dei primi tiri
Parte Carletto fino al tiro chiave, il quarto, che avevo percorso l'anno passato poi magari la seconda parte della via la farò io da primo...La Fe oggi sta seconda.
Lei non è abituata a questi ammassi di blocchi di granito e nemmeno io ma pian piano ci facciamo l'abitudine!
Io sento di andare sempre meglio e mi piaciono sempre di più le parti aeree della cresta. Me le gusto proprio.
Carletto sale più veloce lui da primo che noi da secondi ...ma noi non possiamo pretendere di star dietro a uno che si sta lavorando l'8a...
Carletto Trad
Quando è sotto il tiro chiave e gli descrivo le condizioni in cui l'ho fatto, lui risponde "Allora lo faccio Trad"!!!
Se lo permette tranquillamente ma di buono c'è anche che se lo gusta!
Da lì in poi, la palla passa a me. Qui è dove eravamo scesi l'anno scorso calandoci su un anello preparato per la discesa a sinistra consigliabile con due mezze. A seconda dell'innevamento forse si può anche arrivare al nevaio con una calata da 60m o trovare o inventarsi altre possibilità per calarsi fino al nevaio in due volte.
Probabilmente su qualche guida svizzera ci sono le info...Plaisir ostl o cose simili... Troveremo anche un altro anello di calata su a due terzi della via, quest'ultimo invita a scendere a destra...
Mi accorgo che non sono abituato a prendere il comando della cordata a tre durante la scalata. Mi era sempre capitato di cederlo il comando tranne una volta su una cascata di ghiaccio!!! Sono un po' imbranato ma mi ritrovo da primo.
Una foto ai miei soci prima di partire da primo e lasciarli in sosta! A dopo!!!
Via, su.
So che non ci sono spit ad indicare la via e lo spigolo qui diventa molto grosso, largo e abbastanza appoggiato.
C'è una logica spaccatura centrale per alzarsi.
Avevo poi trovato una foto in internet di una tizia ferma là in mezzo...
Se poi non dovessi trovar protezioni si vede anche da lontano che si può salire proteggendo tutto con friends nelle lunghe spaccature verticali e prima o poi troverò qualcosa o farò sosta. Un breve consulto coi miei soci e parto!
Salgo più di 50 metri, prima aggiro a sinistra dei blocchi, poi salgo per un sistema di facili canali che portano alla spaccatura centrale. La attraverso. Proteggo solo un paio di volte ma sono su gradi comunque facili tra il II e il III, finchè vedo dell'acciaio e una sosta! Le soste son quasi tutte su singolo fittone di dimensioni abbastanza grandine e resinato.
La Fe sulla seconda parte della via
L'attrezzatura della via è quasi tutta a spit del 10 in acciaio inox e si trova anche qualche vecchio chiodo.
Mi barcaiolizzo, preparo la piastrina in sosta per i miei soci e "Recupera" e "Finita" suonano come una parola sola. Avanzavano due o tre metri di corda! Ho saltato una sosta o non c'era proprio. Eravamo comunque d'accordo che Fe e Carletto sarebbero partiti in conserva all'occorrenza!
Tra un su e giù, un destra e sinistra, perdo il conto dei tiri che dovrebbero essere altri sei o sette e arrivo alla fine della via. La Fe è un po' provata ma tiene botta. Complimenti però! Guarda dove siamo!!!
Mancherebbe solo di gattonar fino alla cima che è lì a dieci metri ma Carletto è tassativo con il suo "Scendiamo!"
Carletto è già sceso e cerca cristalli! Ora Fe, poi io!
Io son d'accordo. è tardi, poi a me della cima non è che me ne sia mai fregato più di tanto!
La Fe invece è un po' dispiaciuta ma capisce anche lei che sarà un po' lunga scendere nel disastro di sassaiola che abbiam lì sotto!!!
Scendiamo senza grossi problemi se non che ci vuole un po' di pazienza. La neve alla base è anche bella duretta, e va bene così, anzi va benissimo! La montagna di fronte si è ricongelata!
L'ultima doppia ci parcheggia sul nevaio
In un canale che uso per scendere e di cui ho fortunatamente l'idea di non usare il centro ma i lati di roccia salda e in posto, va giù tutto quello che era rimasto dentro e uscirne diventa un pelo più complicato del previsto.
Fortuna che, anche se non sono il numero uno, mi piace il dry tooling e ho la picca al porta materiali. Chiedo alla Fe se un sasso che vedo a portata di piede è saldo oppure no e con movimento delicato e aggancio di picca su una micro tacca mi sbroglio dai casini. Nel frattempo, quando avevo capito l'inghippo, le avevo detto di non venir giù dove ero io...
Ancora un po' di ravanata e siam sul ghiacciaio.
E' proprio tardi e, so che non è la morale comune, ma io sono felice di aver passato tutta la giornata in montagna, anche se pensavo di essere a casa per l'ora in cui invece arriviamo alla macchina e mi godo il crepuscolo in quell'ambiente magnifico.
Fe è un po' stanca, Carletto pare di no. Io vado ancora bene e sono di buon umore.
Guido tranquillo pensando a quel che volevo fare qui e chissà mai se farò...quasi tranquillo...non faccio mai fischiare le gomme nuove sulla strada del Furka...penso e ricordo come fosse ieri la prima volta qui, a 21 anni, con la mia bicicletta e le pesantissime borse sul portapacchi...e la corsa di un giorno e una notte sul Furka, poi lungo la Valle del Rodano e poi sul Gran San Bernardo per andare a ballare con le amiche e la Lu alla festa di San Rocco in Val di Rhemes...
Ho due compagni stanchi che fanno i leoni la sera prima e poi...i dormiglioni...ok! Vi porto a casa! Mi accorgo dell'andatura allegra anche se non troppo e rallento...però un caffè o una coca appena rientriamo in Italia, eh?
Furka!!! Per un po' io e te abbiamo chiuso. Non so quanto. Per un po'!
Almeno il Gletschorn non è più a metà.
Non era un fantasma mostro.
Era solamente lì.
Ciao e, comunque, grazie mille!
Poi magari, prima o poi, mi tornerà la voglia di andare a limonare sul Pilastro Hannibal!!!
E allora verrò a ritrovarti.
Ma per ora no!