In solitaria sulla MIR al Pertusio


Ogni volta che faccio una solitria penso che, se mi ammazzo e trovano la macchina fotografica, almeno lascio un mio ultimo sorriso o comunque qualcosa. Ma non vado certo per ammazzarmi. Semmai il contrario, per vivere appieno.

E' facile parlare quando si va da secondi, su una via piuttosto dritta, tirati su da un socio o una socia paziente... Sì, ok, avevo provato a partire da primo anni fa ma, al secondo resinato, coda tra le gambe ed era già buona esserci arrivato!!! E nel frattempo, la pauraaaaaaaa!!!
E poi e poi ...E il passaggio di VI- non c'è, e poi ...se avessi saputo che là c'era un chiodo nascosto, ecc, ecc...se di qua, se di là, se, se ...si sarebbe solo prolungata l'agonia per la durata di un altro breve tratto fino all'altro chiodo.
Semplicemente non era tempo...

La paura però è tornata pochi giorni fa.
Un innesco veloce, improvviso ed ecco che faccio passi da gigante all'in dietro...
E' una settimana e mezza che scrivo per analizzare la situazione e quel che è accaduto, per analizzare me stesso, per capire e, soprattutto, per risolvere e sono arrivato a un buon punto dell'analisi del problema.
Penserete siano sciocchezze e lo sono, è vero ma, per far bene tutto il resto, in questo periodo ho bisogno almeno di riuscire a scalare.
Soprattutto, ho bisogno di riuscire a sconfiggere le attuali paure...la storia della mia vita!
Dunque, il ritorno della paura mi obbliga a lavorarci su...anche per iscritto.
E alla fine delle mie centinaia di righe di impubblicabili argomentazioni metto, azzurro su nero queste poche frasi che potete leggere tutte/i:

"Nel frattempo sono curioso e quasi ansioso di sapere come procede la paura e vorrei fare un test, una via a breve.
Come, quando, dove e quale?
Beh. Come? Direi decisamente da solo. Quando? ...appena mi torna la voglia che già preme un po'.
Dove? Beh! ...in Grignetta!
Sì, so già quale. ...già da un po'!
E' l'unica che mi manca nel mio piano di scalate annuale sia di quest'anno, sia dell'anno scorso ed è già troppo che ne parlo.
E' modesta, come le altre, forse un poco meno modesta ma di certo niente di assurdo.
E' un fantasma del passato ...come lo erano altre!!!
E voglio andare a trovarlo e a sbattermi in faccia tutta la paura come faccio sempre.
Voglio buttarmi nudo e da solo sotto la pioggia di merda ...e senza ombrello".



7 settembre 2016

Sto camminando che quasi corro sul sentiero delle Foppe verso l'attacco della via decisa per oggi.
Ci ho pensato tutto il viaggio in macchina se è il caso di farlo oppure no...
Ora però non penso a quello. Penso solo a dove appoggiare i prossimi passi. Appoggio e poi spingo forte per avere più tempo e luce per la scalata.
E' pomeriggio, anche un po' tardi, ma 'stamattina alle 5 quando è suonata la sveglia mi son girato dall'altra parte. Un paio d'ore dopo, le tangenziali milanesi è meglio evitarle...E' mercoledì, ho lavorato domenica e oggi son libero.
In mattinata innaffio il giardino, poi vado a trovare il mio brother, la Neni e chiacchieriamo un po' e gli rivelo il mio progetto pomeridiano...
Risultato: troppa preoccupazione...mannaggia a me.
Mi spiace cavolo. La prossima volta avviserò solo chi fa le mie stesse cose...che ci mettiamo sì sempre un pensierino di preoccupazione ma siamo più felici e invidiosi per chi va, piuttosto che preoccupati.
Rimaniamo d'accordo per un messaggio a fine "lavori"!

Calcolo circa quattro ore tra salire, scendere, risalire...se tutto andrà bene e andrà bene!
Per lo spigolo Mir al Pertusio danno tempi di salita di una/due ore.
Dovrò poi decidere alla fine del secondo tiro cosa fare perchè dal terzo tiro, la discesa passa per la cima. Ho solo la corda intera e calarsi in doppia da tiri lunghi 40m vien complicato...sì, ok. Male che vada scenderò ugualmente lasciando del materiale in via...però...
Non sono veloce in solitaria, allora ne approfitto per recuperare tempo sul sentiero dove, fortunatamente in questo periodo posso godere di una condizione fisica molto buona e di buoni piedi!
Nel frattempo così ho rinviato la questione paura e la questione attacco o non attacco!!!


Il Torrione del Pertusio e lo Spigolo Mir in rosso.

Il cielo è splendido, c'è un filo d'aria ma solo quanto basta per non avere le solite nuvole estive. Fa caldissimo, come fosse luglio ma il cielo e i colori sono settembrini!
Il Torrione del Pertusio fa bella mostra di sè lungo ampi tratti del sentiero e mi ruba qualche minuto, relazione alla mano, per l'osservazione del tracciato della via e per una fotografia. Questi comunque saranno tutti minuti recuperati dopo!
Sono all'attacco in un attimo. Metto i pantaloni lunghi al posto dei corti, infilo una maglietta, imbrago, appendo in ordine il materiale...infilo la corda nello zaino ad asole aperte con un bel nodo sul capo in fondo e mi ritrovo automaticamente all'attacco della via senza pormi ulteriori domande, quindi ha già deciso il mio corpo.
Si va!


Sono sotto e sto per attaccare la via.

Faccio sosta sulla grossa clessidra alla base utilizzando un mio anello di mezza corda nuovissimo e parto.
I vecchi anelli di corda li guardo sorridendo!
Pensavo che i primi resinati fossero più vicini. Chissà come pensavo di cavarmela quando provai anni fa a salire da primo...
Conoscendomi, l'epilogo era scontato!
Lo zaino mi butta in dietro e rende il primo tratto e tutti i tratti più ripidi, molto complicati.
Riesco comunque a stare bene sui piedi e immagino già che oggi, sarà dura anche per loro e lo sarà!
Arrivo al tratto più appoggiato, vedo il chiodo mezzo nascosto e ci rinvio sorridendo!
A tratti la roccia è bruttina e si rischia di tirar giù qualcosa o di finirci giù insieme, quindi devo stare molto accorto, soprattutto traversando a destra per entrare nel canale sotto la seconda sosta (Ho concatenato L1 e L2).

Mi piace il silenzio delle scalate solitarie.

Oggi però è mercoledì, giornata di rifugi aperti e, qualche frequentatore passa, seppur di rado, sul sentiero delle Foppe che è proprio qua sotto. Qualcuno mi osserva se sente il tintinnio del materiale ma passa subito oltre.
Due persone invece si fermano di più. Mi guardano, cosa che non mi interessa più di tanto e mi fa quasi piacere ma, si mettono mica a parlare di incidenti in montagna?
Non gradisco particolarmente allora, per non sentirli comincio a fischiettare e canticchiare una musica che amo particolarmente che non so come si intitoli ma mi rilassa, mi porta ancor più fuori dal mondo di dove sono ora, appeso, da solo su una parete alta cento volte più di me...
Era la musica di uno spot degli anni 90. Una donna di cui si vedevano solo le mani versava del whisky nei bicchieri e, da una finestra o da un portico, si vedeva il mare, forse se ne sentiva il rumore. Forse rientrava una barca a vela ma, la cosa più bella era il suono della sua voce, del suo canto a bocca chiusa...e mi faceva sognare...
Spariscono le voci, sparisce tutto tranne la scalata...mentre canto...
Sono in sosta.
Eseguo le operazioni che non sono così abituato a fare con moltissima attenzione e scendo a recuperar tutto e a sciogliere la corda alla base. Ormai sul sentiero non passa più nessuno.
Quando arrivo in sosta la seconda volta sono le 17:35. mi allongio, preparo la corda nello zaino, trovo un modo nuovo e più comodo per appenderlo e alle 17:45 sto ripartendo.
VI-...ricordo Paolino, in una delle innumerevoli sere appanchinati fuori dalla palestra di arrampicata che diceva che, secondo lui il passo di VI- non c'era...
Quando andai da secondo, leggero e anche un po' tirato dall'alto glie lo confermai anch'io ma credo che invece un bel paio di passi di 5b/c (o VI- che dir si voglia) ci siano tutti.
Sono su buone lame ma i piedi sono solo decenti e con 70m di corda nello zaino, i due metri da fare sembrano anche aggettanti, in realtà credo siano solo verticali... Non si vedono chiodi a parte il primo, molto vicino alla sosta che protegge il passaggio. Supero il passaggio atletico poi salgo verticalmente come impone la logica, appena ho un piede molto buono proteggo con qualcosa nelle fessure poi la rampa si appoggia via via e trovo un vecchio ma buon chiodo sulla mia sinistra. Più su, molto lontani vedo i resinati inox del 2003...
E' sempre rilassante sapere di essere più o meno sulla strada giusta!
Il tiro è lungo. Non se ne vede la fine anche perchè dopo un diedro/camino di qualche metro ben protetto a resinati sullo sperone di sinistra e ulteriormente proteggibile, si aggira andando a destra uno strapiombo con bellissimi passi tecnici, un incrocio di mani elegante...bello bello davvero. IV+ o anche un bel V.
Credo si possa fare anche a bestia ma io, se la metto solo sulla forza di braccia, non vado da nessuna parte!!!
Anche qui non si vedono chiodi e decido di andare a destra perchè mi pare più logico e semmai dovessi sbagliare, quel poco che vedo è roccia fessurata che permette di proteggersi e forse anche di disarrampicare fino al tratto delicato ma ben protetto da un fittone resinato.
La mia relazione qui fa un po' acqua...
Vado a destra. Sono sulla strada giusta. Vedo due o tre chiodi per un'altra ventina di metri! Il tratto è molto facile ma delicato perchè qualche pezzo di montagna non sta troppo insieme.
Integro con un paio di friends, un cordino a cui metto il moschettone della macchina fotografica e rinvio nei chiodi con due moschettoni a ghiera e, quando vedo la sosta a sinistra, rinvio all'ultimo chiodo con il moschettone di un friend lasciando appeso il friend che non dovrebbe più servire!!! I rinvii erano finiti venti metri prima! sarà il caso di comprarne due o tre ...o anche quattro!!!
Arrivo in sosta e ho conservato per l'occasione un anello di corda con cui unisco i due fittoni e un moschettone a ghiera che attacco ad un fittone e su cui fisso la corda col nodo barcaiolo e mi allongio. Lo zaino lo appendo ad un asola dell'anello di corda con un altro moschettone a cui ho attaccato il reverso!


Faccio sosta (S3) con gli avanzi! ...ma è buona, è buona!!!

In vita ho la longe con il ropeman e il grigri per scendere.
Avrei potuto rinviare ancora col moschettone che teneva le scarpe o con quello dei dadi!!
Scendo e risalgo, nè piano nè veloce! Scatto un paio foto dopo aver fissato nuovamente il cinghietto della macchina fotografica al suo moschettone!


Amici a pagamento ed esposizione...
...che fortunatamente oggi non colgo se non in discesa appeso alla mia edelrid 9.8mm!

Manca ancora qualche minuto alle 19:00 quando parto per gli ultimi 40m circa di tiro.
Partire dalla sosta mi richiede impegno. Dimentico che sulla sinistra dovrebbe esser più facile e parto su dritto nella spaccatura. Ci sono buoni appigli ma all'inizio è difficile salire coi piedi ma ci riesco. Non trovo alcuna maniglia all'interno delle spaccature ma me la cavo con una lametta e un'ottima rovescia e va bene così: V sostenuto.
Arrivo al vecchio chiodo piantatissimo e cerco di fare un'opera buona per me, il prossimo e i prossimi, cercando di infilarci un anello di cordino del 6 che eventuialmente potrei lasciare ma non passa. Ci vorrebbe il mio super rampino recuperatutto ma ce l'ho nello zaino. Roba più piccola non ne ho e vabbè. Passo oltre e rinvio al chiodo appena un metro o due più su.
La roccia qui me la ricordavo bella e oggi direi che rasenta la meraviglia.
Non mi sento pronto psicologicamente per la via spittata che vedo a sinistra anche se ci sono quasi ma uso le sue placche granulosissime per i piedi e gli ultimi passaggi li compio tendenzialmente a sinistra del percorso classico e credo che in molti facciano così per sfruttare la solidità e l'aderenza dell'ottima roccia.
Passo oltre la sosta perchè ho letto che ce n'è un'altra.
Salgo l'ultimo tratto facilissimo ma ghiaioso e delicatissimo e arrivo in sosta alle 19:28.







Prima di tutto ammiro la Grignetta infuocata dal sole del tramonto e spreco un minuto per qualche fotografia poi, visto che ho la corda da 70m, decido di continuare il tiro, andare in cima e fissare la corda lassù a quel che troverò in modo da proceder sicuro, eventualmente anche al buio.
Faccio bene. Trovo un bell'albero poco prima del canale di discesa, fisso la corda col barcaiolo, compio velocemente tutte le operazioni del caso, lascio lo zaino ma mi appendo all'imbrago un antivento, gli infilo in tasca una barretta di zuccheri, sali e vitamine, bevo un po', monto la frontale sul casco e parto per il recupero materiale assicurato al grigri.
Fisso la corda anche alla vera sosta e mi calo fino all'altra sosta. La corda non lavora tanto bene sulle lame e sui blocchi e sulle ghiaie dove passa, allora ne recupero un metro e la fisso anche a quest'ultima sosta prima di calarmi tranquillamente e con la corda che lavora bella dritta e sulla roccia buona.
Scendo molto veloce ma sempre senza dare colpi a corda e sosta e risalgo altrettanto velocemente. Di solito riscalo il tiro in tutto e per tutto per divertimento ma questa volta ne sfrutto la linea molto dritta e leggermente appoggiata per salire tirando la corda con una mano e spingendo in su il ropeman con l'altra.
Due jumar sarebbero meglio ma vabbè! Il grigri, dopo i primi quindici metri autorecupera la corda a causa del suo peso e nemmeno lo guardo più...
Arrivo su durante il crepuscolo senza bisogno della lampada.
E' poco dopo che sono in cima, mentre recupero almeno 60 metri di corda che devo accender la luce per capir meglio cosa sto facendo!
Finito di recuperare tutta la corda, e al sicuro da incastri e cose varie, per prima cosa mi tolgo le scarpette! Non ho mai fatto una pausa slacciandole e i miei ditoni gridano pietà...


Mitiche 5:10 ma la muerte nei pollicioni...e la libidine di cambiare ali...

Lascio arrivare il male cane, lo lascio passare in un paio di minuti e infilo le mie morbide e velocissime Asics. Sistemo la corda nello zaino infilandola ad asole aperte per far prima e mi incammino.


La soddisfazione! E' tutto a posto appena finito di recuperare anche la corda


Lo spettacolo mi terrebbe in cima ancora per molto...

Starei sulla cima almeno dieci minuti o ci passerei la sera e mi mangerei i due panini con la pancetta che ho comprato poche ore fa ai Resinelli ma il telefono non prende e devo mandare un messaggio o telefonare prima possibile a chi a casa è preoccupato mannaggia a me. Ma è più la soddisfazione che il dispiacere.
Do due morsi veloci e comincio la discesa.
Scendo con attenzione il breve canale di roccette alla luce della frontale e sto bene e poi son sul sentiero dove scendo allegro ma con calma perchè non mi ricordo se è pericoloso, esposto oppure no.
Arrivato sul sentiero delle foppe, apro l'acceleratore e corro verso i resinelli a velocità curvatura!
Lascio il telefono acceso con un messaggio in partenza che però non parte.
Corro col cellulare in mano per guardare ogni tanto se parte il messaggio e rido pensando a ragazzotte e ragazzotti rimbecilliti dagli smartphone che viaggiano col braccio a novanta e non si guardano nemmeno intorno e nemmeno in faccia!!! Io guardo avanti!
Rido ancora e penso che, adesso, una bella faccia invece io la guarderei volentieri.
Arrivo alla macchina e telefono al brother. Gli racconto in breve. Ora posso fare con calma...
Una birra?
Macchè! Oggi no!
Mi fermo a prendere acqua e a darmi una sciacquatina alla faccia e alle braccia stanche alla bellissima fontana di acqua gelida dei Resinelli, mi infilo in Panda, metto in seconda e lento, lentissimo come non mai, percorro la strada mangiando e bevendo soddisfatto e molto contento per come è andata oggi...

...e la pauraaaa???

Ah boh!
Oggi era solo quella giusta!

E l'utilità?
La solita. Nessuna proprio!!!
Che meraviglia però.
E adesso voglio solo raccontarla...
Mi piacerebbe passo per passo!

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