Laura e Ste in cima al Campaniletto
Leggi la relazione di Laura su Hikr
Se normalmente nelle mie relazioni sono prolisso, per questa dovrei scrivere un libro...
...ma cercherò di non farlo!
Il tempo è tiranno, sia per scrivere, sia per le nostre arrampicate.
Pomeriggio.
Si va ai Resinelli.
Obiettivo Torre del Pertusio, spigolo Mir.
Mentre saliamo decidiamo che andremo al Campaniletto per la Via Normale (Fasana) a guardare il Fungo dall'alto!
In avvicinamento sulla Direttissima...in assetto inusuale per me, ma sereno!!!
Il Campaniletto (Guida ai Monti d'Italia) TCI/CAI
Sappiamo che è di III+ e dovremmo essere pronti, anche se lassù in alto poi la via è espostissima!
L'avvicinamento fila via liscio e ci troviamo all'attacco del Campaniletto a mangiar gommose.
Laura fa la modella nel caminetto Pagani
Indicazioni sul sentiero della Direttissima
E lei indica!!!
MMMMhhh, le gommose!!!
C'è uno zaino alla base ma non incontreremo nessuno se non una cordata a distanza che sta scalando il Fungo.
Parto per il primo tiro: III+.
Effettivamente attaccare la spaccatura è piuttosto atletico ma va via bene anche quella!
Laura su L1
Da falesista e palestraro inguaribile però vado via fin troppo liscio e seguo i resinati davanti a me senza metterci il minimo cervello e sparo su per la Direttissima Condor.
Quando mi accorgo, sono due resinati sopra, con un dado nel mezzo ed, essendo i passaggi leggermente aggettanti ma ben ammanigliati, disarrampico fino alla sosta (Enorme/catenone vecchi tempi) della normale che era pochi metri sotto di me e solo un metro alla mia sinistra (Chissà come ho fatto a non vederla? Boh!).
Recupero Laura e riparto per il tiro nel camino...dopo aver fotografato con l'obiettivo e col cuore questi colori!
La partenza è buona ma via via, l'ampia spaccatura è sempre meno ampia e sempre più umida e la roccia scivola.
Dopo il primo resinato, a sinistra vedo una possibilità su ottima roccia assolata e asciutta e mi butto in fuori proteggendo i passaggi facili II III ma un po' esposti con un cordino e un friend del 3.
Ad un certo punto ho paura di procedere su massi appoggiati ma dopo attento esame mi pare di no...spero!!!
Rientro a destra sopra il camino e vedo la sosta (uguale alla precedente) qualche metro sotto.
Laura all'uscita della variante del secondo tiro
Nessun problema. Ci sono due fittoni nuovi nuovi all'attacco dell'avancorpo da aggirare a sinistra e mi pare anche meglio.
Sosta e recupero Laura che apprezza la roccia e l'apertura solare della variante.
Terzo tiro.
Parte lei da prima.
Una volta rassicurata che la spaccata (che ho visto fare) dall'avancorpo alla cima vera e propria non è così ampia per il suo fisico minuto, parte e si staglia immediatamente nel cielo.
Sulla sinistra la punta della lancia, sulla destra lei.
Il tiro è di III ma presenta sempre una grande esposizione, soprattutto nella parte alta in cui, a sinistra, sembra che ci sia il NULLA!
Laura sparisce dietro lo spigolo dell'anticima.
E' quasi all'altezza della spaccata e della spaccatura tra le due cimette quando entrambi i tronconi di mezza corda decidono di incastrarsi totalmente che non si va nè giù nè su.
Laura prova e riprova a disincastrarla ma nulla da fare. L'incastro è venuto proprio bene e in zona inaccessibile dall'alto...
Io mi preoccupo un po' per lei, lì quasi in cima, lontana dall'ultima protezione, in balia di un incastro di corda, ma cerco di non esternarlo.
Le chiedo come va e mi dice che è messa comoda e si prende un minuto per bere e pensare un po'.
"Brava!" penso e glie lo lascio, sempre pronto a qualsiasi evenienza...
Quando ricomincia a trafficare, dialoghiamo in modo tranquillo delle idee che ci vengono per uscire dall'antipatica situazione.
Alla fine decidiamo che Laura si autoassicurerà ad una clessidra (purtroppo un po' piccola e di difficile inserimento), io bloccherò la corda in sosta come una sorta di corda fissa e la risalirò assicurato ad un nodo autobloccante Machard fino ad esplorare la situazione dove si è incastrata, sperando di poterla liberare.
L'operazione richiede un bel po' di tempo ma riesce alla perfezione.
Arrampico fin quasi alla fine del tiro da cui vedo Laura. Tra me e lei riusciamo a lasciare la sua clessidra e un dado da lei ben messo durante la salita e poi disarrampico sulla corda fissa senza mai caricarla data l'esiguità della clessidra a monte e ritorno in sosta dove rimonto la sicura per la mia compagna.
Sembra una congiura e, quando riparte, la corda si incastra ancora e Laura riesce a liberarla con molto lavoro e non senza difficoltà.
Laura ora scende disarrampicando con estrema attenzione fino al resinato poco sopra la sosta dal quale la calerò io col reverso.
Detta così sembra nulla, ma la situazione non era per nulla simpatica.
Fortunatamente era su terreno facile e il rischio di cadere era minimo anche se non potevamo sottovalutarlo o peggio escluderlo.
Arriva in sosta. Il momento è liberatorio e ci scambiamo le nostre emozioni e il nostro bene sincero.
"Andiamo a casa Laura che è tardi."
"No Ste!
Andiamo in cima!
Vai in cima!!!"
...Laura sei proprio una matta ma ti adoro anche per questo.
Io comunque avevo spento il cervello.
Una volta finito il recupero ero in modalità ritirata e arrivederci Campaniletto alla prossima, invece...
Riaccendi il cervello Ste!
Ricarica quelle poche pile e su!
Parto io, questa volta dalla variante diretta, a destra del camino tra le due cime.
Parto bene ma appena la situazione si fa verticale e minimamente aggettante, fatico a venirne fuori nonostante sia "solo" un IV.
Fatico e non me la sento troppo di viaggiare più o meno sprotetto in alcuni punti e questo mi farà andare a massa il cervello.
Metto un paio di dadi e addirittura su uno chiederò di farmi bloccare perchè il passo per rinviare il secondo resinato mi toglie energie fisiche e le poche mentali avanzate.
"Si tratta solo di decidere e partire Ste!".
"Ho paura Laura!"
Eccolo qui lo Ste. Che super uomo...
Gentile, attenta e partecipe da vera socia, mi dirà che anche lei lassù poco prima aveva avuto paura...chissà se è vero, comunque mi incoraggia e mi segue centimetro per centimetro.
Io respiro, chiudo gli occhi e metto a fuoco i passaggi...
Sù, rinvio! ...ma non è finita...
Il camino prosegue verticale e l'esposizione aumenta man mano che si avanza.
Sono sempre sui piedi in sicure spaccate quasi riposanti. Il cervello va a mille e da una parte pensa a scalare, dall'altra manda segnali di allarme.
Ora ho un piede sull'anticima e uno sulla cima. Di fronte a me c'è il vuoto totale...
Sono inchiodato lì.
Studio la placchetta alla mia destra. Sembra facile!
Sono qui con un piede di qua e uno di là solo perchè, proprio vicino all'ultimo appoggio per i piedi dell'anticima, c'è uno spuntone attorno al quale un cordino del 7 si avvolge fisso e sicuro...
Messo quello, ho deciso di alzarmi con lo sguardo nel nulla!
A destra però c'è qualcosa! La placca di uscita.
Di fronte invece lo spettacolo è impressionante e bellissimo...
Non è come dirlo, impugnare quella lametta che suona vuota ma chissà quante mani ha visto e vedrà e decidere di recuperare il piede sinistro su quella placchettina lì sotto con una falange puntata timidamente in una fessurina a sinistra...
Osservandola pensavo:"Che facile! ...con un prato di fianco non mi servirebbero nemmeno le mani." ...ma il prato è cento metri sotto o forse più, esattamente in verticale...
Dopo qualche respiro e gli incoraggimenti di Laura decido che è davvero facile e, anche con un po' di tremarella non dovrei venir giù!
E' a quel punto che la tremarella passa e porto di là anche l'altro piede.
(Il Toso poi dirà:"Il vecchio Ste quel passaggio non lo avrebbe mai fatto!" e confermo! Ma non ci sarebbe nemmeno arrivato!!!).
Una volta di là, spostando le spalle a sinistra, la lama per la mano destra lavora meglio e si sale un po' coi pedi fino ad imboccare il sistema di lame a sinistra della placchetta e con salita facile in senso antiorario sono in cima.
L'ombra del Campaniletto vista dalla cima.
Sono in cima Lauraa!!!
Attimo di disorientamento!
La cima è vuota.
Non vedo nulla, solo la roccia.
E' bellissimo ma niente madonnina, e soprattutto, niente sosta!!!
Lo so che è impossibile a meno di un crollo recentissimo che sarebbe già stato evidente!
Mi sporgo dalla cima sull'altro versante e, mezzo metro sotto di me, vedo i due bei fittoni con catena e anello di calata pronti ad accogliermi a fianco della madonnina di vetta!
Sosta!
Il fungo.
Siamo molto felici!
In un momento così, dopo essere usciti da una situazione antipatica, dopo aver faticato entrambi per conquistare la cima, ogni cosa la godi al massimo, anche fare pipì!!!
Ora siam pronti per la conquista totale dell'esile Campaniletto!
Laura sta salendo!
Laura sulla variante diretta poco prima della spaccata.
variante 92 aa Guida ai Monti d'Italia TCI/CAI.
Non riesce a togliere il mio dado del 10 che si è incastrato e le dico di lasciarlo lì che un pomeriggio così varrà ben un dado! Le dico di salutarmelo e gli faccio l'in bocca al lupo per il suo o la sua nuova padrona! Domani è sabato e qui ci sarà di certo qualche passaggio!
Ecco La mia socia! GLi ultimi passi verticali e duretti nel camino fino alla spaccata e poi la placca finale e su in cima!
Ce la siamo meritata, nonostante la lezioncina che ci ha dato la Grignetta e di cui faremo tesoro!
Il sole è basso e sta per tramontare e noi siamo tanto felici della nostra conquista e del nostro pomeriggio!
E' stata difficile, sudata per entrambi e proprio per questo le sensazioni sono così forti e indelebili.
Quasi al tramonto (Foto Laura)
Mmmhhh! Buono il pane con l'uvetta! Grazie Laura!!!
Ora, dopo un paio di fotografie, bisogna mantenere la concentrazione per scendere e magari uscire dal Caminetto Pagani prima del buio...
Così è!
Recuperiamo anche il dado del 10 che torna attaccato al mio imbrago.
Per recuperarlo mi vien comodo il chiodo da roccia che mi porto appresso sempre per occasioni di questo genere e magari chissà, per azzerare su un buchetto o su una stretta fessura come si faceva sui passaggi iniziali della via Comici al Nibbio!!!
Laura sulla direttissima va il doppio di me, nonostante le sue nuovissime Salomon da trail running scivolino un po'...come le mie Brooks da T.R. (anche se oggi ho quelle da strada), ma si volta e mi aspetta spesso.
Va fiera della sua velocità di percorrenza su quel terreno e scende veloce anche oggi ma, dietro la curva, so che è lì ad aspettarmi e mi fa piacere e mi incoraggia.
Io sono nuovo dell'ambiente e comincio a capire ora cosa vuol dire camminare su questi sentieri che fino a poco tempo fa trovavo impegnativi come un'ascensione.
E poi sono anche un po' stanco fisicamente!
Una cosa che so per certo invece è che le suole delle scarpe da corsa su strada, sulle roccette, vanno meglio di quasi tutte quelle da trail running che son fatte per la terra salvo eccezioni...
Già che sono in vena di critiche, parliamo di Lario Rock Pareti, guida recentemente acquistata...
Trovare la gradazione francese su una via classica mi lascia un po' perplesso, 3a, 3c.
Poi sul Campaniletto siamo "sfortunati" perchè nel disegno dà 3a a sinistra e 3c a destra.
Nelle due righe di relazione dà 3c a destra e 3a a sinistra...
Ora dico una cosa:"con quel che costano...".
Trovo al suo interno molte contraddizioni: una pagina di introduzione a come affrontare la Grignetta più che ottima e poi un "via per principianti" sulla normale al Campaniletto che OK, come difficoltà non sarà fantasma delle libertà al Cinquantenario, ma è decisamente più pericoloso l'ambiente...
W la guida ai monti (che ho) di Eugenio Pesci (che però è anche autore di Lario Rock Pareti) redatta anni fa, chiara nelle descrizioni, e anche ricca di storia.
Una guida poi dovrebbe semmai implementare quelle precedenti e non distruggerle.
L'unica cosa nuova che c'è in Grignetta dall'87 forse è la richiodatura a resinati e sulle piccole relazioni non mi sembra presente...quindi, attualmente non sono soddisfatto dell'acquisto. ...anche vedere una via in Antimedale data S1 mi fa spavento per chi non sa e magari ci crede pure...Per ora trovo che abbia uno stile falesiaro in un mondo che non lo è e mi pare pericoloso ma è solo un mio parere.
Ce l'ho solo da quattro giorni e spero di cambiare idea guardandola meglio...
Tre piccole guglie apparentemente animate ci salutano insieme alla Luna...
...me la cavo benino anche sul caminetto Pagani in discesa, nonostante tutto, l'imbranataggine e un po' di stanchezza.
Le frontali poi cominciano a lavorare, superiamo il canalone Caimi e siamo alla macchina...
Torniamo tranquilli, certi di non poterci ripetere presto per via degli impegni diurni ma chissà?
Si avvicina la Luna piena!!!
Dopo una ventina di chilometri mi accorgo che sto viaggiando col portellone del bagagliaio aperto. ...perso nulla forse!
Le energie sono al lumicino ma è troppa l'eccitazione per la giornata passata e troppo poco il sonno.
Ci si scrive e spediamo foto fino a tarda ora...