Piramide Casati - Grigna Meridionale (LC) - Spigolo di Vallepiana
Giovedì 06 agosto 2015
L'ennesimo tramonto.
La gioia potrebbe essere una sensazione monotona!
Io ho un modo strano di vivere le cose mi dice Laura.
La posso capire, anche se è il mio modo, quindi a me strano non sembra!
Io sono un libro aperto ma le pagine sono tante, scritte molto fittamente, complicate e in continuo aggiornamento...e non sono un tipo facile, nè per gli altri, nè soprattutto per me stesso
Le sensazioni che respiro poi sono tutt'altro che monotone e, se arrivo alla gioia, è un insieme di così tante sfumature...
E' sempre un viaggio in cui la monotonia non è di casa ma l'intensità totale lo è sempre e caratterizza ogni mia sensazione buona o meno buona.
Poi ci sono i momenti che rimangono di più e quelli che rimangono di meno.
Questi rimarranno di più
h 16:45 Stiamo attaccando dopo un avvicinamento passato bene, piuttosto tranquillo a passo lento, sotto il sole cocente.
La Grignetta oggi è un forno, il meteo è stabile.
Sul sentiero della Direttissima siamo mezzi nudi.
Abbagliato da due soli!
Abbiamo preparato e studiato questa via.
Siamo una cordata ormai. Siamo lenti ma ci muoviamo regolarmente. Abbiamo moltissimo da imparare ancora ma scaliamo insieme da un po' e stiamo andando per gradi.
Era un po' che si parlava del Sigaro e dello Spigolo di Vallepiana per la fine dell'estate ma ce la siamo sentita prima per entrambi.
Il Sigaro addirittura prestissimo, ed ora lui.
Questa linea mi ha intrigato fin da subito. da quando la vidi la prima volta dal Colle Garibaldi.
In realtà, vedendolo di fronte, ero rimasto ignorantemente affascinato dal "Camino Porro" che mi affascina tutt'ora, sembra drittissimo, ma è sempre umidiccio, bagnaticcio e scivoloso poi, informandomi del camino, scoprii il meraviglioso spigolo scalato da Giovanni Gandin nel 1935 con il conte Ugo di Vallepiana appunto al suo seguito!
E' un'altra di quelle vie che desideravo con tutto il cuore percorrere ma che pensavo di non poter mai fare, invece eccoci qua a mangiar gommose, pane e uvette al suo attacco, in un pomeriggio che si trasformerà in notte, arrivati slegati dal sentiero della Direttissima, sentiero Giorgio e canale di ingresso di II grado percorso senza sentire la necessità della corda...
Accesso:
Il canale di accesso che si trova venti o trenta metri dopo un masso con una R disegnata e tre bolli rossi è stupendo.
Mi ha sempre terrorizzato fino a giovedì, quando l'ho percorso sempre concentrato ma in relax, chiacchierando con Laura alle mie spalle mentre ci godevamo entrambi sulla pelle l'aria gelida che soffia in continuazione dalla lunga spaccatura che forma la rampa di salita. Da qui poi, per comoda traccia, in un attimo siamo al colletto da cui inizia lo spigolo.
La via:
Dopo esserci alimentati e idratati a dovere parte Laura per il primo tiro:III+.
Bisogna andare un po' di qua e un po' di là. Ci sono molte relazioni. Noi abbiamo usato questa e ci siam trovati bene!
Il passo chiave del tiro si vede dalla sosta e non è difficile ma parliamone.
La mia socia è la mia socia, sto imparando a conoscerla a poco a poco e la difendo a spada tratta!
Fatica leggermente a trovare il modo di passare. Noto però che non arriva all'appiglio che io ho utilizzato per progredire successivamente. Il grado, se si è minuti, si eleva un poco perchè il passo diventa verticale o addirittura minimamente aggettante e con qualcosa in meno direi che un IV ci sta tutto.
Però passa e poi corre fino alla sosta! Brava Laura!
Il secondo tiro è considerato il tiro chiave della via. Le relazioni lo gradano IV+ con qualche passo di V secondo dove ci si dirige.
Il primo resinato è dritto sopra la sosta ed è invitante. Più difficile dicono! La rampa più facile e intuitiva che lo aggira mi piace di più. Evito il resinato, proteggo con un dado e sono alla base del tratto chiave.
Lo spigolo si rizza quasi verticale e in brevi tratti è aggettante, minimamente strapiombante per poi ri verticalizzarsi. Si trovano resinati e vecchi chiodi.
Scalo bene, risparmio forze e non mi prende ansia ma solo godimento.
Sono impegnatissimo, attento e concentrato, integro con un dado e un friend e passo a destra dopo l'ultimo resinato con alcuni passi delicati.
Da qui in poi non trovo modo di integrare nei metri e metri che mi separano dalla sosta.
In uscita dal tratto chiave, questi metri di parete danno la sensazione di essere appoggiati e son sempre facili ma non sempre ci sono maniglie per le mani e non poter integrare mi mette alla prova.
Mentre salgo, penso solo per un istante che se dovessi volare, la mia compagna mi terrebbe perchè ci sono molta corda e molti ancoraggi in gioco. Forse non picchierei nemmeno troppo...ma i venti e passa metri di volo me li ricorderei per sempre!!! ...comunque...
Scalo lento ma stabile, senza tremolii e con cura mi porto in sosta scoprendo ancora con sorpresa di non soffrire più di tanto anche se utilizzo parecchia benzina per il cervello!
Quando arrivo alla sosta del tiro chiave penso che la via sarà nostra! Tutta!
E data l'ora sarà anche tutta nostra come sempre!!!
Gli accordi preliminari sono che Laura farà il primo e gli ultimi due tiri e io i tre centrali.
Sono felice quando invece Laura mi dice che partirrebbe volentieri lei per il terzo tiro.
Ci piace molto scalare a comando alternato, leggiamo la relazione e le faccio l'in bocca al lupo a modo mio per il viaggio di 40 metri e l'uscita di IV che son convinto si mangerà a colazione.
Così è e arriva puntuale il suo "Ste, molla tutto!".
Salgo veloce, mi infilo nel camino Porro che è umidiccio e scivoloso e poi faccio i complimenti e un paio di foto a Laura mentre affronto il muretto verticale che porta alla terza sosta.
La sosta è su un masso a strapiombo separato da una cengia dallo spigolo. Si può aggirare facilmente ma anche scalare subito dritto per dritto con un paio di movimenti decisi su ottime lame e appoggi. Decido per quest'ultima così tengo la corda più dritta e parto per quest'altro viaggetto che sale di qua e di là per muretti e diedri/canali/camini appena accennati.
La via è intuitiva e corrisponde alla relazione.
In alcuni punti si notano un paio di resinati a confermare la scelta dell'itinerario. Si integra piuttosto facilmente.
Mi mette un po' in difficoltà psicologica la facile cengia inclinata in diagonale verso destra. E' larga come me e molto aerea, e per scalare bene ed in modo più stabile e sicuro, l'aria devi prenderla tutta!
La parete sulla sinistra sembra cercare di buttarmi giù. L'unico modo per non farmi spingere è staccarmi col corpo dalla cengia e portare le spalle all'esterno. E' vero per fortuna che ci sono ottime lame per le mani come dice la relazione! E' sprotetta ma trovo da mettere un dado e un friend consolatori, in modo ordinato e senza attriti.
Alcune relazioni circolanti, anche di un certo spessore, dicono che non serve integrare e di portare solo 6 rinvii. Inutile dire come la penso tecnicamente ma vorrei solo dire che gli sboroni vanno considerati sempre per quel che sono...
Il muro finale è molto bello e atletico. Non supera il IV IV+. Metto un dado all'inizio e arrivo in sosta su un piccolo pulpito dalla visuale meravigliosa.
Dò i comandi a Laura, lei risponde, recupero la corda in avanzo, attrezzo la sicura e, quando la mia socia parte, inizio a guardarmi in giro.
Mi rendo conto che la vedo, laggiù, piccolissima e lei poi mi dirà lo stesso, che mi vedeva diventar piccolo mentre salivo e pensava:"Ma questo tiro non finisce più?".
Comincio a tempestarla di click mentre, ad ogni suo passo, recupero attentamente Criss e Cross, le mie mezze!
Guardo il sentiero di fronte, quello che sale al colle Garibaldi e porta al Sentiero Cecilia, Val Scarrettone, ecc.
Lo percorsi la prima volta poco dopo il corso di alpinismo da allievo quando affrontai la Direttissima in 4 ore e col materiale per fare una via...
E fu quel giorno che vidi il Camino Porro, ecc, ecc e poi lo Spigolo...
Lo percorsi poi moltissime volte allenandomi per "Il Mio Privato Scaccabarozzi".
Penso: lo spigolo di Vallepiana l'ho sempre osservato da lì con stupore.
Oggi è il contrario.
Con lo stesso stupore e forse di più (se possibile) sto osservando il colle e il sentiero dallo Spigolo di Vallepiana...
Sorrido e godo appieno di questa strana cosa.
Ovviamente aggiorno di questo la mia socia appena arriva in sosta e fotografo il sentiero dallo Spigolo!!!
Quinto tiro. Parte Laura come d'accordo.
Sono pochi metri un po' impegnativi di IV con una bella fessura con lame comode per una bella Dulfer atletica o da affrontare frontalmente con qualche allungo. Lei opta per gli allunghi, io per la Dulfer, poi ancora qualche metro facile e si è in sosta in vista della cima!
So che per Laura le cime son più importanti che per me.
A me interessa la via, la giornata, i momenti, anche la cima ma non la trovo così indispensabile.
Il tiro, stando all'alternata, toccherebbe a me ma le avevo già concesso la cima negli accordi precedenti e sono felice di confermarglielo e lasciargli gli ultimi 50 metri di cresta che portano alla conquista della piramide di ferro in cima al Casati, la quinta guglia della Grignetta conquistata insieme!
Mi fa morir dal ridere la diatriba su quanto dista la piramide dalla sosta e ci divertiamo a sfotterci un po'!!!
La piramide è nostra! Lo Spigolo di Vallepiana pure!
Che via meravigliosa...
Laura poco sotto la cima
Discesa:
Nemmeno una foto di vetta. Meglio scendere che non conosciamo la discesa e vien buio.
Faccio come qualche anno fa, parto deciso sulla traccia, un po' di fretta, sbaglio e mi ritrovo a scendere a destra in un canale che non è facile e non è di II come dicono le guide.
Di bolli rossi neanche l'ombra.
Sto attrezzando una doppia su uno spuntone quando pensiamo che magari il sentiero sia più alto. Laura, sfruttando le ultime luci serali, va su per un canale a cercare e trova due ometti e una sosta per calarsi poco prima che faccia buio. Avrei dovuto stare alto e subito più attento...
Un bel sasso grosso come un melone e piuttosto lanciato cerca di prendermi in pieno ma riesco ad abbassarmi in tempo per farlo passar sopra lo zaino e salgo anch'io alla sosta.
A vederci meglio si potrebbe scendere disarrampicando ma col buio che arriva preparo la doppia.
Ci caliamo e scendiamo nel canale a sinistra (spalle alla Piramide Casati).
Il ghiaione diventa sentierino e ci troviamo su un bel sentiero attrezzato e segnato con bolli rossie bianchi.
Dopo un po' di su e giù in cui io avevo totalmente perso l'orientamento capiamo di essere sul sentiero della Val Scarrettone e la direzione da tenere per rientrare verso valle.
Una volta arrivato da Laura dopo l'ennesimo avanti e indietro la trovo che mi chiede di sedermi, spegnere il frontalino e mangiarmi un buon panino che ha preparato nel frattempo.
La bocca è asciutta e il pane scende a fatica ma è un ottimo modo per staccare un attimo.
Condividiamo quel poco di liquidi che mi restano nello zaino, godiamo del paesaggio che potrebbe essere Bellagio ma anche qualsiasi luogo tra Amalfi o San Vito lo Capo, ridiamo un po' e riprendiamo il nostro tunnel spazio temporale che ci riporta in Grignetta sul sentiero Cecilia poi sul sentiero Giorgio e infine sulla Direttissima.
Siamo alla macchina alle 00:30!
Fantasticavamo su una birra fresca ma nonriusciamo a procurarcela.
La strada di casa è lunga e per me passa attraverso un sonnellino, poi finalmente, casa, frigo, birra (salute allo Spigolo di Vallepiana), succo, doccia, nanna.
Al mattino dopo lei lavora presto, io ho da innaffiare presto e badare alle piantine trascurate dell'orto.
Sarà dura! Per me neanche così tanto impegnativa e la soddisfazione per la via renderà la mia giornata successiva meravigliosa.
Ora di guglie ne mancherebbero un'altro paio o tre / cinque, forse più, poi non ho più idee per ora...
Speriamo che ci aspettino senza crollare!!!
Poi le altre si vedrà!
Ciao!
Stavolta abbiam proprio spaccato socia!