17 maggio 2015 - Monte San Giorgio

Era tanto che pensavo al Monte San Giorgio in mountan bike.



Quando cominciai a lavorarci come guida per l'UNESCO M S G, realizzai in una settimana un'esplorazione a tappeto, soprattutto di corsa con le mie meravigliose scarpe da running gialle in modo da conoscere anche gli angoli più reconditi della montagna!
In quel periodo ricominciavo anche timidamente a pedalare e, qualche salita facile sulle sterrate dalla parte varesotta, la percorsi con la mia vecchia Stumpjumper con grande soddisfazione.
E spesso, mentre ero a piedi su sentieri più complicati, mi trovavo di nuovo come un ragazzino, a fantasticare e a chiedermi se qualche tratto fosse ancora per me possibile percorrerlo in bicicletta...
Ricordo che mi capitò di farmi queste domande anche mentre scendevo corricchiando sulla lastricata che porta dalla cima del Monte San Giorgio fino al paesino di Meride...



Mi chiedevo se fosse possibile percorrerla in salita data la sua pendenza allucinante...
Ebbene, dopo qualche anno a bruciar tappe di reintroduzione alla mtb, molti km, un paio di diplomi che mi han dato soddisfazione, ecco che le coincidenze e un paio di sfighe trasversali, mi portano ad avere il pomeriggio libero e a chiamare i miei soci di mtb Rebu e Carletto.
In questo periodo sanno che li lascio come ultima scelta, da vero ingrato, ma mi vogliono bene e mi sopportano...grazie!
Carletto non lo trovo, ma Rebu sì. E' lui che da tre giorni insiste per andare in bici in montagna da qualche parte! Lo sci è saltato, la scalata pure e, allora andiam noi!
Lasciamo la macchina alle cave di Arzo. Da qui arriva il Broccatello di Arzo, una roccia da costruzione ornamentale, molto usata in passato e ricca di fossili.
Fa molto caldo.
Montiamo le bikes e via, pian pianino ci spostiamo a Meride. La salitella di avvicinamento è corta ma non così ridicola come me la ricordavo.





Giriamo in via Peyer (il famoso scienziato che cercò e studiò i fossili del Monte San Giorgio) e poi, con un tornante a sinistra indicato dai segnavia, entriamo nella lastricata a lieve pendenza fino alla chiesetta.
Altro tornante a destra e ci immergiamo nel bosco.
Detto da uno che per anni ha sognato di vincere il Giro d'Italia e che amava percorrere i passi alpini asfaltati, suonerà magari come una bestemmia ma...
Salite come lo Zoncolan o il Mortirolo, tecnicamente e fisicamente, a questa non possono nemmeno pulire le scarpe.
Dopo pochi metri, appena l'antica lastricata comincia a curvare verso sinistra, comincia l'inferno!
La pendenza è assurda.
Inizialmente troviamo i sassi bagnati e le mie gomme si comportano come sul ghiaccio ma già lo sapevo.
Fortunatamente è solo un lieve tratto. Il resto sarà asciutto.
La taglio corta.
La salita è ripidissima (dimenticate le percentuali classiche), è irregolare e la bici salta e scalcia dappertutto.
Ti strappa i polmoni e il cuore e, a me che non ne ho così tanti, ha richiesto moltissime pause. Se non siete più che abili nella guida e allenati, mettete in conto di spingere la bicicletta per gran parte della della salita e credo che ne valga comunque la pena.
Di positivo c'è spesso una trazione assurda e incredibile che permette a volte di spingere in piedi il 22 / 36. Io altrimenti sarei andato all'in dietro.
Fate voi, dunque, in quei tratti quale possa essere la pendenza.
Il resto si sale in punta di sella.
La mia zona perineale mi ha dato l'ultimatum e, grazie a questa salita, domani andrò a ritirare la mia sella nuova, con inserti in gel e totalmente scanalata anche in punta!
Circa a metà, poco prima di arrivare a Cassina, la strada spiana ed è un sogno pedalarci col 33 anteriore.
Il luogo è incantevole.
Poco dopo, la salita torna a farsi erta ma per qualche tratto è tecnicamente più facile perchè non è più lastricata ma in terra battuta.





La pacchia dura poco. Appena tirato un po' il fiato, la salita torna a pendenza folle e, dove non lo è, diventa sassosa ma i sassi non sono incollati al terreno e rotolano qua e là.
Estrema soddisfazione in cima poi!
Mentre arrivo suonano pure le campane!!!
La giusta conclusione di un pomeriggio memorabile!
Il Paradiso in vetta arriva tutto d'un botto!
L'ultimo tratto ripido, ci si infila a destra della chiesetta/bivacco e, una volta di là, parla il panorama.
Grande soddisfazione in cima, nonostante qualcuno sparlasse del fatto che le bici le avevamo spinte a piedi per tutta la salita!!!



Complimenti a Rebu che migliora ogni giorno di più e ne ha percorso una gran parte in sella.
Il suo sorriso e la sua gioia in cima sono la mia seconda soddisfazione della giornata! La discesa l'abbiamo affrontata inizialmente sul primo sentiero che si imbocca a destra pochissimo sotto la cima.
Ci sono molti sassi, rocce in posto ed è difficile ma molto divertente.
Alcuni brevi tratti si può decidere di percorrerli a piedi e si ammorbidiscono le difficolta generali.
Ad un bivio con palo segnaletico ma senza segnali andiamo a sinistra e ci troviamo a costeggiare nuovi scavi paleontologici fino ad arrivare nuovamente a Cassina.
Poi giriamo a destra costeggiando il rifugio e ci troviamo su un bel mezzacosta in sali-scendi molto divertente.
Al bivio successivo, in corrispondenza di una meravigliosa fioritura di Aglio ursino, prendiamo ancora a destra per Serpiano.
Tratto di discesa magnifico e poi, atraverso sentierini e stradine scelte accuratamente ma difficili da spiegarvi (ma portano tutte giù!) ci ricongiungiamo alla stradina Serpiano Meride.
C'è tempo per rilassarsi davanti a una birra e dei salatini!
Siamo stanchi ma molto soddisfatti!
Gran giornata, salita e discesa da ripetere e da implementare con la discesa che va da Meride a Riva San Vitale.
Alla prossima Monte San Giorgio...

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