Vabbè, ma non riesco a non parlarvene...forse la giornata più bella che io abbia vissuto con mio fratello...
- Partenza h4:00 da Casa Era il 1992. ...notate che quando si apriva il cancelletto di casa e si usciva ci dicevamo:"O muoio o arrivo!" ...e ci credevamo davvero ed allora le cose potevano solo essere grandi! Noi però abbiamo rischiato grosso ma vissuto appieno. La data non me la ricordo, il giorno prima erano usciti i risultati della maturità ...un 36 che per me valeva oro...
Mi ricordo una sosta pipì mentre cominciava ad esserci luce; eravamo alle porte di Novara e si vedeva la torre che assomiglia alla Mole Antoneliana di Torino, poi mi ricordo che tra il lago di Viverone ed Ivrea viaggiavamo a 33-35km/h, mio fratello non era molto allenato in quel periodo ...quindi era un po' troppo considerate MTB e gomme da fuoristrada... Ad Ivrea un disastro per trovare la strada per Cuorgnè, chiediamo ad un taxista che si fa seguire e la troviamo e poi il deserto, niente acqua, niente negozi, c'è solo un fiume...un caldo pazzesco e ci stiamo disidratando, pensiamo di andare al fiume, ma Lele vede una fontanella in un cascinale semiabbandonato ...ci siamo immersi ed abbiamo bevuto un litro di acqua a testa, ripartiti alla volta di Ceresole Reale ...ricordo immagini vaghe, ma stupende di una stradina di mezza montagna in mezzo ai boschi ed una opel vectra turbo che allargava i tornanti perchè sull'interno si sarebbe capottata, ma quanto tiravano quei tornanti ...18%circa e a mio fratello è caduta la catena e si è incastrata tra pignone e telaio...un casino che capitava spesso ai tempi! Lo chiamavano "risucchio della catena".
Sistemiamo tutto ...con le solite preghiere che non si rompesse la catena. Ripartiamo, facciamo un tornante dalla pendenza assurda e mio fratello dice:'Tonignoo (che sono io!) Gli occhialiii!' Torna giù e lo vedo sparire a velocità vertiginosa, ma glie li avevo messi io nella tasca dello zainetto!!! Un calvario ritornare su... Un bagno di sangue quella salita che non finisce più e poi la pendenza si addolcisce finalmente e troviamo una coda di macchine, la superiamo ed alla fine ci fermano i Carabinieri: non si passa, c'è una frana enorme sulla strada e crollano ancora pezzi di montagna.
E' pomeriggio e non si torna in dietro ad Ivrea e poi Aosta o Milano che sia... Ci informiamo: c'è un sentiero sul versante opposto, ma ci dicono che in bici non si va ...Sì, ciao: In quel periodo, Sentiero uguale Bici e allora andiamo ...una o due ore e mezza non ricordo, a pedalare su un sentiero incasinato con tratti al limite della praticabilità, o a portarsi tutto a spalla ogni tanto...
Ritorniamo sull'asfalto. Siamo affamati. Ci fermiamo in un negozietto e ci mangiamo tre scatole di merendine, chiediamo notizie del gran premio di f1 (chi si ricorda quale?) e ripartiamo. La salita è infinita e a 2300m il Lele finisce la benzina, ma con la testa lui c'è sempre ed al Nivolet si arriva. Si arriva alle 21:00. Una breve sosta al Rif.Savoia (chiuso) e poi ci innoltriamo nel Piano del Nivolet in un atmosfera rarefatta, al crepuscolo, concentrati ed emozionati, scendiamo a Pont (Valsavaranche), telefoniamo ai miei che sono in campeggio a Rhemes, troviamo i gestori che avvisano i miei che ci vengono in contro ma sbagliano Pont (vanno a Pont S.t Martin) e noi affrontiamo la discesa della Valsavaranche che è buio.
Le luci? Ne ha una mio fratello ma è rossa, posteriore ed è fioca!!!
Decidiamo di fare una sterrata dove di sicuro non troveremo automobili, ma è buio pesto e di fianco sappiamo che c'è un bel burrone... allora riduciamo parecchio la velocità e ci troviamo a Rhemes alle 23:30 dopo 19 ore e mezza da che avevamo chiuso il cancello di casa, doccia calda e meritato riposo, dopo un'oretta arrivano anche i nostri genitori. 'notte!