12 agosto 2012
Eccomi di nuovo a scrivere un po' di montagna...
Ho faticato molto quest'anno su e giù per i muri della Palestra indoor di Corsico per il piacere di scalare con quella compagnia e il piacere che mi dà il gesto dell'arrampicata ma ormai l'ho capito che non sono un alpinista.
Magari sarò un discreto istruttore, soprattutto di teoria ...e anche di pratica finchè si va nei posti che piacciono a me e vicino a terra, o sul ghiacciaio ma, comunque sia,
resto sempre UN MONTANARO
e la montagna mi ha sempre, finora inevitabilmente, condizionato la vita...
Continuo a lavorare in montagna appena possibile e ad andarci anche per puro piacere. Non mi manca l'arrampicata, anche se non la pratico da qualche mese ma rieccomi a mettere le mani sulla roccia complice una serie di coincidenze...
L'anno scorso sono stato al Rif.Grassi con Daniele mio socio di Trekking e in discesa verso introbio avevamo scelto un sentiero poco frequentato e sbagliammo strada e volevamo andare a riprovare quella discesa.
La mia amica Ambra voleva andare sul Pizzo dei Tre Signori ma da sola e slegata non se la sentiva.
Ed io l'anno scorso, appena visto il Pizzo dal vicino Rif.Grassi, volevo salirci subito e di corsa ma era troppo tardi!!!!
Pronti via che si va!
Da Introbio partiamo alle 7:30 io e Daniele. Ambra invece è già su al rifugio.
Ci aspettano 1500m di dislivello che percorreremo un po' lentamente (4h) causa il poco allenamento di Daniele che però, dimostra sempre di essere all'altezza di queste lunghe salite. Arriviamo su chiacchierando e canticchiando.
Ambra ci aspettava un po' prima ma eccoci al rifugio.
E' mezzogiorno ma il tempo, per quanto nuvoloso, dovrebbe essere stabile fino a tarda sera.
Partiamo io e lei per la cresta ovest del Pizzo. Si percorre un po' su entrambi i versanti ma è sempre facile (anche se in qualche tratto il versante opposto precipita quasi verticalmente per qualche decina di metri) e a volte si trasforma anche in panettone erboso come al bellissimo Pian delle Parole.
Poco dopo, la cresta si assottiglia per qualche metro...
E' qui che giustamente qualcuno torna indietro. Il passaggio è facile e attrezzato ma leggermente esposto ad una caduta dall'alto quindi a qualcuno può mettere vertigini e agitazione!
Come d'accordo, avevo portato un po' di attrezzatura per assicurare l'amica, allora estraggo una borsetta col materiale per mettere Ambra a proprio agio e per divertirmi a praticare la conserva protetta, tecnica che mi piace applicare sulle poche ferrate e sentieri attrezzati che percorro accompagnando qualche amica/o.
Faccio anche una longe ad Ambra e a me da utilizzare esclusivamente nei tratti orizzontali...
I cavi d'acciaio e gli ancoraggi resinati sono nuovi (del 2011) e ne approfittiamo per utilizzarli...
Poi , sempre sul versante sud, il sentiero aumenta un po' di pendenza, sempre facile anche se un po' instabile a causa della qualità della roccia...
Stambecche e Stambecchi fanno da cornice alla salita.
Arrivati ad un tratto di roccette, il sentiero si impenna decisamente a sinistra fino ad arrivare ad un cavo d'acciaio.
Questo, per un centinaio di metri è il tratto in cui prestare maggior attenzione, soprattutto a non scaricare sassi su chi sta sotto e a non prendersene addosso. Noi, data l'ora tarda, abbiamo incrociato solo una decina di persone ma credo che nei week-end la frequentazione sia solitamente maggiore.
Avevo portato 15m di corda intera e sono bastati per proteggersi agilmente su qualche resinato dei tratti di catena e, dove non c'erano ancoraggi artificiali, su qualche spuntone stabile con l'aiuto di qualche cordino, rinvio o di qualche manovra appresa da alpinisti veri! La traccia è segnata bene se c'è buona visibilità e il percorso non è sempre obbligato.
Si esce poi ancora in cresta e le difficoltà precedenti, seppur contenute, sfumano. Si percorre lo spartiacque e si arriva al rinomato "Caminetto" attrezzato col nuovo cavo d'acciaio.
E' sicuro, basta fare attenzione a non smuovere sassi.
Fuori dal caminetto, si arriva ad un'altra catena per qualche facilissimo metro non esposto e la traccia piega a sinistra. Dapprima sale poi si intraversa su una facile cengia sempre protetta da catena.
La cengia e il seguente tratto che piega nuovamente a destra fino alla cresta sono molto semplici ma esposti.
Prestare attenzione.
Percorrere questi tratti legati, migliora decisamente la sicurezza della progressione e della gita, oltre ad aumentare la possibilità di non utilizzare il cavo e quindi divertirsi di più nella progressione.
Bene, si vede la cima. Recupero Ambra da una vecchia sosta cementata che ritengo ancora affidabile.
Ancora qualche metro di facile passeggiata e siamo alla croce di vetta.
In discesa assicuro dall'alto Ambra nel primo tratto e poi ancora in conserva protetta insegnandole a mettere qualche rinvio ogni tanto. Altre volte l'ho assicurata dall'alto e non ho mai avuto difficoltà a proteggerla nonostante l'esigua attrezzatura. Il mezzo barcaiolo in un bel moschettone a base larga ha sempre il suo perchè!
Bella salita. In giornata, da Introbio, sono 2000m di dislivello e considerando i sali-scendi anche qualcuno di più...ci vuole un po' di allenamento per arrivare giù sani!!!
La discesa poi dalla bocchetta di Foppabona era un conto in sospeso che Daniele ed io avevamo da un anno.
L'anno scorso avevamo sbagliato strada prendendo un mezzacosta che seguiva un tubo dell'acqua. Ci eravamo accorti dell'errore tornando sui nostri passi ma avevamo preferito tornare al Rif.Grassi e ripercorrere tutto a ritroso.
Quest'anno tutto è andato per il verso giusto e la discesa l'abbiam trovata. E' bella e passa per luoghi molto suggestivi ed è molto lunga!
Arrivati ad Introbio siamo andati a recuperare la macchina di Ambra che era al parcheggio della funivia di Barzio, poi tutti alla Sagra delle Sagre a bersi una birra artigianale e mangiare un po' di pasta altrettanto artigianale...
Bella giornata. Bravi Ambretta e Daniele e grazie della compagnia!
...e grazie al Pizzo di essersi concesso!
Considerazioni finali
Il pizzo è una bella salita, molto facile e consigliabile.
Mi dà sempre fastidio e mi spaventa vedere gente impanicata appesa sulle catene con braccia e gambe tremanti, specialmente se sono bambini/e o comunque ragazzi/e giovani.
Continuo a non capire perchè in quel frangente non ci si protegga di più con un caschetto e un normale kit da ferrata all'imbrago.
Sia ben chiaro. Non lo sto dicendo agli alpinisti o agli escursionisti esperti che hanno esperienza e che sanno valutare le difficoltà.
Un alpinista, se procede slegato/a lo fa perchè ritiene che l'aumento di velocità che ne deriva percorrendo quel o quei tratti slegato/a, renda più sicuro il delicato complesso della giornata.
Mi duole molto invece vedere che il 90% della gente inesperta affronta con leggerezza il rischio di cadute dall'alto e porti con sé gente ancor meno esperta ad affrontare l'uscita sottoponendola a rischi ancora maggiori dovuti alla paura.
Detto questo, la salita in giornata da Introbio è pių che fattibile ma richiede buone gambe e buon allenamento, altrimenti la discesa poi non finisce più!
Il rif.Grassi comunque offre un'ottima accoglienza nel caso si desiderasse spezzare la salita in due giorni...
Ciao!