12 novembre 2016
Relazione della giornata passata sulle vie "Centrale" alla Placca di Tegna e "Capretto" al Castelliere ovest, percorse con Simo, insieme alla cordata di Fe e Silvie, e di Toso, Alfonso e Vale
Alla penultima sosta della centrale. Foto Toso.
Una vietta rilassante a Ponte Brolla? Questa l'idea di Silvie e Fe.
Perchè non due? Questa la mia controproposta...
A me sembrano ottime idee sia una che l'altra allora accetto l'invito ad aggregarmi insieme a Simo e metto sul piatto il mio Pandino col bollino dell'autostrada svizzera.
Noi maschi più Criss e Cross, le mie amate mezze corde entrambe femmine e alla loro ultima stagione, facciam una buona cordata come capita spesso ultimamente!!! Ci aspetteremo spesso di sosta in sosta con l'altra cordata di Silvie e Fe, scambiandoci anche del materiale, soste, rinvii, moschettoni e via dicendo!
E'sempre un orgoglio veder scalare i "miei ragazzi" come li chiama il mio amico Toso! Son sempre più bravi e imparano TANTE COSE ogni giorno! ...Anche io però ne imparo ancora e pure in continuazione...
Non si finisce proprio mai di imparare...almeno per ora!
Il Toso, invitato da me a far parte dell'evento "Pandino super-pieno", si aggrega alla combriccola insieme a due dei "suoi" ragazzi, i bravi Alfonso e Vale dovendo mettere in gioco un'altra macchina e un altro bollino che, si spera, si trasformi in qualche sciata in svizzera!!
...la mia maestria nel far fotografie...mi spiace ragazzi!!!
Prima stanno sulla Placca di Tegna insieme a noi, un paio di vie a fianco e ci scambiamo un paio di fotografie (le mie fanno schifo come al solito. Devo farne centinaia per tirar fuori scatti decenti...), poi andranno su "Alpha" agli Speroni e li vedremo dalla parete del Castelliere, illuminati dal sole del pomeriggio.
Arriviamo alle vie!
Relaziono brevemente queste due viette perchè, salvo per la zona degli speroni, non si trova molto materiale online e nemmeno sulle guide, soprattutto perchè le vie tra loro sono tutte piuttosto simili e, come scrivevo a Silvie qualche giorno fa, per scegliere la via da percorrere a Ponte Brolla basta guardare il grado sulla guida, l'inclinazione della parete e si sa già a cosa si andrà incontro!
La Fe sul terzo tiro della "Centrale" alla Placca di Tegna
...ma capita sempre più spesso che, anche i neofiti fortunatamente, cerchino di sapere dove andranno a parare durante le loro scampagnate in parete e questo è un mio piccolo contributo a colmare questo vuoto.
Le relaziono anche perchè la via "Capretto", tanto per cambiare, è un altro mio fantasma del passato ed essendo questo sito anche un diario di viaggio esteriore ed interiore, ne scrivo qualcosa volentieri.
Comincio subito dalle caratteristiche generali della zona.
La Roccia è uno Gnaiss eccezionale che presenta spesso placche compatte e appoggiate con una bella crosta di alterazione nera e ruvida che tiene che è un piacere anche spalmando i piedi quasi a caso.
Dove è grigia-biancastra la roccia offre molto meno grip.
Ogni tanto le placche sono intercalate da fessurazioni piene di quarzi.
La tipologia di scalata varia decisamente da quando il pendio è appoggiato a quando si presenta tendenzialmente verticale.
Nel primo caso sarà di pura placca con movimenti che ricordano quelli di un gatto...quasi come quando il felino, muove gli ultimi passi lenti, prima di sferrare l'attacco con scatto deciso.
Le mani...beh, spesso sono su tacchette comunque semi-inutili in caso di scivolata o semplicemente appoggiate alla roccia.
Quindi, come diciamo io e il mio amico Toso:"Piedi bene e su"!
Quando la parete si fa tendenzialmente verticale, la scalata cambia. Un sapiente utilizzo dei piedi e una buona gestione dei pesi ripagano sempre, ma cambia la situazione delle mani che si trovano ad ancorare piccole tacche, maniglie, appigli rettangolari un po' svasi, fessure a lama o rettangolari nette, tendenti allo svaso.
La chiodatura a Ponte Brolla è generosa e abbondante e può sembrare anche vicina ma non lo è sempre. Normalmente è ottima ma a volte non proteggerebbe il volo sulla cengia sottostante ad alcuni passaggi e questo bisogna valutarlo.
Sulle gradazioni delle vie che si trovano sulle guide (come Plaisir sud) dico solo che è meglio volare bassi, almeno inizialmente, se non si è abituati a scalar su quella roccia e se si mangia quasi solo calcare e prese di plastica a colazione, pranzo e cena come me...
Le soste sono quasi tutte con doppio anello. I vecchi fittoni ad anello cementati sono stati coaudiuvati da nuovi spit con anello in modo che quasi ogni sosta offra due ancoraggi e non solo uno.
Consiglio ovviamente di collegare sempre i due anelli e utilizzare entrambi gli ancoraggi anche per infilare la corda doppia di discesa. Si impiega lo stesso tempo che ad utilizzarne uno...e visto che si può...
Con due corde da 60m (a Tegna) si riesce a scendere con due doppie dalla cima delle vie fino alla base utilizzando una sosta che si trova a metà del quarto tiro della via "Centrale"! Ma si arriva al pelo. Fate i vostri conti. Con mezze corde vecchie è già poco consigliabile scalare e ancor meno far quelle due doppie (Già!
Perchè le corde si accorciano con l'utilizzo).
Una corda da 60m comunque è lunga abbastanza per scendere in doppia da sosta a sosta su tutte le vie della placca di Tegna e del Castelliere.
Alla vera cima del Castelliere ci vanno in pochi ma è molto bella.
Una volta su poi conviene scendere a piedi, andando a sinistra (inizialmente in leggera salita) fino alle rovine del Castelliere e poi seguire i segnavia del facile sentiero nel bosco per Tegna.
Ora le vie!
Via "Centrale" alla placca di Tegna
L1, 5a - Parte Simo.
L'attacco è appoggiatissimo, liscio come un ferro da stiro e sono evidenti i primi due spit vicinissimi tra loro.
Salire al primo non richiede nulla di difficile e si approfitta subito della rinviata comoda e sicura. Passare all'altro spit in libera richiede invece una buona fiducia nei piedi (secondo me 5a). Le mani toccano qua e là qualche rughetta ma nulla di che.
Passato il secondo spit, si prosegue facilmente con una breve impennatina nel mezzo da scalare ancora un po', fino ad arrivare in sosta. (Da qui, prestando attenzione, si può scendere anche a piedi sulla destra).
Simo è al sole, mi recupera e salgono al sole anche le ragazze.
L2, L3 - 4c
Parto io. Ormai siamo tutti al Sole. Si sta bene, allora concateno i due tiri di difficoltà omogenea, più continui del primo ma con passi sempre un po' più facili del passo più difficile del primo tiro. La placca è liscia, di movimento e impenna in un paio di punti. Per arrivare a rinviare a uno spit poco prima della seconda sosta c'è un passo obbligato di 4c che mi dava problemi ai tempi ma devo avere dei falsi ricordi!!! Oggi non capisco dove sia la difficoltà di questo passo e vado sereno, così faranno anche S. e F.
L3 è ancora più continuo e a destra del penultimo spit, c'è una placca biancastra, mi sposto un metro a sinistra e salgo su bellissima roccia nera che offre molto grip!!! Prima della sosta troneggia un vecchio chiodo o vite da ghiaccio che sia dall'aspetto saldo e invitante. Il tiro finisce su grossa e rilassante lama seguita da un passo delicato per raggiungere la sosta.
Mi fa sorridere la Fe quando agguanta la lama dopo i due tiri piuttosto lisci affrontati da prima di cordata ed esclama:"LAMAAAA!"!!!
L4 - 4c
Mentre arriva in sosta la Fe, Simo è appena uscito dal bello scivolo del quarto tiro. Anche questa lunghezza è piuttosto continua, sempre placca appoggiata e tendenzialmente liscia e mai scontata intorno al 4c.
Simo sulle lisciosità del quarto tiro
L5 - 4c
La quinta lunghezza comincia con una breve placca fin sotto a un piccolo risalto verticale da affrontare sulla destra, salendo coi piedi per trovare tacche per le mani e lame utili a fare il passo serenamente e rimontare l'altura.
Silvie, appena superato il saltino verticale
Da qui comincia una linea di vaschette che fanno somigliare la parete a una facile scala. gli spit si distanziano ma la progressione è davvero facilissima fino a due spit dalla sosta, dove bisogna spostarsi delicatamente un po' a sinistra in placca e raggiungere la grossa cengia alla base dell'ultimo tiro. Silvie, su mio consiglio, concatena L4 e L5, le mezze corde tirano molto ma esce da questi ultimi passi facilmente grazie al suo magnifico stile impeccabile.
L6 4c
Il tiro impenna dritto di fronte a noi.
Lo stile di scalata cambia per questi ultimi metri molto ben protetti da spit ravvicinati. Il grado non cambia ma l'arrampicata è decisamente meno psicologica e può sembrare più facile. Simo attacca il tiro a sinistra sperando in qualcosa di più impegnativo ma lo troviamo sostanzialmente uguale ad affrontarlo dritto per dritto. Finito il muretto si concludono le difficoltà e si perviene in sosta con pochi passi di arrampicata/camminata.
Le vie, in cima, convergono tutte su due o tre soste e non è raro trovar traffico! Ora ci siam solo noi per fortuna e siam tutti comodi.
Di altro posso aggiungere che, alla placca di Tegna, fatta questa son fatte tutte, nel senso che le altre vie sono simili ma più facili. Forse l'ultimo risalto, attaccandolo al centro (due tiri a sinistra della centrale), risulta più difficile degli altri ma comunque di poco!
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Via "Capretto" al Castelliere
Discesa: Una doppia da 60m fino alla grande cengia e un'altra da 50m fino alla base della via.
L1, 5a
Questa via è completamente diversa dalla precedente.
La partenza è addirittura leggermente aggettante, ben protetta ma non scontata. E' ben ammanigliata ma non ammanigliatissima. (mi facessero non mille, ma una foto ogni tanto, magari anche decente mentre scalo, pedalo, ecc, mannaggia a quasi tutti/e!!!) A metà del primo tiro si trova un diedro leggermente obliquo con una fessura netta nel centro larga un paio di centimetri ma senza maniglie. Qui è ancora la gestione dei piedi e dei pesi che fa la differenza.
A cercarlo si trova tutto ma, per uscirne puliti è necessario essere sempre messi bene sui piedi per avere la possibilità di cercare. Sulla destra, i risalti sono aggettanti e vanno utilizzati con parsimonia. Insomma, questo tiro me lo sono goduto passo per passo! Si esce sulla destra alla fine del diedro, si rinvia e si traversa un metro a sinistra su placca facile. Un altro rinvio e si arriva facilmente in sosta. Simo segue. La Fe percorrerà questo tiro da prima uscendo in sosta con due occhi che esternano determinazione totale!
Simo quasi fuori dalle difficoltà del primo tiro
Anche Fe è quasi fuori!
E' fatta!
Ste, Fe e Simo in sosta!
L2, 4b
Parte Simo superando un paio di facili risalti di 4a-4b sopra la sosta poi corre sulla placca successiva molto appoggiata fino all'enorme cengia dove si trova la sosta.
L3, 4c
Partenza apparentemente facilissima ma invece non proprio scontata. Dopo qualche facile risalto una sezione di qualche metro ricorda la Placca di Tegna ma con una cengetta che aspetta le caviglie di chi sfortunatamente dovesse finire giù dopo il superamento di un muretto di un metro. Dopo qualche altro metro di placca si arriva in sosta.
L4, 5...a, b, c...boh!!!
Simo attacca i bei metri iniziali con un diedro accennato che richiede di essere capito e qualche spaccata per essere superato. La sensazione è di avere sempre svase tra le mani. Trovo i movimenti richiesti molto belli, divertenti e di soddisfazione.
Nel frattempo arrivano in S3 anche Fe e Silvie.
Le ragazze vogliono fare un selfie...
Simo arriva ad una cengia ricca di soste, tra cui anche quella di "Drotecopf" alla nostra sinistra.
Il tiro probabilmente non prevede sosta ma Simo mi recupera da lì.
Gli strani fittoni che contraddistinguono la via "Capretto" proseguono ancora per una quindicina di metri e mi avevano rispedito al mittente quando mi ero presentato impreparato all'appuntamento qualche anno fa. Sono contento di riaffrontarli da primo e ringrazio Simo per l'occasione di togliermi questo sassolino dalla scarpa!
Parto per superare il risalto panciuto e verticale con buoni piedi e mani un po' difficili da trovare...sempre con la cengia sotto che aspetta... Una volta rinviato la seconda volta, allungo un rinvio con un cordino per S. e F. che seguono perchè penso che rischiare in due sia inutile...
Simo aspetta Silvie poco sopra il passo chiave della via
Eccoli!
Simo segue, Silvie approfitta del rinvio e scala da prima, con proverbiale eleganza (e molto meglio di me sottolineerà Simo) il passaggio che secondo me è il passo chiave della via, è superiore al 5a ma, ripeto, non sono così abituato a quella roccia anche se ho percorso molti tiri a Ponte Brolla e potrei sbagliarmi nella gradazione.
Silvie affronta gli ultimi passi con la sua invidiabile eleganza
La natura mette insieme tante cose...e io, una foto finalmente a fuoco!
Arriviamo in cima con le luci del tramonto.
In lontananza vediamo anche il Toso, Fo e Vale in cima ad Alpha che si preparano alla prima doppia.
Scendiamo velocemente alla base con due doppie lunghe lunghe.
Ci troveremo davanti a una birretta prima di scappare a casa per i vari impegni altrui.
Alla prossima ragazzi "miei" e ragazzi "suoi"!