21 Agosto 2013 - Punta Calabre - Val di Rhemes

Finalmente una bellissima salita alpinistica! Facile ma fantastica e comunque non sono mancate le emozioni!

La cima della Punta Calabre

In realtà qualche giretto nel 2013 l'ho fatto ma non ho avuto molto tempo di scriverlo.
Ho fatto da istruttore nel corso di arrampicata "monotiri" a Corsico come gli anni scorsi ma ho arrampicato proprio poco per diversi motivi tra cui prima di tutto la mia bicicletta e secondo, il tempo atmosferico della primavera 2013 che non mi ha permesso di scalare nei momenti che avevo scelto per questo.
I ramponi però sono riuscito a metterli e finalmente ho raggiunto la cima della Punta Calabre con la quale avevo un piccolo conticino in sospeso in una fantastica salita solitaria che vi racconto qui di seguito.

Prima però la - Photogallery

Partenza da Thumel (Rhemes Notre Dame - AO) alle 4:10 AM.
Il mio nuovo frontalino 100 lumen funziona che è una meraviglia e smorza la tensione del camminare da solo di notte al limite del bosco.
E' una sensazione che adoro anche se mi mette sempre un po' di agitazione...
C'è la luna piena e si potrebbe camminare tranquillamente senza lampada frontale. Provo per un attimo a spegnerla e l'ambiente circostante diventa una poesia col sottofondo della Dora di Rhemes. Riaccendo poco dopo e continuo così fin poco sopra la quota del rifugio Benevolo.
Non passo dal rifugio. E' meglio fare la variante di destra (sinistra idrografica) che fa risparmiare una quindicina di minuti...
Spengo la luce poco prima del bivio tra i due sentieri che portano rispettivamente al Lago di Goletta (a destra) e al Lago di Tsanteleina (dritto).
Proseguo dritto per il Lago della Tsanteleina incontrando poco prima il vecchio lago della Granta, ormai giustamente ridotto ad una pozzanghera riempita quasi totalmente da sedimenti alluvionali...
Dopo il laghetto della Granta che si raggiunge con un mezza-costa che passa anche da un piccolo burroncino debolmente esposto di una ventina di metri, il sentiero si impenna sulla cresta di un'antica morena e giungo così al lago della Tsanteleina in cui fino a qualche decina di anni fa terminava il ghiacciaio omonimo.

Roc du Fond, col de Rhemes e Punta Calabre dal lago Tsanteleina

Poco sopra mi rendo conto che il torrente che si tuffa nel lago è gelato.
Era previso in effetti un abbassamento dello zero termico di qualche centinaio di m già a partire dal giorno precedente e le previsioni oramai sbagliano difficilmente.
Immagino che la neve sarà decisamente dura, ottimo fattore per la sicurezza della progressione solitaria su ghiacciaio ancora parecchio innevato.
Salgo su una veloce traccia innevata e poi sempre velocemente sulla morena di sponda del ghiacciaio ancora con nucleo di ghiaccio.
E' tutto ancora cementato dal freddo.
Nel punto che mi pare più adatto, a monte di alcuni grossi funghi di ghiaccio, calzo i ramponi e mi avvio sul Ghiacciaio della Tsanteleina.
Sto costeggiando l'ultima parte della parete della Granta e le relazioni che ho letto e l'esplorazione dello scorso anno mi spingono ad affrontare sulla sinistra l'evidente crepacciata che mi trovo di fronte risalendo il ghiacciaio.
La faccenda si complica e mi trovo a fare zig zag tra larghi (2m max), lunghi (una cinquantina di m o più) e profondi (>10m) crepacci.
In un paio di attraversamenti cammino sulle creste di ghiaccio che uniscono i crepacci dopo essermi assicurato che non siano solo esili ponti. Mi muovo sempre su ghiaccio vivo evitando la neve che comunque è ancora abbondante e con questo freddo dovrebbe tenere...ma meglio andare sul sicuro!
Mi serve la picozza per attaccarmi a monte dei crepacci e passarli con maggior tranquillità.
I G12 della Grivel sono strepitosi anche qui, ma avevo già avuto modo di testarli sul ripido...
Lo slalom tra le crepe mi fa perdere un sacco di tempo ma è ancora abbastanza presto.
In cordata avrei optato per un attraversamento frontale risparmiando tempo.
Salendo al pianoro soprastante verso il Ghiacciaio di Soches, mi rendo conto che ancor più a sinistra della crepacciata, il ghiacciaio è un grosso scivolo debolmente inclinato e non crepacciato dall'aspetto mansueto. Ecco perchè la salita è classificata solo F+ o PD- a seconda delle condizioni della neve credo.
La mia variante mi era parsa del tutto fuori scala ma sono io che me la sono andata a procurare!!!
Invece, appena lasciata la morena e attaccato il ghiacciaio, per star più tranquilli sarebbe meglio andare in mezzo alla piana in direzione perpendicolare est-sud-est (ESE) al flusso glaciale o comunque salendo di poco sul ghiacciaio per un po', fino ad aggirare decisamente la crepacciata di cui sopra prima in direzione sud (S) poi decisamente a ovest (W)...
Da qui, intorno ai 3000m sono sul Ghiacciaio di Soches che si impenna un po' e si presenta coperto di neve con qualche piccolo crepaccetto a cui prestare attenzione.
Una volta deciso che le condizioni mi sembrano buone, procedo deciso e veloce (limitatamente al carico dello zaino!) verso la cima con una deviazione ad arco verso sud-est (SE).
A passo incrociato affronto l'ultimo pendio max 30° che mi porta sulla spalla antecedente alla cima. Raggiungo La cima alle 10:33 calpestando si e no sassi per 10 metri.

Tutto ghiaccio e neve strepitosa.

Forse da tempo uno dei migliori anni in cui girare a stagione estiva innoltrata senza andarsele a cercare a luglio o i primi gg di agosto con lo zero a quasi 5000m...
La cima è di immensa soddisfazione!
Oggi poi tutto sembra ritagliato nel cielo blu.
Si vede tutto. Solo la Pianura Padana è coperta da una cappa di nuvole. Verso Valle d'Aosta, Svizzera e Francia la visibilità è esagerata.
10 minuti per godere dello spettacolo e poi la discesa veloce che il versante nord innevato ha cominciato a prendere il sole anche se è ancora cementato!
In tre quarti d'ora sono fuori dal ghiacciaio. Sfrutto una tracciolina di neve tra le due morene di sponda del ghiacciaio. Non fa ancora caldo, la morena è stabile e la neve è una lastra.
Scappo vloce fino al Lago della Tsanteleina e concedo una pausa ai miei piedi un po' stanchi delle suole dure dei miei scarponi...
Oggi non ho le mie scarpe Brooks da trail. Son partito con gli scarponi ai piedi perchè nello zaino al posto degli scarponi ho infilato "Cross", la mia mezza-corda azzurra. Se avessi dovuto passare la crepacciata in discesa l'avrei usata...
Per questo ho sofferto un minimo di male alla pianta dei piedi...

Attrezzatura:
mappa: Carta dei sentieri 1:25000 n 3 Valgrisanche Val di Rhemes Valsavaranche ovest - l'escursionista editore - che reputo un ottimo prodotto.
Per la salita mi son portato scarponi da alpinismo, ramponi, picozza e martello picozza, casco, una mezza-corda, tre viti da ghiaccio, set di cordini, qualche moschettone a ghiera, reverso, piastrina, abigliamento adeguato anche se vecchietto.
Ho utilizzato solo ramponi e una picozza, ma sul ghiacciaio non si sa mai, in più non conoscevo l'itinerario.
Emozioni:
Sempre tante, troppe e giganti!!!
Avanzare soli in un ambiente che ti sovrasta così tanto è fantastico, nonostante la tensione data dal rumore del ghiacciaio.
Il suono sordo dei sassi che cadono nei crepacci, il seracco che è crollato chissà dove (probabilmente a sud della Tsanteleina) appena messo piede sul ghiacciaio...l'avvicinamento di notte con la luna piena e il suono notturno e pacato della Dora di Rhemes, l'erba gelata alle 6 del mattino a 2500m, il ghiaccio e infine un posto nuovo da esplorare con le proprie gambe e il proprio fiato...

Dopo che ho viaggiato nelle mie emozioni e in questi luoghi incantati, a volte mi chiedo come sia possibile che qualcuno possa pensare ad arricchirsi in denaro alle spalle altrui o a minacciare un popolo, uno stato o a discriminare una donna, o a obbligarla ad un'etichetta o peggio a coprirsi, discriminare un uomo, a odiare una certa sessualità o religione o semplicemente un modo di vestire o altro...

E allora combatto a mio modo, facendo tante cose, cercando di farle bene, al meglio e di farle vedere.

Se fossero tutti come me, pensrerebbero solo:"Dove andrò la prossima volta?"
...penserebbero con chi andarci, avrebbero molte idee e poi finirebbero lassù da soli come degli orsi...
...e poi andremmo a finire ad essere un mondo di inconcludenti vagabondi!!!

E come sempre, le cose e le persone migliori forse stanno nel mezzo...

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