28 maggio 2016
Ste e il tracciato della via "Gelida Pipata".
In fondo c'è anche un po' di relazione della via!!!
Oggi non ho voglia di andare solo.
Ormai mi sono viziato con l'ottima compagnia ma oggi è un dato di fatto!
Solitudine per motivi vari.
Non ho neanche voglia di disturbare a far da terzo alla cordata degli amici che gireranno oggi in Grigna e son contento per loro che staranno insieme in montagna tutto il dì.
Progetto da tempo la mia prima scalata nel Gruppo del Campelli ma fin'ora son stati solo tentativi finiti in sordina.
Oggi non ho voglia. Avrei voluto farla in compagnia ma poi verrà brutto tempo. "Vai! Approfittane oggi che sarà bello!" ...mah!
Così però, da solo, oggi sarà bello solo a metà.
Ho seguito attentamente il meteo: poco sole tante nubi...ma dovrò portare lassù gli allievi tra due settimane e approfitto della giornata di oggi che sarà uggiosa ma ancora asciutta per vedere almeno una via.
Mentre cammino in salita penso alla canzone di Battisti di cui conosco solo la frase "Ma che sapore ha una giornata uggiosa?", non posso cantarla se non la so quindi smetto di pensarci, non mi piace nemmeno più di tanto... penso ad altre mille mila canzoni, le canto tra me e me, poi penso ai fatti miei...
Capisco dove vorrei abitare, l'ho capito: è così semplice...
E' nel cuore delle persone che amo!
Un cuore non si può comprare come una fottuta casa, per quanto bella, fatta solo di muri e porte di cui abbiamo le chiavi di ferro per entrare e uscire quando vogliamo. Il cuore ha porte indipendenti da noi.
E' di chi dice lui, non si può violare, rubare o altro di simile.
Puoi desiderarlo, volerci abitare, può conquistarti ma deve volerti come abitante, deve sceglierti!
Se ti sceglie è il massimo!
WOOOW: Abitare in un posto che ti sceglie invece di scegliere un posto dove abitare...mi autocomplimento per l'intuizione!!!
Sì, ok magari anche in un posto e sotto un tetto ma lasciatemi fare un po' il poeta, dai!!!
...e sto quasi per sedermi disarmato sulla strada sterrata che da Barzio porta ai piani di Bobbio.
Quasi quasi mi siedo col volto verso valle, rilasso la schiena, mi do un po' del cretino per una decina di minuti e poi me ne torno in dietro tranquillo, senza fiatare più del necessario, respirando rilassato, godendomi il bosco e dimenticando di essermi insultato un po'...
Un paio di volte questa tentazione mi avvolge il cervello quasi irrimediabilmente.
Resisto!
Il Campelli è meglio del mio divano che è sicuramente pieno di acari che non sono certo una bella compagnia e poi, fino a poco fa morivo dalla voglia di andarci al Campelli...
Bisogna fare le cose che vogliamo fare, voler bene a noi stessi e a chi decidiamo di voler bene anche se è un casino, se li avremo o se dovremo lasciarli in pace e vivere e combattere per questo con noi stessi e col mondo!
So come sono fatto, almeno in parte e, probabilmente, sarà comunque una giornata buona che cercherò di migliorare via via in qualche modo. Non una giornata perfetta e meravigliosa magari, ma almeno buona o discreta.
Per ora ho già capito dove vorrei abitare!!!
Forza Ste! Su al Campelli! In alto i cuori!
Dopo un'oretta che non so neanche perchè cammino ancora, la strada sterrata/cementata mi rompe definitivamente l'anima e sparo su dritto per dritto dalla nuova assurda pista da sci.
Questa mi piace! "E' dura il giusto" direbbe il Piccardi!!!
I Piani di Bobbio bisogna guadagnarseli!!!!
Il passo è buono. Oggi mi sono ricordato anche i bastoncini per sforzar meno le gambe e le ginocchia...
Non so quanto ci voglia ad arrivar su. Ho letto tempistiche discordanti come sempre.
Beh, io in un'ora e cinquanta di zaino pesante, pesante davvero tra materiale, vestiti e corda, sono alla stazione della funivia desolata e deserta. Uno strano spettacolo che non avevo mai visto nemmeno passando nel tardo pomeriggio/sera in bici d'estate!
In un'altra ora meno ripida (compreso il tempo per trovare l'attacco) tocco la roccia alla base della via con scritta e due fittoni di cui uno resinato da unire.
I due fittoni e la scritta alla base...e due barcaioli!
Fino al Barbisino mi fa compagnia a distanza un bel cagnone che è corso giù da me dal rifugio Ratti Cassin. Mi sta subito simpatico. Sembriamo un po' "Balla coi Lupi" e "Due Calzini". Si avvicina spesso discreto a non meno di qualche metro, io lo saluto a voce, gli sorrido e godo della compagnia e dello spettacolo del suo tragitto, della sua grazia mista a forza...e sembra che mi sorrida anche lui! Poi parte via, poi torna...
Sono di morale strano.
Continuo a combattere tra la non voglia e la voglia.
Mi sembra quasi di non essere io ma con le gambe, col cuore, col cagnone, con la montagna sono io, selvatico, libero ma anche estremamente legato.
Penso quasi che non sia giornata da solitarie ma il problema è il "Quasi"!
...alla fine ormai sono qui e, dopo tutta sta faticaccia decido di provare a veder come va. Nessuno mi obbliga, men che meno io voglio forzarmi, soprattutto nell'arrampicata.
E' da quando non mi forzo ad andare che ho cominciato pian piano ad amare davvero l'arrampicata!
Attacco quasi per inerzia, così come tutto quel che ho fatto stamattina, dal buttarmi giù dal letto col mal di testa, a mettermi in macchina per poi salire quella vasca di strada/sentiero...
La funivia apre giovedì e...vuoi mettere? Oggi è sabato, eppure è tutto deserto.
Tre cordate sul Pesciola, forse due ed io, da solo, su questa corta e modesta ma bellissima parete sud...
La benzina c'è...
Le gambe, il cuore, i polmoni e quel che resta dell'atleta che è in me mi hanno spinto fino a qui alla Bastionata Sud dello Zucco Barbisino a cercar questa via dai primi salitori sconosciuti...
Perchè proprio questa?
Negli anni 60/70 mio Padre aprì una via sullo Zucco Barbisino insieme a Pierlorenzo Aquistapace e Casimiro Ferrari ma non si ricorda nulla e chissà mai che sia passato anche di là dove magari io passerò oggi...
La chiamava "la via del Barbisin" ...e io fino a poco tempo fa ho pensato che il Barbisin fosse una persona!!!
Gelida Pipata (un po' di relazione)
L1
Il camino dal quale attaccava la via originale è una cascata d'acqua e scivola come non so che. Ero tentato di passare di là. Vedo i vecchi chiodi infognati nel nero annacquato ma non è cosa da fare oggi...
Attacco quindi lo sperone chiodato in modo addirittura esagerato! E fortunatamente lo è perchè, col peso che ho in spalla e quel po' di stanchezza mista al morale confuso e bloccato, non riesco a salire i passaggi in leggero strapiombo, allora approfitto dell'abbondantissima chiodatura per salire alcuni tratti del tiro in artificiale (A1)...
(sopra) La visuale aerea dalla prima sosta.
(sotto) Lo sperone (del Signore!!!) attrezzato e il camino bagnato a destra.
Ho le braccia ghisate e inizio ad inventare filastrocche... "Per una ghisata è sempre buona la giornata!" "Ogni sperone è del signore"...roba privata quest'ultima o comunque per pochi!!!
Qualche volta mi appendo ai chiodi o ai resinati anche con una longe improvvisata...
Il primo tiro comunque è molto bello, anche la roccia lo è, l'uscita in sosta è facile e aerea e, quando ripeto tutto la seconda volta dopo il recupero del materiale, funziona tutto meglio e anche io sono quasi sereno.
L2
Il secondo tiro dovrebbe essere corto ma non concateno perchè non ho più i miei 9 rinvii, nonostante non abbia occupato tutti i chiodi e fittoni presenti sul primo tiro!
E' mediamente facile, a parte che c'è da stare attenti un po' all'inizio in traverso a sinistra e poi in diagonale a destra sull'erba secca e scivolosa dell'altr'anno (è solo maggio e mi trovo a 2000m). Alla fine, c'è da fare ancora un po' di attenzione sulle rocce spezzettate, quando si attraversa il camino in orizzontale, sempre verso destra, prima di arrivare in sosta sull'aereo pulpito (come lo definisce la relaz della Scuola Guido Della Torre).
Visuale dall'aereo Pulpito della sosta n°2
Sia al primo giro che al secondo, percepisco ancora un lieve disagio durante la scalata e durante le brevi soste tecniche per proteggere...mi sembra di esser tornato un po' in dietro ma fortunatamente la sensazione non è così invalidante come un tempo e non mi blocca.
...continuo comunque.
Non mi sto divertendo ma nel complesso ritengo che io stia facendo una buona esperienza e che continuare valga la candela...
L3
Il bel camino del terzo tiro!
Il terzo tiro è una meraviglia davvero.
Non è lunghissimo, peccato, ma è lungo abbastanza da far godere un po'! Attacca il camino con decisione e lo percorre fino all'uscita alla sua destra leggermente aggettante ma con ottime mani e piedi...il grado non è mai alto...intorno al IV, poco meno, poco più, ma bisogna scalare!
Sul terzo tiro, così come sul secondo, la chiodatura (sempre con ottimi fittoni misti a chiodi) è più lontana ma, da un chiodo, è quasi sempre visibile il successivo. L'impegno a trovare la via quindi è relativamente basso salvo che resta sempre importante scegliere dove passare per non incasinarsi nei passaggi successivi e per non tirar giù bombe e sassi!!!
E' anche abbastanza facile integrare le protezioni con dadi e friends medi e piccoli.
Il camino si impenna ripetutamente offrendo splendidi passaggi tecnici oppure fisici a seconda dello stile personale. La roccia è buona e, inizialmente, tra le due pareti opposte si vede il prato alla base della via offrendo buone dosi di impressione e adrenalina.
Mi rendo conto che, dove il camino si impenna la prima volta, sto canticchiando sereno e concentrato.
Sembra quasi che scalare da solo, ora, sia il mio mestiere e che il Barbisino sia il luogo giusto per me in quel momento...mah!!!
Affronto l'ultimo strapiombino ammanigliato con facilità e sono in sosta alla S3.
La via, arrampicatoriamente parlando, in realtà è finita.
L4
Il quarto tiro serve solo a raggiungere il sentiero attrezzato.
Mancano solo due roccette e un prato mediamente ripido a 30° o poco più
Scenderei volentieri in doppia ma sono qui anche per provare le vie per il corso, quindi, uno dei due giorni dell'uscita vorrei concatenare questa con la Normale alla Torre Conica facendo un piccolo tour...
Provo quindi il sentiero "attrezzato"...
Pronti via, attraverso il prato scivoloso e arrivo alla paretina di roccia sommitale appena sopra il sentiero malconcio. Mi tornano un po' di sensazioni che fanno a cazzotti tra loro...
Unisco con una sosta in serie il singolo fittone resinato (singolo e che lavora in trazione...) e il chiodo vecchio come il cucù ma buono al suo fianco e comincio la calata di circa 60m per recuperare il materiale...
Faccio anche un barcaiolo sull'ultimo spit (sì, c'è uno spit in uscita!) della via ed ora mi sento in una botte di ferro per la calata. Osservo sempre dove appoggia la corda sulla parete e lascio alcuni rinvii per farla stare fuori dai casini, recupero il resto e sono giù sulla sosta aerea.
Libero la corda, sciolgo tutti i nodi e la faccio allungare nel vuoto del camino! Fa impressione ma mi piace!
Sono attaccato al grigri. Qualora dovessi cadere e non dovesse bloccare non ho nemmeno il nodo di sicurezza là in fondo allora, come sempre, per la risalita attacco anche il ropeman per la solita legge che "due è meglio di uno" e riparto in salita...
Ora mi ripercorro il terzo tiro meraviglioso scalandomelo e godendomelo di nuovo tutto.
Attraverso nuovamente il prato. Sporgendomi un po' a destra cerco di vedere se il sentiero attrezzato prosegue e se è attrezzato davvero...in effetti vedo un cavo d'acciaio poco più in là.
Arrivo in sosta, mangio qualche nocciola, un pezzo di pane. Ora c'è un po' di sole e tolgo la giacca che ho indossato volentieri per tutta la scalata, smonto tutto, mi slego e parto sul sentiero in direzione della Torre Conica.
L'inizio del cavo in direzione est. Sullo sfondo le Torri del Campelli.
Il cavo è un po' vecchio ma complessivamente in buono stato fino in prossimità dei canali vicini alla Torre Conica. Quando ancora ci sono una cinquantina di metri di parete in fondo al ripido praticello sulla destra, il cavo è tranciato, probabilmente da un franamento o chissà.
Sono indeciso se estrarre la corda dallo zaino. E' comoda e già filata pronta all'eventuale uso. Basterebbe estrarne dieci/venti metri, assicurarla al cavo buono e usarla ma valuto che posso andare slegato. In uscita però non farò slegare l'allievo alla fine della via e procederemo a mezzi barcaioli o in conserva protetta...
Scendo sul crinale a sinistra del canale che costeggia la Torre Conica percorrendolo interamente fino alla base camminando su terrreno stabile. Qui riprendo le strade di servizio degli impianti, ritorno alla base della via a recuperare i miei bastoncini e, mentre attraverso il prato mi imbatto in un vecchio chiodo caduto dalla parete...
Lo prendo, orgoglioso, pensando che potrebbe essere stato di mio padre o dei suoi amici. E' di quelli che usava lui, un vecchio Cassin col foro molto piccolo...Lo attacco ad un moschettone leggerissimo arancio nuovo di trinca e mi godo il contrasto che fa!
...lo appenderò stasera sul muro della cucina dove mangiamo per vederlo tutti i giorni che mangerò al tavolo coi miei e, se qualcuno/a mi chiederà la sua storia, spero di avere ancora la fortuna di poter raccontare la storia della via del Barbisin...e di non stressare chi l'ha già sentita!!!
Ai piani ammiro la natura selvaggia e incontenibile, l'istinto, la bellezza e il pensiero va sempre a Lei.
Una piccola merenda nel prato sotto la Bastionata, nelle vicinanze dell'arrivo dell'ultimo impianto di risalita, un paio di sms, saluti, avvisi e rassicurazioni, poi vado giù.
In un'ora e mezza sono alla macchina.
Sono a pezzi ma almeno con una via del Barbisino in tasca e un vecchio chiodo pieno di significato!
E' stata una giornata buona.
Mare, montagna, città, paese, lago, fiume, collina, campagna o pianura?
Cuore!!! Prima, vorrò sempre abitare lì!
W e grazie al Barbisin!!!
...che un po', per me, continua ad essere un tizio...ora anche generoso e buon consigliere!