24 luglio 2016
Tre volte Campelli ...a piedi, poi in bici e infine arrampicando...
Compagne e compagni di Campelli!
Quando amo, l'oggetto del mio amore, qualsiasi esso sia, mi prende totalmente il cuore, il pensiero e il desiderio.
Vivo delle sue gioie, dei suoi dolori e delle sue conquiste. Lo penso in continuazione o almeno molto spesso. Adoro starci insieme e che mi vedano insieme, lo presento a chiunque con orgoglio, adoro esplorare i suoi antri e i suoi anfratti, belli e brutti che siano e, inevitabilmente, l'oggetto del mio amore scoprirebbe anche i miei e li scopriremmo insieme perchè molti non li conosco ancora. Conoscerebbe i miei infiniti difetti e i pochi pregi, le mie infinite paure e il mio coraggio e il mio spirito esploratore di me stesso e di quel che ne sta fuori, scoprendo che sono sempre una sorpresa, soprattutto per me, e prima o poi sceglie...
Innamorarsi di una montagna, come nella storia che sto per raccontare, ha dei lati positivi.
Tanto per cominciare non esiste l'ultima parte.
La montagna non ti sceglie e non ti rifiuta.
Fa semplicemente la montagna!
E, se di pazienza e di fretta si può parlare, la montagna ha dosi infinite della prima e assenti della seconda quindi ha tutto il tempo per conoscerti e tu hai tutto il tempo per conoscerti, conoscerla e coltivare il rapporto, sempre che per puro caso, leggi naturali, errore o disattenzione tu non venga fatto a pezzi e/o rimanga ucciso...ma questo può succedere anche in altre storie e ambienti...
La montagna non ti toglie la strada da sotto le ruote mentre stai ancora sbacchettando. Non pensa mai:"Questo non ce la fa a riprenderla", non ti darebbe per spacciato in matematica se non capisci un esercizio al primo colpo.
Ti lascia tutto il tempo per mostrare come ne esci, bene, vivo, fracassato o morto.
La montagna ha tempo!
Il Canalone dei Camosci
Lati negativi nell'innamorarsi di una montagna ce ne sono eccome... I monti ad esempio si spostano troppo lentamente e non verranno mai a trovarti (ma questo può anche essere positivo!) e poi, anche se vivrai l'esperienza più intensa tu e la montagna, avrai sempre quella stramaledetta voglia di condividere, almeno le emozioni, con altri esseri umani perchè lei, di umano, non ha assolutamente nulla...e poi altre cose...
Facendo un'esame di coscienza (di una coscienza semplicemente montanara e senza pretese) io sono innamorato di due montagne, o meglio, di due gruppi montuosi: quello delle Grigne...e, recentemente, è sbocciato l'amore anche per il Gruppo del Campelli.
Da un po' di tempo, non mi faccio mancare nulla nè dell'uno, nè dell'altro, se non fosse che preferirei averli dietro casa e, chissà mai che un giorno di quelli giusti farò anche questo, sempre che altro amore non mi spinga altrove.
La storia che racconto ora è quasi breve: dura solo poco meno di tre settimane e parla soprattutto di amore per il gruppo del Campelli, di passioni, di amicizia e orgoglio!
...A PIEDI...
Due settimane fa andai a gironzolare col mio socio di trekking intorno allo Zuccone Campelli. Avevamo obiettivi separati: lui un trekking di due giorni con pernottamento al rifugio Nicola e io la ricerca del mio casco da alpinismo, smarrito qualche giorno prima, durante un'escursione col mio nipote...
Furono entrambi giri magnifici.
All'inizio di questa storia infatti, poco meno di tre settimane fa, ci siamo io e Peter che camminiamo fino in cima allo Zucco Pesciola, uno dei tre sistemi montuosi che insieme allo Zucco Barbisino, a qualche torrione sparpagliato e allo Zuccone Campelli formano l'omonimo gruppo.
Fu una bella occasione per stare insieme e per far metter le mani su qualche roccetta al ragazzo che cresce.
L'amore per il gruppo del Campelli mi portò infatti a presentare e far conoscere questo luogo e questi monti ad un'altro destinatario delle mie attenzioni, ovvero mio nipote Peter!
Volevamo fare tutto a piedi e senza funivia ma, due ore di coda in autostrada, ci convinsero a prender la funivia almeno in salita!
Il giovane esploratore
Andammo prima di tutto a far foto alla torre Quadra e Conica.
Mentre camminavamo, sullo zucco Barbisino, stavano scalando due alpinisti su una via che le mie guide non riportano... Li osservammo per un po' e poi salimmo in cima al Pesciola per il canale della Madonna.
Era bello veder mio nipote che si destreggiava disinvolto tra le roccette. Ero sempre attento ma anche sempre più fiducioso nei suoi piedi!
Una volta scesi, ci mangiammo una bella fetta di torta in rifugio e festeggiammo la bella giornata!
Mio nipote che non si fa problemi a mettere il casco, visto che ha imparato da me a metterlo sempre quando va in bici, lo tenne almeno fin dopo che lasciammo il rifugio lecco in compagnia di quel bellone di Artù, il bel cagnone del rifugio!
Quel bellone di Artù e, qua sotto, Chiodino...che ormai sarà anche Chiodone!!!
Quel giorno c'erano anche una bella cagnona e tre bei cuccioli nuovi di zecca che, insieme ad Artù e al gattino "Chiodino", rallegrarono ancor più la giornata!
Una volta a casa poi c'era un solo casco invece di due allora, anche se lo avevo perso di mercoledì, tentai la sortita di sabato mattina presto, pensando che lo avessimo perso in una delle due o tre soste che facemmo in discesa per bere o metter qualcosa sotto i denti...
Pensai allora di percorrere tutto l'itinerario di discesa a ritroso esaminando i bordi di strade e sentieri...
Il Casco ritrovato
Col mio socio di trekking Daniele invece ritrovai il casco subito di prima mattina, appena arrivati a Barzio, al parcheggio Auto, appeso e messo in evidenza sul guard rail da qualche persona gentile e onesta. Si vede che era caduto dalla macchina o dallo zaino durante il carico...chi lo sa?
Non avendo la necessità di ripercorrere l'itinerario precedente, quindi ci spingemmo su altre vie.
Camminammo sulla strada sterrata per i piani di Bobbio con qualche variante (dritto per dritto) su pista da sci.
Pausa di festeggiamento panino/birra al Rif Lecco in onore del casco ritrovato per poi raggiungere finalmente, per la mia e la sua prima volta, la cima dello Zuccone Campelli attraverso il canalone dei Camosci e l'omonima forcella.
Cin cin!!!
Sulla cima incontrai tre cordate che avevano percorso la "fessura Comici" e me ne parlarono molto bene, così come me ne aveva parlato il mio amico Carletto!
Poi, dalla cima del Campelli, scendemmo verso il Rifugio Nicola...
Fu un esperimento. Non avevamo mai percorso quel sentiero e volevamo vederlo.
Era meraviglioso!
Daniele sulla dorsale che scende ad Artavaggio
Dopo cinque minuti di discesa, così come mi è successo altre volte, pensai immediatamente:"Questo voglio farlo in bici!"...passioni e amori veri non muoiono proprio mai!
Arrivati al rifugio, la tappa del trekking di Daniele finì e festeggiammo la bella giornata e l'amicizia con una buona birra.
Daniele sulla Cima di Piazzo
Dato che era piuttosto prestino, proposi di raggiungere anche la cima di Piazzo di cui Daniele ed io parlavamo ogni tanto e lui accettò di buon grado.
In un'oretta scarsa salimmo e scendemmo. Ci salutammo alla base della piccola ma splendida montagna e io poi proseguii il mio vagare per il sentiero degli stradini.
Sul sentiero degli Stradini
Corricchiai e camminai per un'oretta e dieci sul bellissimo sentiero esposto e arrivai nuovamente al rif.Lecco. Un panino e una coca e poi giù di nuovo per un'oretta fino a Barzio e poi a casa.
Zaino leggero, tempi decenti!
Siiiiiiiiiii!!!
Qualche giorno dopo ricominciai a scalare un po' dopo un piccolo infortunio a un dito della mano, andai a camminare in montagna un paio di migliaia di metri di dislivello col mio brother, tornai in Val di Rhemes in bici (aiutandomi un po' col treno) e decisi di finire le mie vacanze ipermetaboliche con la salita in bici al Campelli.
Volevo anche passare un altro giorno in ottima compagnia e invitai un po' di amici...avvisando dell'impegno fisico della giornata.
Per venire incontro e cercare di garantire una buona riuscita a tutti, decisi che da Moggio ad Artavaggio avremmo preso la funivia...
...IN BICI...
Il programma dettagliato
Salita:
Si parcheggia a Lecco, si pedala sulla vecchia strada della Valsassina fino a Balisio e poi su per la strada della Culmine San Pietro fino a Moggio. Funivia per i Piani di Artavaggio. A pedali fino al Rifugio Nicola poi un po' a pedali e un po' a spalla fino alla cima dello Zuccone Campelli.
Campelli by byke
Discesa:
Per la discesa il programma si presenta più severo, forse più faticoso della salita!
Dalla cima del Campelli al rif. Nicola per la stessa via di salita, poi ai Piani di Artavaggio tagliando qua e là i tornanti della strada sterrata e poi, il mitico Vallone fino a Moggio. Poi giù a Ballabio e, da qui, fino a Lecco sul sentiero del Passo del Lupo per poi piegare a sinistra appena finisce il sentiero e finire sulle gradinate che portano giù a Lecco centro...
Ed ecco come è andata effettivamente...
Vado al presente che è più leggero e il tempo si avvicina!!!
La salita sulla strada asfaltata è solo questione di pazienza! Io sono abbastanza lento e salgo insieme a Gianlu. Claud che, come suo solito, su asfalto fa avanti e in dietro come un cane che si diverte a scorrazzare, credo che meriti un soprannome.
Siamo sui primi tornanti della strada e i primi vari soprannomi banali e scontati come Fufi, Fido, Bobby, ecc, ecc lasciano il posto all'ispirazione! Non un cane qualsiasi ma una potenza della natura!
D'ora in poi tu sarai "Claudio Balto Terenzi".
Balto che se ne va!
Da Ballabio a Balisio c'è una meravigliosa pista ciclabile chiusa e la percorriamo dopo che ho avvisato i miei soci che, se ci beccano, ci multano.
Il divieto è patetico e la storia della ciclabile è vergognosa.
Costruita sotto cenge e canali di roccia dolomitica e poi chiusa definitivamente per caduta massi, ovvia, che però cadono mediamente solo durante i diluvi.
Secondo me una proposta ragionevole sarebbe di chiuderla o sconsigliarne il passaggio solo in caso di cattivo tempo, acquazzoni, temporali...ma per il resto lasciare liberi di passare.
Spero che non mi becchino mai per multarmi perchè non so come mi comporterei con il pubblico ufficiale che se ne occuperebbe. Magari direi nulla ma...ultimamente...mah? Chi può dirlo? Boh!!!
Comunque preferisco essere stirato da un sasso che da una macchina, la pista è proprio carina anche se è sempre più sporca e vegetata e le macchine oggi sono una quantità insopportabile.
Arriviamo al colle di Balisio e...ok che son le 9:30 del mattino ma io ho fatto la prima colazione alle 5:30, la seconda alle 7:00 e direi che ormai è ora di una bruschetta all'Alva! Gianlu mi fa compagnia mentre Claud si schioppa una confezione di Caviadini!
Da Balisio poi, pedalando verso Moggio, io e Gianlu, spinti dalla bruschetta, acceleriamo un poco ma sempre senza sforzare che la giornata sarà lunga. Balto patisce meno le attese e, comunque, fa avanti e in dietro solo poco meno di prima!
Parentesi funiviaria e siam su ad Artavaggio in un nanosecondo.
In Artavaggio e verso il rif. Nicola
Campelli by byke
Da qui pedaliamo fino al rif.Nicola e ora entrambi i ragazzi sono impegnati sulle rampette severe verso il rifugio!
La ripida strada sassosa comincia ad ingaggiarmi e mi prendo qualche bella soddisfazione pedalando bene sia sulla strada sia su tratti di scorciatoie molto rovinati.
Il sentiero dal rifugio allo Zuccone Campelli non è quasi mai molto ripido ma è quasi sempre molto tecnico.
Verso la cima
E' di quelli che piacciono a me ma non al ciclista medio che, se deve scendere dalla bici spesso e caricarsela in spalla, poi si rompe le scatole...
Io adoro questo tipo di terreno severo, mi diverto e pedalo ogni metro possibile, per il resto, guardo in faccia alla realtà di sassi, roccette e burroni e me la carico in groppa spesso e volentieri...
Ogni volta che appoggio la bici a terra e mi ci metto, è come affrontare un nuovo blocco o un nuovo tiro di arrampicata, un nuovo problema gironzolatorio da superare e da risolvere e io sono bravo in questo e la montagna, come accennavo prima, ha tempo e problemi infiniti adatti a me!
Anche quest'oggi incontriamo per i monti un nostro ex allievo di arrampicata, Midhun, per nulla stupito di trovarci su per di là con le bici! Bene!!!
Non è così per le decine di persone che incrociamo sul sentiero diretti alla Baita Campelli dove si svolge la Festa degli Alpini! Spesso i soliti commenti, ecc, ecc...vabbè...è normale...sono abituato e sorrido...a volte rispondo, spiego, a volte no, dipende!
Gianlu e Claud non sembrano molto divertiti dal sentiero. In effetti la sua percorrenza è molto impegnativa e molto discontinua. Si caricano la bike in spalla e la molleranno solo poco sotto la cima che sono comunque determinati a conquistare con le loro bici appresso. Gli dico che se le lasciassero giùe salissero a piedi, non mororebbe nessuno e sarebbe comunque un bel giro ma rispondono confermando la determinazione di portarle in cima.
Veri duri!!!
Io sono un po' dispiaciuto anche se spero che poi abbiano soddisfazione per la giornata bella e impegnativa e i quasi 2000m di dislivello in discesa.
Si rivelerà poi che il dispiacere era infondato e ne uscirà una giornata spettacolare per tutti e tre!
Mi rendo conto però che, anche in discesa, la storia sarà severa e comincio a pensare di saltare il Vallone che risulterebbe "lievemente" devastante per Claud e Gianlu!
Continuo a godermi i tratti "ciclabili" a volte anche semplici ma un po' esposti, per questo li Sconsiglio a chi non conosce il mestiere...
Quasi sulla cima, percorro a bordo della Bike il tratto delicatissimo che attraversa la Bocchetta dei Camosci. La spingo poi per una decina di metri di roccette e mi "lancio", con la dovuta prudenza, sull'ultimo tornante in discesa fino al brevissimo tratto di ferrata che separerà le nostre bici dalla cima.
l'ultimo tornantino prima delle catene. Molto esposto...uomo/donna avvisato/a...
Provo a farlo con la catena della ferrata in una mano e la bici nell'altra ma è un po' troppo ripido e complicato.
Non perdiamo altro tempo!
Parcheggiamo le tre belve su un cucuzzolo sopra il Canalone SEM e andiamo a piedi a conquistare meritatamente la cima.
Bene. Osserviamo montagne, chiacchieriamo un poco ed è già ora di scendere dalle cime e dalle nuvole che cominciano a circondarci da lontano...per il pomeriggio è previsto tempo bruttino.
La discesa è, personalmente parlando, una libidine totale! Certi passaggi e certi tratti valgono la giornata anche presi singolarmente.
Avendo adeguata esperienza e tecnica di guida, il sentiero in discesa è molto ciclabile ma a tratti duro...qualche pezzettino si fa a piedi...
Che meraviglia!
Reincrociamo gli alpini alla baita Campelli e incappiamo in un pane e salsiccia, fetta di torta e due bicchieri di rosso...Saranno lì anche l'anno prossimo ci dicono! L'ultima domenica di luglio!!!
Arrivati quasi al rif. Nicola, io prendo un sentierino come variante alla sterrata, Gianlu mi segue come un anatroccolo e Claud? Baltooo! Baltoooooo!!! Non c'è! E' là dietro che armeggia sulla bici...brutto segno...
Si sono svitate le pedivelle. Nooooo!!!!
Corro da lui.
Chiave richiesta: brugola dell'8...merd...non ce l'ho... Al rifugio l'avranno?
Chiediamo..."Certo che sì!" e allora festeggiamoooo!!!! Un paio di birre, discorsi impegnati e poi Claud comincia a parlarci delle sue TEMIBILI...e gli giriamo un paio di video (da guardare!)
Belli pimpanti partiamo verso valle e tagliamo per le tracce di sentiero che attraversano i prati!
Quando incrociamo la strada, Gianlu buca due volte in 500m, allora, la seconda volta estraggo la bomboletta di CO2 e gli tiro la ruota a 2,5 bar così non dovrebbe più bucare...ma la bici sarà un po' scalciante...occhio, eh?!!! E ci lanciamo verso i piani di Artavaggio!
Proseguire dal Vallone sarebbe effettivamente un esagerazione per Gianlu e Claud che in discesa se lo godrebbero poco, allora optiamo per scendere verso la Culmine dalla bellissima e veloce sterrata che si percorre anche in inverno con gli sci...o volendo con la bici!!!
Così bella e veloce che mi prende una super scimmia e prende un po' anche loro...facciamo un po' tira e molla e, mentre entro in un tornante delicato, non faccio in tempo a pensare:"questi sono i posti dove ci si stampa"...e sento il rumore tipico delle ruote fuori controllo e di un volo...mannaggia che botte il Gianlu!
Solo botte per fortuna...mi spiace non aver preso le dovute precauzioni da maestro che dovrei essere e non aver rallentato e accorpato il gruppetto come avevo fatto poco prima in occasione dell'incrocio con una famigliola a piedi per ripartire piano poco dopo...è che con gli amici mi sento libero e a volte dimentico certe precauzioni...e comunque può sempre capitare un bel volo purtroppo...anche a me.
E se volo io in discesa, di solito, mi disintegro...
Bella Gianlu! Solo botte! Sei un duro per fortuna!
Dopo una dovuta pausetta, scendiamo ed evitiamo anche il passo del Lupo che Gianlu ha una mano dolorante.
Scendiamo da dove siam saliti, per l'asfalto, ma non manca il divertimento e, salvo un po' di male alla mano (W i guanti interi) si diverte anche il Gianlu mentre io e Balto giochiamo a prenderci la scia tra i tornanti della Valsassina.
Siamo arrivati.
Ci tornerò e, la prossima volta magari niente funivia per me e discesa totale globale senza compromessi!
E' stata una turbomanata (come dice il Claud!).
La prossima, spero, sarà biturbo!!!
Per arrivare in cima al Campelli in tutti i modi ma con le mie forze, ora mi manca proprio solo di salire scalando!
E' di ieri, finalmente, la conquista!
Son salito con la Fede, dalla via Comici-Cassin.
Sia la mia socia sia la via meritano un plauso speciale...
...ARRAMPICANDO...
La Fe in cimissima al Campelli!
La Fede, così come Silvie, Simone, Moni, Giuli e Nau, fa parte della mia storia personale di istruttore del CAI.
Sono così orgoglioso di queste ragazze e di Simo che non so nemmeno quantificare la cosa.
Sono state e stati miei allievi speciali. Hanno scalato un po' anche con me, fuori, in palestra o chissà dove...gli ho tracciato decine e decine di blocchi ad hoc, ne abbiamo studiati insieme, morbidi e meno morbidi e ora cominciano a superarmi anche loro in certi casi...mi hanno anche portato presto a fare una via tirandola loro da primi!
Simo, Silvie e Fede, più vicini alla scuola CAI Corsico materialmente parlando, sono stati proposti e accettati come aiuto istruttori. Tocca a me, prima di pubblicare questo racconto, invitarli a chiacchierare col direttore GM per l'invito ufficiale...ma chissà? Magari anche saperlo così non sarebbe tanto male!!!
Ho preso parola martedì in riunione e ho voluto introdurli io, una per uno, presentare quel che ho visto in questo annetto in cui li ho frequentati e in cui abbiam scalato un po' anche insieme. Ho cercato di farlo oggettivamente ma non posso negare che parlare di loro mi riempia di orgoglio e di troppa emozione trovandomi totalmente coinvolto... e ho trovato il pieno appoggio della scuola.
E' una gioia grande e inaspettata, il giovedì sera nella caldissima palestra di arrampicata della scuola, la Fe che mi dice "Sabato sarei libera!".
E io, stupito, con quella faccia che spera solo in un sì, che le chiedo:"Scali con me?"
Già, perchè le cose belle mi stupiscono ancora e quei ragazzi mi mancano!
E lei annuisce sorridente!
Vaiii! Sarà un grande weekend!
Le torri del Campelli in ombra...
Senti Fe? Avrei un progettino da proporti...ma forse è meglio che vada a studiarmelo prima di dirtelo...
ecc, ecc, bla, bla, bla... e poi va a finire come sempre che glie lo dico:"La fessura Comici", conosciuta anche come "Comici-Cassin" alla Torre settentrionale del Campelli...
I nomi già altisonanti della storia dell'alpinismo, in realtà, vanno affiancati a Mario Dell'Oro (il famoso Boga), la fortissima, dentro e fuori, rivoluzionaria e anticonformista Mary Varale (questa via è del 1933) e l'Umett M. Spreafico.
Definisce gli uomini avversari! Che peccato che fosse così...e che lo sia ancora oggi in certi luoghi e contesti...
E peccato che a volte si consideri anche il contrario...
Beh! Comunque sia...
A noi climbers, seppur invasati ma di medio livello, quei nomi incutono un certo timore e rispetto.
La Fe però accetta subito la proposta procurandomi gioia ed esaltazione per la scalata prevista per sabato.
Chiediamo lumi a Paolino che non si ricorda bene la via ma si ricorda il piacere che aveva provato a farla...
Beneeeee!!!
A casa però, ho un paio d'ore di defaiance a causa del nome della via...quel poco di tensione in più e pensieri che però passano dopo un paio d'ore (alle tre di notte!) lasciando spazio alla grande voglia di scalare la mia (e sua) prima Comici, Cassin, ecc, così mi addormento tranquillo e voglioso!
Il giorno dopo lavoro solo al mattino e impiego tutto il pomeriggio a studiare la via e a redarre la mia tradizionale relazione cartacea con la penna nuova che mi ha regalato proprio la Fe.
Sono pronto! Comunico i miei stati d'animo altalenanti alla Fe e lei si perde il mio terzo stato d'animo, ovvero voglia e ottimismo! Si preoccupa un po' ma poi legge tutto!!!
Sono ancora convinto di portarla io sulla fessura Comici, invece, durante l'avvicinamento, prima con la Pandina, poi in funivia e poi a piedi, mi dice:"Vediamo com'è però si potrebbe fare in'alternata!".
Tu fai primo, terzo e quinto. Io secondo e quarto tiro!
Wow! L'orgoglio che provo decolla all'ennesima potenza!
Per me è ok! Dentro di me penso che, se la via si presenterà troppo severa già in partenza, magari più pericolosa del dovuto, cercherò di convincerla a restare da seconda, solo per una questione di esperienza ma penso anche che, nel caso, se ne renderà conto lei stessa!
Alla stazione della funivia incontriamo la Roby che ricomincia oggi a scalare!
Io e la Fe prendiamo solo due biglietti di andata perchè abbiamo intenzione di passare la giornata in parete, aggiungendo, magari, qualche altra vietta serale al programma...
Fa caldo. Arrivati su, mentre camminiamo i vestiti vanno a finir tutti nello zaino, salvo il minimo indispensabile. Ottimo perchè scaleremo all'ombra e non sarà troppo freddo ma staremo bene!
Lasciamo gli zaini grandi al rif.Lecco e su con quelli piccolini in assetto da via veloce!
Fede pronta!!!
Ciao Roby!!! Buona scalata!!!
Anche io pronto! Se non basteranno le mie zampe, ci saranno quelle dei miei ragnetti!!!
Siamo ormai quasi in fondo alla Valle dei Camosci e stiamo salutando il Sole dandogli l'arrivederci per quando saremo in cima! Ci mettiamo il caschetto e iniziamo a costeggiare le pareti dolomitiche verso destra fino ad arrivare all'attacco della via.
Fede fa gli ultimi due passi al sole...
C'è un po' di coda. Ci precedono tre cordate.
Una è in via, l'altra sta attaccando...un po' lenta e la terza è in attesa.
Dietro di noi passano altre tre cordate ma attaccheranno vie diverse...per nostra fortuna...
Ci rilassiamo un attimo, ci copriamo, il materiale è già appeso all'imbrago. L'attesa è lunga e apparentemente tranquilla ma cresce la voglia di attaccare che è quasi agitazione ma non proprio...mi diventa quella senzazione pre esame che mi prendeva in Università e poi spariva appena mi sedevo davanti alla prof o al prof, lasciando spazio alla prestazione e alla concentrazione totale.
Mentre parte il primo della cordata davanti a noi, Io e la Fe filiamo le corde e siamo pronti per partire con l'intenzione, se possibile, di tenere comunque un bel po' di distanza con la cordata che ci precede che è abbastanza pittoresca. Il primo scala praticamente slegato. Con la scusa di sbrogliare la corda completamente annodata all'assicuratrice virtuale, faccio sicura io al suo socio ed, eventualmente, userò lei come freno...
Arriva il socio in sosta, recupera la corda in una vita e prova a salire anche lei che , dopo cinque metri saliti in venti minuti, viene calata alla base (era la seconda volta che metteva le mani sulla roccia e non sembrava proprio una ginnasta, wonder woman o che so io...e aveva una fifa...mah! Povera lei e matto lui, forse era il caso di volar più bassi...scende in doppia e ciao!).
Bene Fe! La montagna è libera, davanti e dietro!!! Andiamo su!
La sciura di prima intanto impara qualcosa guardando la Fe che mi fa sicura. Io la controllo prima di partire, lei controlla me come si usa e poi mi dimentico del problema. Fiducia totale.
L1 IV+ 20-25m
Il primo passo è fatto e vado su nel camino.
Non è mai banale ma neanche durissimo. Si scala con bei movimenti che danno soddisfazione.
La cosa difficile di questi giorni, e probabilmente di sempre, è cercare l'asciutto!
Subito ci si rende conto che la via è ottimamente chiodata e bisogna solo cercare i vari passaggi, le maniglie che non mancano quasi mai e spingere spesso con le mani e i piedi nel bel camino. Trovare la via non è mai un problema, caratteristica abbastanza comune (fino a prova contraria) alle poche vie che ho fatto per ora da quelle parti.
Fortuna perchè la mia relazione cartacea è rimasta in rifugio con lo zaino grande...la Fe è comunque fornita di un'enciclopedia di relazioni della via!!!
Sosta. La Fe segue precisa e costante. Ci scambiamo i materiali e su!
L2 IV+ 15m
La lama staccata è tua!!! ...come sempre lei gradisce e, tra una dulfer e uno slalom tra un paio di tratti bagnati, sale in sosta dritto per dritto senza farsi ingannare da un chiodo a sinistra un po' fuori strada che forse è utile in inverno e incasinandosi un po' nel caminetto finale che, a destra, offriva passaggi più facili...ma ne esce lo stesso e brillantemente!
Mi dice che scala lenta!
A me sembra ok. Le dico che non è scalando che si perde tempo! Sì, ok, qualche minuto in più o in meno, ma è facendo casino in sosta, incastrando corde, mettendoci una vita a montare le varie sicure, ecc, ecc che si perde tempo e mi sembra che noi stiamo andando proprio bene!
L3 IV, III, IV 40m
Il più facile della via in teoria.
In effetti è sempre un buon grado in meno degli altri ma non bisogna sbagliare e incasinarsi nei passaggi in camino.
Io l'ho trovato un bel tiro da scalare elegantemente, sia la partenza e il finale un po' aggettanti, sia i tratti di camino appoggiati.
Cerco di stare sempre molto fuori in tutti i tratti in camino e di scalarli in sostituzione e sostituzione mista sia per divertirmi, sia per allenarmi e la bassa difficoltà del tiro non mi fa mai sentire troppo in pericolo anche se la chiodatura è ovviamente più lunga che altrove... metto un friend medio da qualche parte...
Arrivo in sosta e tra me e me penso:"Credevo che la via fosse più esposta". Mi giro e, in effetti non è che non lo sia. Sono su un comodissimo praticello, anche grande ma, allungando un po' il nodo barcaiolo per sporgermi verso valle, il punto di vista che mi si offre ricorda i video fatti dai droni o dagli elicotteri...
Arriva la Fe!
Mi fanno sorridere i comandi oggi!!!
Fe, Ste, Fe, Ste, Ste, Fe....potremmo dire solo Eh!!! trenta o quaranta metri di distanza ci rendono omonimi!
L4 III, IV, II 30m
La placca iniziale non la chiamerei placca ma quel che resta di una placca!!! E' molto lavorata e piena di appigli e appoggi. Un po' bagnata, quello sì ed è la maggior difficoltà per la Fe che se la mangia a colazione stando bene sui piedi e poi corre in sosta!
Salgo!
In sosta troviamo una parte delle due cordate che percorrevano la via alla nostra sinistra (Favola antica ...qualche info qui aperta da Pietro Buzzoni e Domenico Chindamo il 19 luglio 2014) e ora ci incrociamo.
Troviamo proprio Domenico e ci chiacchieriamo un po'...dopo che io rimango stregato dalla bellezza del loro ultimo tiro e dalla variante Mozzanica sopra di noi!
Ci racconta di altre vie e scopro che il mercoledì di quasi tre settimane prima, col Peter, vedevo proprio lui e Pietro Buzzoni che aprivano ...e finivano... la nuova via sul Barbisino (5c)!!!
Vorrei andarci già domani!
Dovrebbe essere più alpinistica e fino al 5c
L5 IV+ V- se si fa tutto bene!!!
Supero lo spigolo a sinistra e due metri più in là vedo la linea di resinati che prosegue e sparisce dietro i primi 15m sempre leggemente aggettanti e pieni di lame e maniglie! Che figata!
Scalo bene. il tiro è ben protetto e faccio un piccolo casino a metà tiro ma lascio la sorpresa a chi volesse farlo per la prima volta. Comunque è piuttosto sicuro e non credo che sbagliando leggermente come ho fatto io si rischi la vita. E' solo un pelo più duro! Sono lì e lì per dare un "Bloccaaa" alla Fe ma non esiste proprio, mi intestardisco, rilasso le braccia, rientro in via e corro in sosta!
Su trovo proprio Pietro Buzzoni e chiacchieriamo un po' delle vie nuove e di quelle vecchie del Barbisino e mi dà un paio di dritte su dove, probabilmente, ha aperto mio papà tra il 60 e 70...lo ringrazio per le dritte e per le belle vie aperte di cui spero di ripeterne magari almeno un paio delle meno difficili e intanto la Fe ingaggia l'ultimo tiro! Vien fuori provata ma contenta! Anche io sono molto contento e...sarà il poco allenamento in palestra dovuto alla mano dolorante, ecc, ma sono un po' provate anche le mie braccia.
Anche stanchi ci abbracciamo, ci facciamo complimenti e ringraziamenti e son passate due ore e un quarto dall'attacco. Mica sim stati lenti! Siam stati giusti! Grande Fe! C'è grande soddisfazione!
Decidiamo di non calarci sulla variante Mozzanica di 6a per percorrerla in salita come avevamo pensato ma ci risparmiamo per fare un'altra vietta al Pesciola, magari lo "Spigolo dei Bergamaschi"...
Dai Fe! Portami in cima!
Dovremmo essere a due passi dalla croce di vetta!
Indico l'uscita della via...piuttosto contento direi!!!
In effetti siamo a una quindicina di metri in linea d'aria e con una via ferrata nel mezzo ma....la Fe, sa solo lei come, riesce a mettere insieme un tiro da 40m e la corda si incastra inevitabilmente!!!
Quando mi accorgo che c'è qualche casino faccio un nodo barcaiolo all'imbrago, attacco la corda in avanzo sempre all'imbrago e parto di conserva rimontando i due metri di risalto di fronte a me, la vedo e, sia io che lei ci facciamo tante ghignate ma tante!!!! Vabbè. Invece di recuperarmi appena fuori dalla via in posto sicuro o attaccata alla catena, è andata in cima seguendo la ferrata!!! Tutta esperienza preziosa!
Sbroglio la corda incastrata su delle crestine di roccia, scendo nell'intaglio della ferrata, la Fe mi recupera e mi godo un ultimo e bellissimo, facile tiro fuori programma verso la croce di vetta!!!
Ci godiamo la cima! Capita di rado ultimamente.
La Fe ha anche due birreeeeee!!!
Me ne ha presa una che mi avrà visto bere sei mesi fa e io manco mi ricordavo di averla bevuta ma lei aveva visto che mi era piaciuta! Chissà come fa? ...solo la Fe!!!
Salute!!!
Fa 9 gradi ma è proprio buona e la discesa a piedi è facile!!! Si può fare!
Brindisi vari, prima di tutto alla Comici Cassin, alla Fe, alla bella giornata, ecc, ecc, foto varie e poi giù dal Canalone dei Camosci che a me aggrada e alla Fe un po' meno...
Lo prendiamo con calma e poco dopo siamo all'attacco dello Spigolo dei Bergamaschi al Pesciola.
Via! Parto io.
La roccia non è bella. E' un dato di fatto. La chiodatura sembra più lunga che sulla Comici e il risultato è una lieve botta al cervello!!!
Comunque sia salgo e arrivo in sosta.
La Fe è determinatissima e sale il secondo tiro, più facile ma chiodato lunghissimo integrando solo con due piccoli dadi e "pedalando" alla grande!
Mentre scala, sento che parla ad alta voce dicendo "Dai! Riaccendete la luce!!!".
In effetti qualcuno l'ha spenta e sentiamo anche un tuono in lontananza ma non ne siamo certi e non parliamo...
Oggi poi non è previsto temporale e/o precipitazioni...
Arriva in sosta e la raggiungo velocemente complimentandomi!
Che facciamo Fe? Saliamo o scendiamo?
CI mettiamo d'accordo di fare ancora un tiro e poi eventualmente scendere in doppia se il tempo dovesse peggiorare davvero.
Parto per il terzo tiro. Supero le brutte cenge brima della grande fessura/lama/camino (boh!) e sento un tuono...da un paio di minuti, tempo di posizionare un cordino e un rinvio, sta salendo anche il vento. Sento un altro tuono. Chiedo conferma e la Fe conferma.
Metto un maillon nel primo resinato della grossa lama inclinata e disarrampico fino in sosta.
Recuperiamo le corde e giù in doppia dritto per dritto fino a terra seguendo una nuova via a spit.
Il recupero è a rischio, in effetti criss si incastra ma devo salire solo di pochi metri (aggettanti ma ammanigliatissimi) per liberarla.
Disarrampico e ci aspetta la lunga discesa verso Barzio!
Arriviamo prima al rif.Lecco, recuperiamo gli zaini, ci cambiamo di nuovo in assetto ultra leggero perchè tra qualche minuto avremo certamente caldo. Possiamo solo scendere.
Abbiamo una nuova via in tasca, tanta soddisfazione e, personalmente parlando, tantissimo orgoglio verso la mia ex allieva e futura "Aiuto istruttore"!
...Arriviam giù!
Che fameeeeeee!!!! Il mio metabolismo da tritarifiuti chiede una pizzaaaa!
Allora due pizze (di cui ne mangerò quasi una e mezza) e due birre. Queste le offro io Fe!
Alla Comici Cassin!
Buonappetitooo!!!
E poi festeggeremo anche il giorno successivo con Carletto, a pop corn, il mio sugo chimico, birra e vinello, perchè con lui, la Fe, si va a spaccare sui tirazzi tra il 6a e il 7b...e vabbè, beata lei.
Mi toccherà presto guardarne un'altra dal basso!!!
Cavolo se era buona! Aveva ragione la Fe!!!